oh madre sua veramente Giovanna,
se, interpretata, val come si dice!
Non per lo mondo, per cui mo s'affanna di retro ad Ostïense e a Taddeo,
ma per amor de la verace manna
in picciol tempo gran dottor si feo; tal che si mise a circüir la vigna che tosto imbianca, se 'l vignaio è reo.
E a la sedia che fu già benigna
più a' poveri giusti, non per lei, ma per colui che siede, che traligna, non dispensare o due o tre per sei, non la fortuna di prima vacante,
non decimas, quae sunt pauperum Dei, addimandò, ma contro al mondo errante licenza di combatter per lo seme
del qual ti fascian ventiquattro piante.
Poi, con dottrina e con volere insieme, con l'officio appostolico si mosse quasi torrente ch'alta vena preme; e ne li sterpi eretici percosse
l'impeto suo, più vivamente quivi 372
Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________
dove le resistenze eran più grosse.
Di lui si fecer poi diversi rivi
onde l'orto catolico si riga,
sì che i suoi arbuscelli stan più vivi.
Se tal fu l'una rota de la biga
in che la Santa Chiesa si difese
e vinse in campo la sua civil briga, ben ti dovrebbe assai esser palese l'eccellenza de l'altra, di cui Tomma dinanzi al mio venir fu sì cortese.
Ma l'orbita che fé la parte somma di sua circunferenza, è derelitta, sì ch'è la muffa dov' era la gromma.
La sua famiglia, che si mosse dritta coi piedi a le sue orme, è tanto volta, che quel dinanzi a quel di retro gitta; e tosto si vedrà de la ricolta
de la mala coltura, quando il loglio si lagnerà che l'arca li sia tolta.
Ben dico, chi cercasse a foglio a foglio nostro volume, ancor troveria carta u' leggerebbe "I' mi son quel ch'i' soglio"; ma non fia da Casal né d'Acquasparta, là onde vegnon tali a la scrittura, ch'uno la fugge e altro la coarta.
Io son la vita di Bonaventura
da Bagnoregio, che ne' grandi offici sempre pospuosi la sinistra cura.
Illuminato e Augustin son quici,
che fuor de' primi scalzi poverelli che nel capestro a Dio si fero amici.
Ugo da San Vittore è qui con elli, 373
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e Pietro Mangiadore e Pietro Spano, lo qual giù luce in dodici libelli; Natàn profeta e 'l metropolitano
Crisostomo e Anselmo e quel Donato ch'a la prim' arte degnò porre mano.
Rabano è qui, e lucemi dallato
il calavrese abate Giovacchino
di spirito profetico dotato.
Ad inveggiar cotanto paladino
mi mosse l'infiammata cortesia
di fra Tommaso e 'l discreto latino; e mosse meco questa compagnia».
CANTO XIII
[Canto XIII, nel quale san Tommaso d'Aquino, de l'ordine d'i frati predicatori solve una questione toccata di sopra da Salamone.]
Imagini, chi bene intender cupe