"Unleash your creativity and unlock your potential with MsgBrains.Com - the innovative platform for nurturing your intellect." » » La Divina Commedia – Dante Alighieri

Add to favorite La Divina Commedia – Dante Alighieri

Select the language in which you want the text you are reading to be translated, then select the words you don't know with the cursor to get the translation above the selected word!




Go to page:
Text Size:

Ond' ïo a lui: «Domandal tu ancora di quel che credi ch'a me satisfaccia; ch'i' non potrei, tanta pietà m'accora».

Perciò ricominciò: «Se l'om ti faccia liberamente ciò che 'l tuo dir priega, spirito incarcerato, ancor ti piaccia di dirne come l'anima si lega

in questi nocchi; e dinne, se tu puoi, 57

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

s'alcuna mai di tai membra si spiega».

Allor soffiò il tronco forte, e poi si convertì quel vento in cotal voce:

«Brievemente sarà risposto a voi.

Quando si parte l'anima feroce

dal corpo ond' ella stessa s'è disvelta, Minòs la manda a la settima foce.

Cade in la selva, e non l'è parte scelta; ma là dove fortuna la balestra,

quivi germoglia come gran di spelta.

Surge in vermena e in pianta silvestra: l'Arpie, pascendo poi de le sue foglie, fanno dolore, e al dolor fenestra.

Come l'altre verrem per nostre spoglie, ma non però ch'alcuna sen rivesta, ché non è giusto aver ciò ch'om si toglie.

Qui le strascineremo, e per la mesta selva saranno i nostri corpi appesi, ciascuno al prun de l'ombra sua molesta».

Noi eravamo ancora al tronco attesi, credendo ch'altro ne volesse dire, quando noi fummo d'un romor sorpresi, similemente a colui che venire

sente 'l porco e la caccia a la sua posta, ch'ode le bestie, e le frasche stormire.

Ed ecco due da la sinistra costa, nudi e graffiati, fuggendo sì forte, che de la selva rompieno ogne rosta.

Quel dinanzi: «Or accorri, accorri, morte!».

E l'altro, cui pareva tardar troppo, gridava: «Lano, sì non furo accorte le gambe tue a le giostre dal Toppo!».

58

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

E poi che forse li fallia la lena, di sé e d'un cespuglio fece un groppo.

Di rietro a loro era la selva piena di nere cagne, bramose e correnti come veltri ch'uscisser di catena.

In quel che s'appiattò miser li denti, e quel dilaceraro a brano a brano; poi sen portar quelle membra dolenti.

Presemi allor la mia scorta per mano, e menommi al cespuglio che piangea per le rotture sanguinenti in vano.

«O Iacopo», dicea, «da Santo Andrea, che t'è giovato di me fare schermo?

che colpa ho io de la tua vita rea?».

Quando 'l maestro fu sovr' esso fermo, disse: «Chi fosti, che per tante punte soffi con sangue doloroso sermo?».

Ed elli a noi: «O anime che giunte siete a veder lo strazio disonesto c'ha le mie fronde sì da me disgiunte, raccoglietele al piè del tristo cesto.

I' fui de la città che nel Batista mutò 'l primo padrone; ond' ei per questo sempre con l'arte sua la farà trista; e se non fosse che 'n sul passo d'Arno rimane ancor di lui alcuna vista, que' cittadin che poi la rifondarno sovra 'l cener che d'Attila rimase, avrebber fatto lavorare indarno.

Io fei gibetto a me de le mie case».

59

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

CANTO XIV

[Canto XIV, ove tratta de la qualità del terzo girone, contento nel settimo circulo; e quivi si puniscono coloro che fanno forza ne la deitade, negando e bestemmiando quella; e nomina qui spezialmente il re Capaneo scelleratissimo in questo preditto peccato.]

Poi che la carità del natio loco

mi strinse, raunai le fronde sparte e rende'le a colui, ch'era già fioco.

Indi venimmo al fine ove si parte lo secondo giron dal terzo, e dove si vede di giustizia orribil arte.

A ben manifestar le cose nove,

dico che arrivammo ad una landa

che dal suo letto ogne pianta rimove.

La dolorosa selva l'è ghirlanda

intorno, come 'l fosso tristo ad essa; quivi fermammo i passi a randa a randa.

Lo spazzo era una rena arida e spessa, non d'altra foggia fatta che colei che fu da' piè di Caton già soppressa.

O vendetta di Dio, quanto tu dei

esser temuta da ciascun che legge ciò che fu manifesto a li occhi mei!

D'anime nude vidi molte gregge

che piangean tutte assai miseramente, e parea posta lor diversa legge.

Supin giacea in terra alcuna gente, alcuna si sedea tutta raccolta,

e altra andava continüamente.

Are sens