Era già l'ora che volge il disio
ai navicanti e 'ntenerisce il core lo dì c'han detto ai dolci amici addio; e che lo novo peregrin d'amore
punge, se ode squilla di lontano
che paia il giorno pianger che si more; quand' io incominciai a render vano l'udire e a mirare una de l'alme
surta, che l'ascoltar chiedea con mano.
Ella giunse e levò ambo le palme, ficcando li occhi verso l'orïente, come dicesse a Dio: 'D'altro non calme'.
'Te lucis ante' sì devotamente
le uscìo di bocca e con sì dolci note, 191
Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________
che fece me a me uscir di mente;
e l'altre poi dolcemente e devote seguitar lei per tutto l'inno intero, avendo li occhi a le superne rote.
Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero, ché 'l velo è ora ben tanto sottile, certo che 'l trapassar dentro è leggero.
Io vidi quello essercito gentile
tacito poscia riguardare in sùe,
quasi aspettando, palido e umìle; e vidi uscir de l'alto e scender giùe due angeli con due spade affocate, tronche e private de le punte sue.
Verdi come fogliette pur mo nate
erano in veste, che da verdi penne percosse traean dietro e ventilate.
L'un poco sovra noi a star si venne, e l'altro scese in l'opposita sponda, sì che la gente in mezzo si contenne.
Ben discernëa in lor la testa bionda; ma ne la faccia l'occhio si smarria, come virtù ch'a troppo si confonda.
«Ambo vegnon del grembo di Maria», disse Sordello, «a guardia de la valle, per lo serpente che verrà vie via».
Ond' io, che non sapeva per qual calle, mi volsi intorno, e stretto m'accostai, tutto gelato, a le fidate spalle.
E Sordello anco: «Or avvalliamo omai tra le grandi ombre, e parleremo ad esse; grazïoso fia lor vedervi assai».
Solo tre passi credo ch'i' scendesse, 192
Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________
e fui di sotto, e vidi un che mirava pur me, come conoscer mi volesse.
Temp' era già che l'aere s'annerava, ma non sì che tra li occhi suoi e ' miei non dichiarisse ciò che pria serrava.
Ver' me si fece, e io ver' lui mi fei: giudice Nin gentil, quanto mi piacque quando ti vidi non esser tra ' rei!
Nullo bel salutar tra noi si tacque; poi dimandò: «Quant' è che tu venisti a piè del monte per le lontane acque?».
«Oh!», diss' io lui, «per entro i luoghi tristi venni stamane, e sono in prima vita, ancor che l'altra, sì andando, acquisti».
E come fu la mia risposta udita,
Sordello ed elli in dietro si raccolse come gente di sùbito smarrita.
L'uno a Virgilio e l'altro a un si volse che sedea lì, gridando: «Sù, Currado!
vieni a veder che Dio per grazia volse».
Poi, vòlto a me: «Per quel singular grado che tu dei a colui che sì nasconde lo suo primo perché, che non lì è guado, quando sarai di là da le larghe onde, dì a Giovanna mia che per me chiami là dove a li 'nnocenti si risponde.
Non credo che la sua madre più m'ami, poscia che trasmutò le bianche bende, le quai convien che, misera!, ancor brami.
Per lei assai di lieve si comprende quanto in femmina foco d'amor dura, se l'occhio o 'l tatto spesso non l'accende.
193
Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________
Non le farà sì bella sepultura
la vipera che Melanesi accampa,