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– Disgraziatamente sono vedovo – dissi.

– Voi siete molto giovane per avere sperimentato una 1419

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così gran perdita – ella rispose. – Vi faccio le mie con-doglianze. Spero che il tempo vi porterà qualche sollievo.

– Spero che il tempo – io dissi, guardandola in viso – ci porterà a tutti qualche sollievo. Cara Steerforth, tutti dobbiamo avere questa speranza, nelle nostre più gravi disgrazie.

La gravità delle mie maniere e le lagrime che m’inondavano gli occhi la fecero sussultare. Parve che tutto il corso dei suoi pensieri si arrestasse a un tratto, e cambiasse di direzione.

Tentai di dominare la mia commozione col pronunziare dolcemente il nome del figlio, ma la voce mi tremò. Lo ripeté anche lei due o tre volte, piano. Poi, volgendosi a me, disse, col calma affettata:

– Mio figlio è ammalato?

– Molto ammalato.

– L’avete veduto?

– Sì.

– Vi siete riconciliati?

Non potevo dir di sì, non potevo dir di no. Ella volse leggermente la testa verso il punto dove che tutto il corso dei suoi pensieri si arrestasse col moto delle labbra a Rosa: «Morto!».

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Perché alla signora Steerforth non venisse in mente di guardar di dietro e di leggere nel viso della compagna ciò che non era ancora preparata a sapere, mi affrettai a sostenere il suo sguardo; ma avevo visto Rosa Dartle alzar violentemente le mani al cielo, con un gesto di disperazione e d’orrore, e poi nascondersi il viso.

La bella signora – così rassomigliante, oh, così rassomigliante al morto! – mi guardò con un’occhiata fissa, e poi si portò la mano alla fronte. Io la supplicai d’esser forte, e di prepararsi a sopportare ciò che avevo da dirle; ma avrei dovuto scongiurarla di piangere, perché era rimasta immobile come una statua.

– L’ultima volta che fui qui – balbettai – la signorina Dartle mi disse ch’egli errava di qua e di là per mare.

L’altra notte il mare è stato terribile. Se egli era in mare quella notte e in vista d’una costa pericolosa, come si dice che fosse; e se la nave che fu vista era veramente quella...

– Rosa! – disse la signora Steerforth – vieni qui!

Rosa si mosse, ma senza simpatia e di cattiva grazia. Gli occhi le lucevano come fuoco, di fronte alla signora, e fece udire un terribile riso.

– Finalmente – ella disse – il tuo orgoglio è soddisfatto, folle! Ora che t’ha chiesto perdono... con la vita... Con la vita, intendi?

La signora Steerforth, caduta indietro nella poltrona, e 1421

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non dando altro segno di vita che con un gemito, la guardava con gli occhi spalancati.

– Sì! – esclamò Rosa, battendosi violentemente il petto

– guardami! Piangi, e gemi, e guardami! Guarda qui! – e si toccava la cicatrice – l’opera di tuo figlio morto!

Il gemito che cacciava di tanto in tanto la madre mi toccava il cuore. Ed era sempre lo stesso, sempre inartico-lato e soffocato, sempre accompagnato da un debole movimento del capo, ma senza alcun mutamento nel viso; sempre proferito dalla bocca semichiusa e dai denti stretti, come se la mascella fosse inchiodata e il volto irrigidito dal dolore.

– Ricordi quando me la fece? – continuò Rosa. – Ricordi quando me la fece, seguendo l’istinto che tu gli avevi dato, e l’orgoglio che tu secondavi? Ricordi che mi sfigurò per sempre? Guardami, morrò con l’impronta della sua collera; e piangi e gemi sul modo come tu lo avevi allevato.

– Signorina Dartle – supplicai. – Per l’amor del cielo...

– Debbo parlarle! – ella disse, volgendosi a me e sfolgo-randomi dagli occhi. – State zitto, voi. Guardami, dico, madre orgogliosa di un orgoglioso e perfido figlio! Piangi sul modo come l’avevi allevato, piangi per averlo corrotto, piangi perché l’hai perduto e perché l’ho perduto io!

Ella stringeva il pugno, e tremava in tutto il corpo graci-1422

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le e smilzo, come se la sofferenza la consumasse a poco a poco.

– E tu ti offendevi del suo orgoglio – ella esclamò. – E

tu non potevi perdonargli la sua superbia. E tu opponevi all’orgoglio e alla superbia, quando i tuoi capelli erano diventati grigi, le qualità che li avevano creati il giorno che lo desti alla luce. Tu che dalla culla cominciasti a farlo ciò che era diventato, e impedisti il germoglio di ciò che sarebbe stato! E ora hai il compenso di tanti anni d’educazione!

– Oh, signorina Dartle, non vi vergognate d’esser così crudele?

– Vi ripeto – essa rispose – che debbo parlare. Nessuno al mondo me lo impedirà mentre son qui. Gli volevo più bene io di quanto gliene volevi tu! – soggiunse, volgendosi a lei con aria selvaggia. – Io avrei potuto volergli bene, senza domandargli d’esserne ricambiata. Se fossi stata sua moglie, sarei stata la schiava dei suoi capricci per una sola parola d’amore ogni anno. Sì, proprio. Chi può saperlo meglio di me? Tu eri esigente, orgogliosa, puntigliosa, egoistica. Il mio amore sarebbe stato devoto... si sarebbe messo sotto i piedi i vostri miserabili rancori.

Con gli occhi lampeggianti, batteva col piede il pavimento come se veramente facesse l’atto di calpestar quei rancori.

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