« O CELEBRATA IN MILLE INNI, TU CHE ACCORDI LA GRAZIA IN SEGRETO, TU CHE ANNODI I MORTALI CON LE NECESSITÀ INVINCIBILI, TU CHE DELLA NERA NOTTE TI PIACI E DEI LETTI D'AVORIO, O FERTILE, O SCALTRA, O TUTTA SORRISO, VIENI E VISITA CHI DAL CUORE PROFONDO T'INVOCA ! »
MACISTE INCALZATO SI RIFUGIA NEGLI ORTI DI ASDRUBALE.
« PROTEGGILA ! GLI IDDII TI PROTEGGERANNO »
— « M'È APPARSO COSTUI ALL'IMPROVVISO . . . NON AVEVA SECO ALCUNO, NÈ COSA ALCUNA . . . »
— « MOLOCH LA GIUNGA ! ELLA È CON L'ALTRO RAPITORE . . . »
TUTTO ANCOR SANGUINANTE DEL SUPPLIZIO ATROCE, MACISTE È VINCOLATO ALLA MOLA IN PERPETUO ; CHÈ LA MORTE TROPPO ERA LIEVE !
VERSO ROMA.
L'OSTE SI VENDICA DI AVER TANTO TREMATO
IL QUARTO EPISODIO
SI MUTARONO LE SORTI DEL VINCITORE DI CANNE. IL PROCONSOLE MARCELLO STRINGE D'ASSEDIO SIRACUSA ALLEATA DI CARTAGINE. FULVIO AXILLA MILITA SOTTO LE INSEGNE DEL VINCITORE DI NOLA.
MA UN VECCHIO SAPIENTE SOLLEVA LA FRONTE DALLA SUA MEDITAZIONE E CREA PER LA DIFESA DELLE MURA LE MACCHINE IRRESISTIBILI.
ARCHIMEDE DOMANDA AL SOLE LA FIAMMA DISTRUGGITRICE DEL NAVIGLIO ROMANO.
L'ORDIGNO NON MAI VEDUTO SI MOSTRA ALL'IMPROVVISO, DIVINAMENTE, SIMILE A UN FASCIO DI FÒLGORI SILENZIOSE.
FULVIO AXILLA CONTRASTA INVANO AL PÀNICO CHE LO TRAVOLGE.
A SERA IL NAVIGLIO FORMIDABILE DI ROMA NON È SE NON UN ROGO CHE SI SPEGNE SULLE ACQUE PLACATE.
FULVIO È TRATTO DALLA CORRENTE NEL MARE DI ARETUSA.
OGNI SPERANZA DI SALVEZZA È VANITA.
MA AL DITO DEL NAUFRAGO È L'ANELLO DI CROESSA. « SE DARAI SALUTE, AVRAI SALUTE. » SOPRAGGIUNGE IL SOCCORSO INSPERATO.
L'OSPITE DI BATTO, CONFORTATO, NARRA L'AVVENTURA DELL'ANELLO.
« O HESTIA, REGINA, FONDAMENTO INCROLLABILE DEGLI IDDII FELICI E DEGLI UOMINI MISERI, A TE TUTTI I DONI ! CABIRIA VIVE, E IN LEI IL TUO FUOCO. »
« VIVEVA, ORA NON SO . . . »
E PRENDENDO COMMIATO DALL'OSPITE ANSIOSO. FULVIO AXILLA PROMETTE DI RICERCARE CABIRIA, SE NOVAMENTE LE SORTI LO TRAGGANO A CARTAGINE.
IL QUINTO EPISODIO
SIFACE, IL RE DI CIRTA, HA SPOGLIATO DEL REAME MASSINISSA CHE DILEGUA NEL DESERTO. ASDRUBALE DONA LA SUA FIGLIA AL PIÙ POTENTE E DAL NON PIÙ GIOVINE GENERO OTTIENE ALLEANZA CONTRO ROMA.
« MIA COLOMBA DILETTA, SALI FINO AL CARRO DI TANIT E RECALE LA TRISTEZZA DEL MIO CUORE SEGRETO. »
MA SCIPIONE, IL CONQUISTATORE DELLA SPAGNA, L'ELETTO DAL FAVOR POPOLARE, GIÀ TIENE L'AFRICA. LELIO È CON LUI. E IL BANDITO CAVALIERE NUMIDA SOGNA DI CINGERSI IN CIRTA LA CORONA REGALE.
FULVIO AXILLA, PER L'ANTICA PRATICA DEI LUOGHI CONSENTE AL TENTATIVO DI PENETRARE IN CARTAGINE E D'ESPLORARNE GLI APPARECCHI DI DIFESA.
SOTTO LE MURA DELLA CITTÀ CHIUSA.
NELLA NOTTE MEDESIMA ASDRUBALE TIENE CONSIGLIO.
E KARTHALO IL PONTEFICE PARTE PER CIRTA A PERSUADERE SIFACE CHE ASSALGA I ROMANI.
COMPIUTA L'IMPRESA, IL ROMANO SI RICORDA DI MACISTE E DI CABIRIA, RIMASTI NELLA CITTÀ NEMICA DA PIÙ DI DUE LUSTRI. L'ANTICO BETTOLIERE È CRESCIUTO IN FORTUNA.
FULVIO DICE A BODASTORÈT CH'EGLI NON DESIDERA SE NON DI RIVEDERE MACISTE, L'OTTIMO SUO SERVO FEDELE.
MA LA NOTTE SEGUENTE, MENTRE IL VECCHIO OSTE DORME . . . .
NELLA GIOIA DELLA LIBERAZIONE INATTESA SI MOLTIPLICA LA FORZA.
« LA PAURA GLI HA MOZZATO PER SEMPRE IL RESPIRO . . . »
MACISTE IGNORA LA SORTE DI CABIRIA DALLA NOTTE CH'EGLI L'AFFIDÒ ALLA SCONOSCIUTA.
KARTHALO È GIUNTO IN CIRTA.
E SIFACE MUOVE CONTRO LE ARMI DI ROMA.
« FA CHE NON NE RESTI PUR UNO A RECAR LA NOVELLA DELLA STRAGE DI LÀ DAL MARE ! »
A KARTHALO, CHE GIÀ COVA CON L'OCCHIO TORBIDO LA DELICATA BELLEZZA, RISPONDE LA SCHIAVA, LA PREDILETTA DI SOFONISBA : « MI CHIAMANO ELISSA ». COME LA REGINA DELLE COSE BIANCHE E DEI SILENZII PERFETTI.