e tanta grazia sopra me relusse,
ch'io ritrassi le ville circunstanti 418
Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________
da l'empio cólto che 'l mondo sedusse.
Questi altri fuochi tutti contemplanti uomini fuoro, accesi di quel caldo che fa nascere i fiori e ' frutti santi.
Qui è Maccario, qui è Romoaldo,
qui son li frati miei che dentro ai chiostri fermar li piedi e tennero il cor saldo».
E io a lui: «L'affetto che dimostri meco parlando, e la buona sembianza ch'io veggio e noto in tutti li ardor vostri, così m'ha dilatata mia fidanza,
come 'l sol fa la rosa quando aperta tanto divien quant' ell' ha di possanza.
Però ti priego, e tu, padre, m'accerta s'io posso prender tanta grazia, ch'io ti veggia con imagine scoverta».
Ond' elli: «Frate, il tuo alto disio s'adempierà in su l'ultima spera, ove s'adempion tutti li altri e 'l mio.
Ivi è perfetta, matura e intera
ciascuna disïanza; in quella sola è ogne parte là ove sempr' era,
perché non è in loco e non s'impola; e nostra scala infino ad essa varca, onde così dal viso ti s'invola.
Infin là sù la vide il patriarca
Iacobbe porger la superna parte,
quando li apparve d'angeli sì carca.
Ma, per salirla, mo nessun diparte da terra i piedi, e la regola mia rimasa è per danno de le carte.
Le mura che solieno esser badia
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fatte sono spelonche, e le cocolle sacca son piene di farina ria.
Ma grave usura tanto non si tolle contra 'l piacer di Dio, quanto quel frutto che fa il cor de' monaci sì folle; ché quantunque la Chiesa guarda, tutto è de la gente che per Dio dimanda; non di parenti né d'altro più brutto.
La carne d'i mortali è tanto blanda, che giù non basta buon cominciamento dal nascer de la quercia al far la ghianda.
Pier cominciò sanz' oro e sanz' argento, e io con orazione e con digiuno,
e Francesco umilmente il suo convento; e se guardi 'l principio di ciascuno, poscia riguardi là dov' è trascorso, tu vederai del bianco fatto bruno.
Veramente Iordan vòlto retrorso
più fu, e 'l mar fuggir, quando Dio volse, mirabile a veder che qui 'l soccorso».
Così mi disse, e indi si raccolse al suo collegio, e 'l collegio si strinse; poi, come turbo, in sù tutto s'avvolse.
La dolce donna dietro a lor mi pinse con un sol cenno su per quella scala, sì sua virtù la mia natura vinse; né mai qua giù dove si monta e cala naturalmente, fu sì ratto moto
ch'agguagliar si potesse a la mia ala.
S'io torni mai, lettore, a quel divoto trïunfo per lo quale io piango spesso le mie peccata e 'l petto mi percuoto, 420
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tu non avresti in tanto tratto e messo nel foco il dito, in quant' io vidi 'l segno che segue il Tauro e fui dentro da esso.
O glorïose stelle, o lume pregno
di gran virtù, dal quale io riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno, con voi nasceva e s'ascondeva vosco quelli ch'è padre d'ogne mortal vita, quand' io senti' di prima l'aere tosco; e poi, quando mi fu grazia largita d'entrar ne l'alta rota che vi gira, la vostra regïon mi fu sortita.
A voi divotamente ora sospira
l'anima mia, per acquistar virtute al passo forte che a sé la tira.
«Tu se' sì presso a l'ultima salute», cominciò Bëatrice, «che tu dei
aver le luci tue chiare e acute;