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enno dannati i peccator carnali,

che la ragion sommettono al talento.

E come li stornei ne portan l'ali nel freddo tempo, a schiera larga e piena, così quel fiato li spiriti mali

di qua, di là, di giù, di sù li mena; nulla speranza li conforta mai,

non che di posa, ma di minor pena.

E come i gru van cantando lor lai, faccendo in aere di sé lunga riga, così vid' io venir, traendo guai, ombre portate da la detta briga;

per ch'i' dissi: «Maestro, chi son quelle genti che l'aura nera sì gastiga?».

«La prima di color di cui novelle 21

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

tu vuo' saper», mi disse quelli allotta,

«fu imperadrice di molte favelle.

A vizio di lussuria fu sì rotta,

che libito fé licito in sua legge, per tòrre il biasmo in che era condotta.

Ell' è Semiramìs, di cui si legge che succedette a Nino e fu sua sposa: tenne la terra che 'l Soldan corregge.

L'altra è colei che s'ancise amorosa, e ruppe fede al cener di Sicheo;

poi è Cleopatràs lussurïosa.

Elena vedi, per cui tanto reo

tempo si volse, e vedi 'l grande Achille, che con amore al fine combatteo.

Vedi Parìs, Tristano»; e più di mille ombre mostrommi e nominommi a dito, ch'amor di nostra vita dipartille.

Poscia ch'io ebbi 'l mio dottore udito nomar le donne antiche e ' cavalieri, pietà mi giunse, e fui quasi smarrito.

I' cominciai: «Poeta, volontieri

parlerei a quei due che 'nsieme vanno, e paion sì al vento esser leggieri».

Ed elli a me: «Vedrai quando saranno più presso a noi; e tu allor li priega per quello amor che i mena, ed ei verranno».

Sì tosto come il vento a noi li piega, mossi la voce: «O anime affannate, venite a noi parlar, s'altri nol niega!».

Quali colombe dal disio chiamate

con l'ali alzate e ferme al dolce nido vegnon per l'aere, dal voler portate; 22

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

cotali uscir de la schiera ov' è Dido, a noi venendo per l'aere maligno, sì forte fu l'affettüoso grido.

«O animal grazïoso e benigno

che visitando vai per l'aere perso noi che tignemmo il mondo di sanguigno, se fosse amico il re de l'universo, noi pregheremmo lui de la tua pace, poi c'hai pietà del nostro mal perverso.

Di quel che udire e che parlar vi piace, noi udiremo e parleremo a voi,

mentre che 'l vento, come fa, ci tace.

Siede la terra dove nata fui

su la marina dove 'l Po discende

per aver pace co' seguaci sui.

Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, prese costui de la bella persona

che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.

Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona.

Amor condusse noi ad una morte.

Caina attende chi a vita ci spense».

Are sens

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