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Lo duca mio allor mi diè di piglio, e con parole e con mani e con cenni reverenti mi fé le gambe e 'l ciglio.

Poscia rispuose lui: «Da me non venni: donna scese del ciel, per li cui prieghi de la mia compagnia costui sovvenni.

Ma da ch'è tuo voler che più si spieghi di nostra condizion com' ell' è vera, esser non puote il mio che a te si nieghi.

Questi non vide mai l'ultima sera; ma per la sua follia le fu sì presso, che molto poco tempo a volger era.

Sì com' io dissi, fui mandato ad esso per lui campare; e non lì era altra via che questa per la quale i' mi son messo.

Mostrata ho lui tutta la gente ria; e ora intendo mostrar quelli spirti che purgan sé sotto la tua balìa.

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Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

Com' io l'ho tratto, saria lungo a dirti; de l'alto scende virtù che m'aiuta conducerlo a vederti e a udirti.

Or ti piaccia gradir la sua venuta: libertà va cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta.

Tu 'l sai, ché non ti fu per lei amara in Utica la morte, ove lasciasti

la vesta ch'al gran dì sarà sì chiara.

Non son li editti etterni per noi guasti, ché questi vive e Minòs me non lega; ma son del cerchio ove son li occhi casti di Marzia tua, che 'n vista ancor ti priega, o santo petto, che per tua la tegni: per lo suo amore adunque a noi ti piega.

Lasciane andar per li tuoi sette regni; grazie riporterò di te a lei,

se d'esser mentovato là giù degni».

«Marzïa piacque tanto a li occhi miei mentre ch'i' fu' di là», diss' elli allora,

«che quante grazie volse da me, fei.

Or che di là dal mal fiume dimora, più muover non mi può, per quella legge che fatta fu quando me n'usci' fora.

Ma se donna del ciel ti move e regge, come tu di', non c'è mestier lusinghe: bastisi ben che per lei mi richegge.

Va dunque, e fa che tu costui ricinghe d'un giunco schietto e che li lavi 'l viso, sì ch'ogne sucidume quindi stinghe; ché non si converria, l'occhio sorpriso d'alcuna nebbia, andar dinanzi al primo 161

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

ministro, ch'è di quei di paradiso.

Questa isoletta intorno ad imo ad imo, là giù colà dove la batte l'onda, porta di giunchi sovra 'l molle limo: null' altra pianta che facesse fronda o indurasse, vi puote aver vita,

però ch'a le percosse non seconda.

Poscia non sia di qua vostra reddita; lo sol vi mosterrà, che surge omai, prendere il monte a più lieve salita».

Così sparì; e io sù mi levai

sanza parlare, e tutto mi ritrassi al duca mio, e li occhi a lui drizzai.

El cominciò: «Figliuol, segui i miei passi: volgianci in dietro, ché di qua dichina questa pianura a' suoi termini bassi».

L'alba vinceva l'ora mattutina

che fuggia innanzi, sì che di lontano conobbi il tremolar de la marina.

Noi andavam per lo solingo piano

com' om che torna a la perduta strada, che 'nfino ad essa li pare ire in vano.

Quando noi fummo là 've la rugiada pugna col sole, per essere in parte dove, ad orezza, poco si dirada,

ambo le mani in su l'erbetta sparte soavemente 'l mio maestro pose:

ond' io, che fui accorto di sua arte, porsi ver' lui le guance lagrimose; ivi mi fece tutto discoverto

quel color che l'inferno mi nascose.

Venimmo poi in sul lito diserto,

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Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

che mai non vide navicar sue acque omo, che di tornar sia poscia esperto.

Quivi mi cinse sì com' altrui piacque: oh maraviglia! ché qual elli scelse l'umile pianta, cotal si rinacque subitamente là onde l'avelse.

CANTO II

[Canto secondo, nel quale tratta de la prima qualitade cioè dilettazione di vanitade, nel quale peccato inviluppati sono puniti proprio fuori del purgatorio in uno piano, e in persona di costoro nomina il Casella, uomo di corte.]

Già era 'l sole a l'orizzonte giunto lo cui meridïan cerchio coverchia Ierusalèm col suo più alto punto; e la notte, che opposita a lui cerchia, uscia di Gange fuor con le Bilance, che le caggion di man quando soverchia; sì che le bianche e le vermiglie guance, là dov' i' era, de la bella Aurora per troppa etate divenivan rance.

Noi eravam lunghesso mare ancora, come gente che pensa a suo cammino, che va col cuore e col corpo dimora.

Ed ecco, qual, sorpreso dal mattino, per li grossi vapor Marte rosseggia giù nel ponente sovra 'l suol marino, cotal m'apparve, s'io ancor lo veggia, 163

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

un lume per lo mar venir sì ratto, che 'l muover suo nessun volar pareggia.

Dal qual com' io un poco ebbi ritratto l'occhio per domandar lo duca mio, rividil più lucente e maggior fatto.

Poi d'ogne lato ad esso m'appario un non sapeva che bianco, e di sotto a poco a poco un altro a lui uscìo.

Are sens