sola soletta, inverso noi riguarda: quella ne 'nsegnerà la via più tosta».
Venimmo a lei: o anima lombarda,
come ti stavi altera e disdegnosa e nel mover de li occhi onesta e tarda!
Ella non ci dicëa alcuna cosa,
ma lasciavane gir, solo sguardando a guisa di leon quando si posa.
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Pur Virgilio si trasse a lei, pregando che ne mostrasse la miglior salita; e quella non rispuose al suo dimando, ma di nostro paese e de la vita
ci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava
«Mantüa…», e l'ombra, tutta in sé romita, surse ver' lui del loco ove pria stava, dicendo: «O Mantoano, io son Sordello de la tua terra!»; e l'un l'altro abbracciava.
Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!
Quell' anima gentil fu così presta, sol per lo dolce suon de la sua terra, di fare al cittadin suo quivi festa; e ora in te non stanno sanza guerra li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode di quei ch'un muro e una fossa serra.
Cerca, misera, intorno da le prode le tue marine, e poi ti guarda in seno, s'alcuna parte in te di pace gode.
Che val perché ti racconciasse il freno Iustinïano, se la sella è vòta?
Sanz' esso fora la vergogna meno.
Ahi gente che dovresti esser devota, e lasciar seder Cesare in la sella, se bene intendi ciò che Dio ti nota, guarda come esta fiera è fatta fella per non esser corretta da li sproni, poi che ponesti mano a la predella.
O Alberto tedesco ch'abbandoni
costei ch'è fatta indomita e selvaggia, 184
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e dovresti inforcar li suoi arcioni, giusto giudicio da le stelle caggia sovra 'l tuo sangue, e sia novo e aperto, tal che 'l tuo successor temenza n'aggia!
Ch'avete tu e 'l tuo padre sofferto, per cupidigia di costà distretti, che 'l giardin de lo 'mperio sia diserto.
Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura: color già tristi, e questi con sospetti!
Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura d'i tuoi gentili, e cura lor magagne; e vedrai Santafior com' è oscura!
Vieni a veder la tua Roma che piagne vedova e sola, e dì e notte chiama:
«Cesare mio, perché non m'accompagne?».
Vieni a veder la gente quanto s'ama!
e se nulla di noi pietà ti move,
a vergognar ti vien de la tua fama.
E se licito m'è, o sommo Giove
che fosti in terra per noi crucifisso, son li giusti occhi tuoi rivolti altrove?
O è preparazion che ne l'abisso
del tuo consiglio fai per alcun bene in tutto de l'accorger nostro scisso?
Ché le città d'Italia tutte piene son di tiranni, e un Marcel diventa ogne villan che parteggiando viene.
Fiorenza mia, ben puoi esser contenta di questa digression che non ti tocca, mercé del popol tuo che si argomenta.
Molti han giustizia in cuore, e tardi scocca 185
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per non venir sanza consiglio a l'arco; ma il popol tuo l'ha in sommo de la bocca.
Molti rifiutan lo comune incarco; ma il popol tuo solicito risponde sanza chiamare, e grida: «I' mi sobbarco!».
Or ti fa lieta, ché tu hai ben onde: tu ricca, tu con pace e tu con senno!
S'io dico 'l ver, l'effetto nol nasconde.