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Trascorse alcune ore, mi domandai se mi fosse difficile sciogliermi in lagrime allora, come pareva, e se avrei potuto piangere a casa – perché dovevo andare a casa per il funerale. Ricordo d’aver compreso ch’ero insigni-to d’una certa dignità di fronte agli altri ragazzi, e che ero importante nel mio dolore.

Se mai figlio fu invaso dalla più profonda ambascia, fui io quello. Ma ricordo che quella importanza mi dava, in quel pomeriggio, mentre passeggiavo nella palestra e i ragazzi erano a scuola, una specie di soddisfazione. Ve-224

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dendo che mi guardavano dalle finestre, mentre erano diretti in classe, mi sentii cospicuo, e assunsi un aspetto più afflitto, e camminai più lentamente. Quando, finita la scuola, uscirono e mi vennero incontro a parlarmi, mi giudicai piuttosto buono perché non assumevo delle arie con nessuno, e li trattavo tutti nell’identica maniera di prima.

Dovevo arrivare a casa la sera appresso; e dovevo partire non con la diligenza, ma con la pesante vettura notturna, che si chiamava «La Massaia», ed era specialmente usata dai contadini che si fermavano nei luoghi intermedi della tratta. Non ci furono storie da narrare quella sera, e Traddles insistette molto per prestarmi il suo guanciale. Non so che giovamento credesse potermi dare, giacché avevo il mio; ma era tutto ciò che poteva darmi il poveretto, senza contare un foglio di carta da lettere pieno di scheletri, che mi regalò al momento della partenza, come un farmaco per le mie tristezze e un contributo alla quiete del mio spirito.

Lasciai Salem House il giorno dopo, nel pomeriggio.

Pensavo poco allora che lo lasciavo per non ritornarci più. Viaggiammo molto lentamente tutta la notte, e non arrivai a Yarmouth prima delle nove o le dieci della mattina. Cercai Barkis, ma non c’era; e invece di lui, allo sportello della carrozza, si presentò un ometto grasso, asmatico, tutto allegro, vestito di nero, con piccoli nodi di nastri stinti alle ginocchia delle brache, calze nere, e 225

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un ampio cappello. Egli si fece innanzi sbuffando:

– Il signorino Copperfield?

– Sì, signore.

– Volete venir con me, signorino, di grazia? – egli disse, aprendo lo sportello – io avrò il piacere di condurvi a casa.

Misi la mano nella sua, domandandomi chi si fosse, e camminando per una strada angusta fino a una bottega, sulla quale era scritto:

OMER

TAPPEZZIERE, SARTO, MERCIAIO,

INTRAPRENDITORE DI POMPE FUNEBRI, ECC.

Era una botteguccia stretta e soffocante; piena d’ogni specie di vestiti, fatti e da fare, e con una finestra ornata di cappelli di castoro e di cappellini. Entrammo in una specie di piccolo retrobottega, e vi trovammo tre giovinette al lavoro su una gran quantità di stoffe nere, am-mucchiate sul banco, e pezze di cenci e ritagli disseminati su tutto il pavimento. V’era un buon fuoco nella stanza, e un irrespirabile odore di velo nero strinato.

Non conoscevo ancora quell’odore; ma adesso sì.

Le tre giovinette, che sembravano molto laboriose e lie-226

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te, levarono il capo per guardarmi, e poi continuarono a lavorare. Cic, cic, cic, con l’ago. Veniva nello stesso tempo da un laboratorio attraverso un cortiletto fuori la finestra un suono regolare di martello che faceva una specie di cadenza: rat... tat-tat, rat... tat-tat, rat... tat-tat, senza alcuna variazione.

– Bene – disse la mia guida a una delle tre giovinette. –

A che ne siamo, Minnie?

– Per l’ora della prova saremo pronte – ella rispose allegramente, senza levar lo sguardo.

– Non temere, papà.

Omer si cavò il cappello, e si sedette, e ansimò. Era così grasso, che fu costretto ad ansimare per un certo tempo prima di poter rispondere:

– Va bene.

– Papà – disse Minnie, scherzosamente. – Stai diventando una balena.

– Bene, io non so che sia, mia cara – egli rispose, riflettendo al suo caso. – Ma sembra anche a me.

– Tu ti tratti troppo bene, vedi – disse Minnie, – E

prendi le cose con tanta noncuranza!

– Non serve prenderle diversamente, mia cara – disse Omer.

– Veramente, no – riprese la figliuola. – Siamo tutti 227

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piuttosto allegri, qui, grazie al Cielo! Non è vero, papà?

– Lo spero, mia cara – disse Omer. – Giacché ho ripreso fiato, posso pigliar la misura a questo piccolo studente. Volete venir nella bottega, signorino Copperfield?

Are sens

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