quale a tenero padre si convene.
E «Ov' è ella?», sùbito diss' io.
Ond' elli: «A terminar lo tuo disiro 462
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mosse Beatrice me del loco mio;
e se riguardi sù nel terzo giro
dal sommo grado, tu la rivedrai
nel trono che suoi merti le sortiro».
Sanza risponder, li occhi sù levai, e vidi lei che si facea corona
reflettendo da sé li etterni rai.
Da quella regïon che più sù tona
occhio mortale alcun tanto non dista, qualunque in mare più giù s'abbandona, quanto lì da Beatrice la mia vista; ma nulla mi facea, ché süa effige non discendëa a me per mezzo mista.
«O donna in cui la mia speranza vige, e che soffristi per la mia salute in inferno lasciar le tue vestige, di tante cose quant' i' ho vedute, dal tuo podere e da la tua bontate riconosco la grazia e la virtute.
Tu m'hai di servo tratto a libertate per tutte quelle vie, per tutt' i modi che di ciò fare avei la potestate.
La tua magnificenza in me custodi, sì che l'anima mia, che fatt' hai sana, piacente a te dal corpo si disnodi».
Così orai; e quella, sì lontana
come parea, sorrise e riguardommi; poi si tornò a l'etterna fontana.
E 'l santo sene: «Acciò che tu assommi perfettamente», disse, «il tuo cammino, a che priego e amor santo mandommi, vola con li occhi per questo giardino; 463
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ché veder lui t'acconcerà lo sguardo più al montar per lo raggio divino.
E la regina del cielo, ond' ïo ardo tutto d'amor, ne farà ogne grazia, però ch'i' sono il suo fedel Bernardo».
Qual è colui che forse di Croazia viene a veder la Veronica nostra, che per l'antica fame non sen sazia, ma dice nel pensier, fin che si mostra:
'Segnor mio Iesù Cristo, Dio verace, or fu sì fatta la sembianza vostra?'; tal era io mirando la vivace
carità di colui che 'n questo mondo, contemplando, gustò di quella pace.
«Figliuol di grazia, quest' esser giocondo», cominciò elli, «non ti sarà noto, tenendo li occhi pur qua giù al fondo; ma guarda i cerchi infino al più remoto, tanto che veggi seder la regina
cui questo regno è suddito e devoto».
Io levai li occhi; e come da mattina la parte orïental de l'orizzonte
soverchia quella dove 'l sol declina, così, quasi di valle andando a monte con li occhi, vidi parte ne lo stremo vincer di lume tutta l'altra fronte.
E come quivi ove s'aspetta il temo che mal guidò Fetonte, più s'infiamma, e quinci e quindi il lume si fa scemo, così quella pacifica oriafiamma
nel mezzo s'avvivava, e d'ogne parte per igual modo allentava la fiamma; 464
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e a quel mezzo, con le penne sparte, vid' io più di mille angeli festanti, ciascun distinto di fulgore e d'arte.
Vidi a lor giochi quivi e a lor canti ridere una bellezza, che letizia
era ne li occhi a tutti li altri santi; e s'io avessi in dir tanta divizia quanta ad imaginar, non ardirei
lo minimo tentar di sua delizia.
Bernardo, come vide li occhi miei nel caldo suo caler fissi e attenti, li suoi con tanto affetto volse a lei, che ' miei di rimirar fé più ardenti.
CANTO XXXII
[Canto XXXII, ove tratta come santo Bernardo mostrò a Dante ordinatamente li luoghi de' beati del Vecchio e del Nuovo Testamento; e come a la voce de l'Arcangelo Gabriello laudavano nostra Madonna, cioè la Virgine Maria.]
Affetto al suo piacer, quel contemplante libero officio di dottore assunse, e cominciò queste parole sante:
«La piaga che Maria richiuse e unse, quella ch'è tanto bella da' suoi piedi è colei che l'aperse e che la punse.