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Affrettai il passo per cacciarla sotto altri carri, sotto i piedi de’ viandanti, voluttuosamente. Una smania mala mi aveva preso, quasi adunghiandomi il

ventre; alla fine, non potei più vedermi davanti quella mia ombra; avrei voluto scuotermela dai piedi. Mi voltai; ma ecco; la avevo dietro, ora.

«E se mi metto a correre,» pensai, «mi seguirà!»

Mi stropicciai forte la fronte, per paura che stessi per ammattire, per farmene una fissazione. Ma sì! così era! il simbolo, lo spettro della mia vita era quell’ombra: ero io, là per terra, esposto alla mercé dei piedi altrui. Ecco quello che restava di Mattia Pascal, morto alla Stìa: la sua ombra per le vie di Roma.

Ma aveva un cuore, quell’ombra, e non poteva amare; aveva denari, quell’ombra, e ciascuno poteva rubarglieli; aveva una testa, ma per pensare e comprendere ch’era la testa di un’ombra, e non l’ombra d’una testa.

Proprio così!

Allora la sentii come cosa viva, e sentii dolore per essa, come il cavallo e le ruote del carro e i piedi de’ viandanti ne avessero veramente fatto strazio. E

non volli lasciarla più lì, esposta, per terra. Passò un tram, e vi montai.

Rientrando in casa…

XVI: Il ritratto di Minerva

Già prima che mi fosse aperta la porta, indovinai che qualcosa di grave doveva essere accaduto in casa: sentivo gridare Papiano e il Paleari. Mi venne incontro, tutta sconvolta, la Caporale:

— È dunque vero? Dodici mila lire?

M’arrestai, ansante, smarrito. Scipione Papiano, l’epilettico, attraversò in quel momento la saletta d’ingresso, scalzo, con le scarpe in mano, pallidissimo, senza giacca; mentre il fratello strillava di là:

— E ora denunzii! denunzii!

Subito una fiera stizza m’assalì contro Adriana che, non ostante il divieto, non ostante il giuramento, aveva parlato.

— Chi l’ha detto? — gridai alla Caporale. — Non è vero niente: ho ritrovato il denaro!

La Caporale mi guardò stupita:

— Il denaro? Ritrovato? Davvero? Ah, Dio sia lodato! — esclamò, levando le braccia; e corse, seguìta da me, ad annunziare esultante nel salotto da pranzo, dove Papiano e il Paleari gridavano e Adriana piangeva: —

Ritrovato! ritrovato! Ecco il signor Meis! Ha ritrovato il denaro!

— Come!

— Ritrovato?

— Possibile?

Restarono trasecolati tutti e tre; ma Adriana e il padre, col volto in fiamme; Papiano, all’incontro, terreo, scontraffatto.

Lo fissai per un istante. Dovevo essere più pallido di lui, e vibravo tutto.

Egli abbassò gli occhi, come atterrito, e si lasciò cader dalle mani la giacca del fratello. Gli andai innanzi, quasi a petto, e gli tesi la mano.

— Mi scusi tanto; lei, e tutti… mi scusino, — dissi.

— No! — gridò Adriana, indignata; ma subito si premé il fazzoletto su la bocca.

Papiano la guardò, e non ardì di porgermi la mano. Allora io ripetei:

— Mi scusi… — e protesi ancor più la mano, per sentire la sua, come tremava. Pareva la mano d’un morto, e anche gli occhi, torbidi e quasi spenti, parevano d’un morto.

— Sono proprio dolente, — soggiunsi, — dello scompiglio, del grave dispiacere che, senza volerlo, ho cagionato.

— Ma no… cioè, sì… veramente, — balbettò il Paleari, — ecco, era una cosa che… sì, non poteva essere, perbacco! Felicissimo, signor Meis, sono proprio felicissimo che lei abbia ritrovato codesto denaro, perché…

Papiano sbuffò, si passò ambo le mani su la fronte sudata e sul capo e, voltandoci le spalle, si pose a guardare verso il terrazzino.

— Ho fatto come quel tale… — ripresi, forzandomi a sorridere. — Cercavo l’asino e c’ero sopra. Avevo le dodici mila lire qua, nel portafogli, con me.

Ma Adriana, a questo punto, non poté più reggere:

— Ma se lei, — disse, — ha guardato, me presente, da per tutto, anche nel portafogli; se lì, nello stipetto…

— Sì, signorina, — la interruppi, con fredda e severa fermezza. — Ma ho cercato male, evidentemente, dal punto che le ho ritrovate… Chiedo anzi scusa a lei in special modo, che per la mia storditaggine, ha dovuto soffrire più degli altri. Ma spero che…

— No! no! no! — gridò Adriana, rompendo in singhiozzi e uscendo precipitosamente dalla stanza, seguita dalla Caporale.

— Non capisco… — fece il Paleari, stordito.

Papiano si voltò, irosamente:

— Io me ne vado lo stesso, oggi… Pare che, ormai, non ci sia più bisogno di… di…

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