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«Deh, or mi dì: quanto tesoro volle Nostro Segnore in prima da san Pietro ch'ei ponesse le chiavi in sua balìa?

Certo non chiese se non "Viemmi retro".

Né Pier né li altri tolsero a Matia oro od argento, quando fu sortito al loco che perdé l'anima ria.

Però ti sta, ché tu se' ben punito; e guarda ben la mal tolta moneta

ch'esser ti fece contra Carlo ardito.

E se non fosse ch'ancor lo mi vieta la reverenza de le somme chiavi

che tu tenesti ne la vita lieta,

io userei parole ancor più gravi; ché la vostra avarizia il mondo attrista, calcando i buoni e sollevando i pravi.

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Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

Di voi pastor s'accorse il Vangelista, quando colei che siede sopra l'acque puttaneggiar coi regi a lui fu vista; quella che con le sette teste nacque, e da le diece corna ebbe argomento, fin che virtute al suo marito piacque.

Fatto v'avete dio d'oro e d'argento; e che altro è da voi a l'idolatre, se non ch'elli uno, e voi ne orate cento?

Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, non la tua conversion, ma quella dote che da te prese il primo ricco patre!».

E mentr' io li cantava cotai note, o ira o coscïenza che 'l mordesse, forte spingava con ambo le piote.

I' credo ben ch'al mio duca piacesse, con sì contenta labbia sempre attese lo suon de le parole vere espresse.

Però con ambo le braccia mi prese; e poi che tutto su mi s'ebbe al petto, rimontò per la via onde discese.

Né si stancò d'avermi a sé distretto, sì men portò sovra 'l colmo de l'arco che dal quarto al quinto argine è tragetto.

Quivi soavemente spuose il carco, soave per lo scoglio sconcio ed erto che sarebbe a le capre duro varco.

Indi un altro vallon mi fu scoperto.

CANTO XX

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Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

[Canto XX, dove si tratta de l'indovini e sortilegi e de l'incantatori, e de l'origine di Mantova, di che trattare diede cagione Manto incantatrice; e di loro pene e miseria e de la condizione loro misera, ne la quarta bolgia, in persona di Michele di Scozia e di più altri.]

Di nova pena mi conven far versi

e dar matera al ventesimo canto

de la prima canzon, ch'è d'i sommersi.

Io era già disposto tutto quanto

a riguardar ne lo scoperto fondo, che si bagnava d'angoscioso pianto; e vidi gente per lo vallon tondo

venir, tacendo e lagrimando, al passo che fanno le letane in questo mondo.

Come 'l viso mi scese in lor più basso, mirabilmente apparve esser travolto ciascun tra 'l mento e 'l principio del casso, ché da le reni era tornato 'l volto, e in dietro venir li convenia,

perché 'l veder dinanzi era lor tolto.

Forse per forza già di parlasia

si travolse così alcun del tutto; ma io nol vidi, né credo che sia.

Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto di tua lezione, or pensa per te stesso com' io potea tener lo viso asciutto, quando la nostra imagine di presso vidi sì torta, che 'l pianto de li occhi le natiche bagnava per lo fesso.

Certo io piangea, poggiato a un de' rocchi 87

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

del duro scoglio, sì che la mia scorta mi disse: «Ancor se' tu de li altri sciocchi?

Qui vive la pietà quand' è ben morta; chi è più scellerato che colui

che al giudicio divin passion comporta?

Drizza la testa, drizza, e vedi a cui s'aperse a li occhi d'i Teban la terra; per ch'ei gridavan tutti: "Dove rui, Anfïarao? perché lasci la guerra?".

Are sens

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