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caddi, e rimase la mia carne sola.

Io dirò vero, e tu 'l ridì tra ' vivi: l'angel di Dio mi prese, e quel d'inferno gridava: "O tu del ciel, perché mi privi?

Tu te ne porti di costui l'etterno per una lagrimetta che 'l mi toglie; ma io farò de l'altro altro governo!".

Ben sai come ne l'aere si raccoglie quell' umido vapor che in acqua riede, tosto che sale dove 'l freddo il coglie.

Giunse quel mal voler che pur mal chiede con lo 'ntelletto, e mosse il fummo e 'l vento per la virtù che sua natura diede.

Indi la valle, come 'l dì fu spento, 180

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

da Pratomagno al gran giogo coperse di nebbia; e 'l ciel di sopra fece intento, sì che 'l pregno aere in acqua si converse; la pioggia cadde, e a' fossati venne di lei ciò che la terra non sofferse; e come ai rivi grandi si convenne, ver' lo fiume real tanto veloce

si ruinò, che nulla la ritenne.

Lo corpo mio gelato in su la foce trovò l'Archian rubesto; e quel sospinse ne l'Arno, e sciolse al mio petto la croce ch'i' fe' di me quando 'l dolor mi vinse; voltòmmi per le ripe e per lo fondo, poi di sua preda mi coperse e cinse».

«Deh, quando tu sarai tornato al mondo e riposato de la lunga via»,

seguitò 'l terzo spirito al secondo,

«ricorditi di me, che son la Pia; Siena mi fé, disfecemi Maremma:

salsi colui che 'nnanellata pria

disposando m'avea con la sua gemma».

CANTO VI

[Canto VI, dove si tratta di quella medesima qualitade, dove si purga la predetta mala volontà di vendicare la 'ngiuria, e per questo si ritarda sua confessione, e dove truova e nomina Sordella da Mantua.]

Quando si parte il gioco de la zara, 181

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

colui che perde si riman dolente, repetendo le volte, e tristo impara; con l'altro se ne va tutta la gente; qual va dinanzi, e qual di dietro il prende, e qual dallato li si reca a mente; el non s'arresta, e questo e quello intende; a cui porge la man, più non fa pressa; e così da la calca si difende.

Tal era io in quella turba spessa, volgendo a loro, e qua e là, la faccia, e promettendo mi sciogliea da essa.

Quiv' era l'Aretin che da le braccia fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte, e l'altro ch'annegò correndo in caccia.

Quivi pregava con le mani sporte

Federigo Novello, e quel da Pisa

che fé parer lo buon Marzucco forte.

Vidi conte Orso e l'anima divisa

dal corpo suo per astio e per inveggia, com' e' dicea, non per colpa commisa; Pier da la Broccia dico; e qui proveggia, mentr' è di qua, la donna di Brabante, sì che però non sia di peggior greggia.

Come libero fui da tutte quante

quell' ombre che pregar pur ch'altri prieghi, sì che s'avacci lor divenir sante, io cominciai: «El par che tu mi nieghi, o luce mia, espresso in alcun testo che decreto del cielo orazion pieghi; e questa gente prega pur di questo: sarebbe dunque loro speme vana,

o non m'è 'l detto tuo ben manifesto?».

182

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

Ed elli a me: «La mia scrittura è piana; e la speranza di costor non falla, se ben si guarda con la mente sana; ché cima di giudicio non s'avvalla perché foco d'amor compia in un punto ciò che de' sodisfar chi qui s'astalla; e là dov' io fermai cotesto punto, non s'ammendava, per pregar, difetto, perché 'l priego da Dio era disgiunto.

Veramente a così alto sospetto

non ti fermar, se quella nol ti dice che lume fia tra 'l vero e lo 'ntelletto.

Non so se 'ntendi: io dico di Beatrice; tu la vedrai di sopra, in su la vetta di questo monte, ridere e felice».

E io: «Segnore, andiamo a maggior fretta, ché già non m'affatico come dianzi, e vedi omai che 'l poggio l'ombra getta».

«Noi anderem con questo giorno innanzi», rispuose, «quanto più potremo omai; ma 'l fatto è d'altra forma che non stanzi.

Prima che sie là sù, tornar vedrai colui che già si cuopre de la costa, sì che ' suoi raggi tu romper non fai.

Ma vedi là un'anima che, posta

Are sens

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