Con queste parole egli se la prese nelle braccia; e con il viso velato stretto sul suo petto e rivolto verso gli occhi di lui, la portò, immota e inconscia, giù per le scale.
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LI.
L’INIZIO D’UN VIAGGIO PIÙ LUNGO
La mattina appresso, di buon’ora, mentre passeggiavo in giardino con mia zia (che usciva poco quei giorni, do-vendo assistere la mia cara Dora), mi si venne a dire che il pescatore Peggotty desiderava parlarmi. Gli andai incontro a metà strada verso il cancello; ed egli si scoperse la testa, com’era suo costume vedendo mia zia, per la quale sentiva un gran rispetto. A lei io avevo raccontato tutto ciò che era accaduto la sera innanzi. Senza dire una parola, ella gli andò incontro con un viso cordiale, gli strinse la mano, e gli batté gentilmente il braccio: atti tutti che erano in sé stessi tanto espressivi, che non v’era alcuna necessità di dir nulla. Il pescatore Peggotty la comprese assai bene, come se avesse udito un lungo discorso.
– Entrerò in casa, Trot – disse mia zia – a veder come sta Fiorellino, che a quest’ora vorrà alzarsi.
– Non perché ci sia qui io, signora, spero – disse il pescatore Peggotty. – Se questa mattina il mio cervello non è andato in prigione – con che il signor Peggotty voleva dire «non l’ho dato a pigione», – è certo che ve n’andate perché ci son io.
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– Voi avete qualche cosa da dire, mio buon amico e lo direte meglio senza di me.
– Con vostro permesso, signora – rispose il pescatore Peggotty – se le mie ciarle non v’annoiano, mi fareste una gentilezza a rimaner qui.
– Sì? – disse mia zia, in tono affettuoso e breve. – Allora, rimarrò.
Così si mise a braccetto del pescatore Peggotty, e si diresse con lui verso un padiglioncino frondoso, in fondo al giardino; si sedette su una panca e io mi misi accanto a lei. V’era posto anche per il pescatore Peggotty, ma questi preferì rimanere in piedi poggiando la mano sul tavolinetto rustico lì innanzi. Mentre se ne stava così, fissando un po’ il cappello prima di cominciare a parlare, non potei impedirmi dall’osservare quale possanza e forza di carattere esprimesse la sua mano muscolosa, che aveva un degno riscontro nella sua fronte onesta e nei suoi capelli color grigio-ferro.
– Ieri sera mi son portato via la mia cara figliuola – cominciò il pescatore Peggotty, levando gli occhi su noi –
nella casa dove l’avevo aspettata tanto tempo e che avevo preparata per lei. Passarono delle ore prima ch’ella mi riconoscesse, e quando mi riconobbe mi s’inginocchiò ai piedi, e gentilmente mi disse tutto, come se pre-gasse. Quando sentii la sua voce, che era stata sempre così lieta a casa... e la vidi umiliata, come se fosse nella 1289
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polvere dove il nostro Signore scrisse con la sua mano benedetta... ebbi una trafittura al cuore, nonostante mi traboccasse di gratitudine.
Si passò la manica sugli occhi, senza cercar di nasconder perché; e poi si schiarì la voce.
– Ma fu un momento passeggero; perché io l’avevo trovata. Veramente non so neanche perché lo rammenti ora.
Un minuto fa non pensavo affatto di dire una parola di me; ma m’è venuta così spontanea, che mi son lasciato trascinare senza avvedermene.
– Voi avete un cuor nobile – disse mia zia – e un giorno ne avrete la ricompensa.
Il pescatore Peggotty, sul cui viso giocherellavano le ombre delle foglie, fece sorpreso un inchino a mia zia, come per ringraziarla della buona opinione ch’ella aveva di lui; poi riprese il filo interrotto.
– Quando Emilia fuggì – disse con un movimento di collera subito represso – dalla casa dove era tenuta prigioniera da quel serpente a sonagli che il signorino Davy ha veduto... e quel ch’egli m’ha detto è vero; che Dio punisca quello scellerato!... era notte, una notte nera, con molte stelle in cielo. Ella era come una pazza.
Corse lungo la spiaggia, credendo di trovarvi il nostro vecchio battello; e gridandoci di nascondere il viso, perché doveva passare lei. Nel suo delirio, credeva di sentir piangere un’altra, e si feriva i piedi sui sassi aguzzi e 1290
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sulle rocce, e non se ne accorgeva, come fosse stata di pietra anche lei. E continuò a correre così, come avesse il fuoco negli occhi, e uno strepito nelle orecchie. A un tratto... a lei così parve... spuntò il giorno, piovoso e burrascoso, ed ella si trovò coricata sotto un mucchio di pietre lungo la spiaggia, mentre una donna le parlava, domandandole, nella lingua del paese, che cosa le fosse accaduto.
Egli vedeva tutto ciò che raccontava. Mentre parlava, ogni particolare gli passava innanzi con tanta vivezza, che nell’intensità della narrazione mi presentava ciò che mi descriveva con una precisione ché non saprei ugua-gliare. Oggi, dopo tanto tempo, posso difficilmente credere che io non abbia assistito a tutti quegli avvenimenti, rimastimi impressi in mente con tanta chiarezza.
– Quando gli occhi di Emilia... che erano offuscati... videro bene la donna – continuò il pescatore Peggotty –
ella la riconobbe per una di quelle con le quali s’era in-trattenuta spesso sulla spiaggia. Ché, sebbene avesse corso tanto, come ho già detto, in tutta la notte, conosceva tutto il paese lungo la costa, per miglia e miglia: molte volte l’aveva percorso o a piedi, o in barca, o in vettura. Quella donna era sposa da poco; non aveva figli, e ne aspettava uno fra breve. E possano le mie preghiere essere esaudite in cielo, ch’egli sia per lei una felicità, una consolazione, un onore per tutta la vita. Ch’egli l’ami e la rispetti nella sua vecchiaia; che la conforti fino all’ul-1291
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timo momento; che per lei sia un angelo quaggiù e nel cielo.
– Amen! – disse mia zia.
– Quella donna s’era mostrata un po’ timida al principio
– disse il pescatore Peggotty – ed era rimasta occupata a filare o a fare non so che altro, in disparte, quando Emilia parlava coi bambini. Ma Emilia l’aveva osservata e le aveva rivolto la parola. Siccome quella giovane voleva molto bene ai bambini, esse erano subito diventate amiche. Di modo che quando Emilia andava da quella parte, quella le offriva sempre dei fiori. Ed era lei che domandava ora all’Emilia che cosa le fosse accaduto.
Emilia glielo disse... e lei, lei... la condusse in casa sua.
Sì, veramente, la condusse in casa sua – disse il pescatore Peggotty coprendosi il viso.
Dalla sera che la nipote lo aveva lasciato, nulla l’aveva più commosso di questo atto di gentilezza. Mia zia e io non tentammo di disturbarlo.
– Come potete immaginare, era una casetta – egli subito riprese – ma ella vi trovò un posticino per l’Emilia... il marito era in mare... e non disse nulla a nessuno e otten-ne dai vicini, che non erano molti, che neppur essi parlassero. Emilia cadde malata… e ciò che mi meraviglia molto... forse la gente istruita non se ne meravigliereb-be... le uscì dalla memoria tutta la lingua di quel paese, e non poteva parlare che la propria, la quale non era ca-1292
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