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catturato un biscaglino convinto d’aver sposato la comare, e due portoghesi che,

mangiando un pollastro, ne aveano levato il lardo; si venne poi dopo pranzo alla

cattura del dottor Pangloss, e di Candido suo discepolo; di quello per aver parlato,

e di questo per aver ascoltato in aria d’approvazione. Furono tutti e due condotti

separatamente in appartamenti freschissimi, ne’ quali non s’era mai infastiditi dal

sole. Otto giorni dopo furono tutti rivestiti d’un sambenìto, e vennero loro adornate le teste di mitere di carta, la mitera e il sambenìto di Candido eran dipinte con delle fiamme all’ingiù, e con de’ diavoli senza granfie e senza coda; ma i diavoli nel sambenìto di Pangloss avean granfie e coda, e le fiamme eran dritte.

Andarono così vestiti a processione e sentirono un sermone assai patetico

seguito da una bella musica in falso bordone; Candido fu frustato sul messere a

tempo di battuta mentre cantavano; il biscaglino e quei due che non avean voluto

mangiar del lardo furono bruciati, e Pangloss fu appiccato, benchè non sia questo

il costume. Il medesimo giorno vi fu un’altra scossa di terremoto con un fracasso

spaventevole. Candido spaventato, confuso, smarrito, tutto insanguinato, tutto affannato dicea fra sè: “Se questo mondo è l’ottimo dei possibili che mai son gli altri? Se io non sono stato altro che nerbato a posteriori, lo sono stato anche fra i Bulgari; ma, o mio caro Pangloss, il massimo de’ filosofi, ho io avuto a vedervi impiccare senza ch’i’ sappia perchè! Oh mio caro anabattista, ottimo degli uomini,

avev’io a vedervi annegare nel porto! O Cunegonda, perla delle fanciulle, er’egli dovere che avessero a spaccarvi la pancia! ”

Egli se ne ritornava mal reggendosi in piedi, sermonizzato, ma assoluto e

benedetto, quando una vecchia gli si fa innanzi, e gli dice: “Fatevi animo, figliolo

mio, e seguitatemi.”

CAPITOLO VII (torna all’indice)

Come una vecchia prese cura di Candido e come egli ritrova quel che volea.

Candido non si fece animo, nè punto, nè poco, ma seguitò la vecchia in una casupola rovinata, dove diedegli della pomata per strofinarsi, gli lasciò da mangiare, e da bere, un letto molto pulito, e accanto al letto da rivestirsi da capo a piedi. “Mangiate, bevete, e dormite gli diss’ella, la Madonna d’Antiochia, don S.

Antonio di Padova, e don S. Giacomo di Galizia abbian cura di voi. Io ritornerò dimattina.” Candido stordito ognor più di quel che avea veduto, di quel che aveva

sofferto, e molto più ancora della carità della vecchia, volle baciarle la mano.

- Eh, non è la mia mano, che avete a baciare, rispose la vecchia, io tornerò domani. strofinatevi colla pomata, mangiate e dormite.

Candido, malgrado tante disgrazie, mangiò e dormì. La mattina dopo, la vecchia

gli porta da colazione, gli dà una rivista alla schiena, lo stropiccia con dell’altra pomata, gli porta poi da desinare; ritorna sulla sera e gli reca da cena. Il posdomani fa l’istessa cerimonia.

- Chi siete voi? badava a dirle Candido, chi vi ha inspirato tanta bontà? quali grazie poss’io io rendervi?

La buona donna non rispondeva mai nulla; ritornò la sera, e non portò nulla da cena.

- Venite con me, gli diss’ella, e non fiatate.

Se lo prende per braccio e cammina con esso per la campagna circa un quarto di

miglio. Arrivano a un casino isolato, circondato di giardini e di canali. Bussa la vecchia a una porticella; si apre; conduce ella Candido per una scaletta segreta in

un gabinetto tutt’oro; lo lascia sopra un canapè di broccato, richiude la porta, e se ne va via. Candido si credea di sognare, e considerava tutta la sua vita passata

come un sogno funesto, o il momento presente come un sogno dilettevole.

La vecchia ricomparve ben tosto; sosteneva ella a fatica una donna tremante, d’una statura maestosa, tutta rilucente di gioje, e ricoperta da un velo.

- Levate quel velo, disse a Candido la vecchia.

Egli si accosta, alza il velo con mano timorosa. Oh momento! oh sorpresa! Credè

di vedere Cunegonda, ei la vedeva in fatti, era ella stessa. Gli mancano le forze,

non sa proferir parola, e si lascia cascare a’ suoi piedi; e Cunegonda si abbandona sul canapè, la vecchia li carica d’acque odorose, finchè ritornano in sè

e possono parlarsi. Non eran sul primo che parole interrotte, domande e risposte,

che facevano a urtarsi, sospiri, lacrime e strida. La vecchia lor raccomanda di far

meno rumore, e li lascia in libertà. - Come! le dice Candido, voi Cunegonda? voi

viva? Voi in Portogallo? Non vi han dunque oltraggiata? - Non v’han spaccata la

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