"Unleash your creativity and unlock your potential with MsgBrains.Com - the innovative platform for nurturing your intellect." » » David Copperfield- Charles Dickens-eBook online free

Add to favorite David Copperfield- Charles Dickens-eBook online free

Select the language in which you want the text you are reading to be translated, then select the words you don't know with the cursor to get the translation above the selected word!




Go to page:
Text Size:

David Copperfield

Ah, come le volevo bene! Che felicità (pensavo) se ci fossimo sposati, e fossimo diretti non so dove per vivere fra gli alberi nei campi, non crescendo mai, non mai diventando più saggi, fanciulli in eterno, stretti per la mano e vaganti a traverso lo splendore del sole e i prati smaltati di fiori, immersi col capo nel musco la sera in un dolce sonno di pace e di purezza, e sepolti dagli uccelli quando fossimo morti. Simile quadro, fuor d’ogni terrestre realtà, fulgido della luce della nostra innocenza, e vago come le stelle remote, m’accompagnò per tutto il viaggio. M’è caro pensare che al matrimonio di Peggotty vi fossero due cuori innocenti come quello dell’Emilietta e il mio. M’è caro di pensare che gli Amori e le Grazie assumessero tali aeree forme in quel corteo nuziale.

Arrivammo di nuovo al vecchio battello la sera tardi; e ivi il signore e la signora Barkis ci dissero addio, prendendo lieti la via di casa loro. Sentii allora, per la prima volta, d’aver perduto Peggotty. Sarei andato a coricarmi col cuore dolorante sotto qualunque altro tetto che non avesse riparato la testa dell’Emilietta.

Il pescatore Peggotty e Cam sapevano, al par di me, che ci fosse nei miei pensieri, e si sforzarono con una squisita cenetta e coi loro visi ospitali, di cacciarnelo via. L’Emilietta venne a sedersi accanto a me sul baule, l’unica volta in tutto quel tempo; e fu veramente la fine meravigliosa d’una meravigliosa giornata.

266

Charles Dickens

David Copperfield

Era marea crescente; e subito dopo andammo a letto; e il pescatore Peggotty e Cam uscirono a pescare. Mi sentii veramente superbo d’essere lasciato solo nella casa solitaria, come protettore di Emilia e della signora Gummidge. Avrei voluto soltanto che un leone o un serpente, o quale che si fosse terribile mostro ci avesse assaliti, per poterlo distruggere e coprirmi di gloria. Ma siccome nulla di simile s’aggirò quella notte per la spiaggia di Yarmouth, vi supplii come meglio mi fu possibile, so-gnando draghi fino alla mattina.

Con la mattina venne Peggotty, che mi chiamò come il solito, di sotto la finestra; come se Barkis il vetturale fosse stato anche lui un sogno dal principio alla fine.

Dopo colazione, mi condusse a casa sua, che era veramente una bella casettina. Fra tutti i mobili che conteneva, mi fece una grande impressione uno di legno scuro nel salotto (la cucina col pavimento di mattoni serviva generalmente anche da salotto) con un coperchio ingegnoso, che, abbassandosi, diventava una specie di scrivania sulla quale era un gran volume in quarto del Libro dei Martiri di Foxe. Lo scopersi immediatamente e immediatamente m’immersi in quell’opera preziosa, di cui non ricordo una parola. E non entrai mai in quella casa dopo, senza inginocchiarmi su una sedia, aprire lo scrigno che custodiva quella gemma, allargare le braccia sullo scrittoio, e mettermi a divorare di nuovo il libro.

Temo che fossi principalmente edificato dalle figure, che erano numerose, e rappresentavano ogni specie di 267

Charles Dickens

David Copperfield

orrori; ma d’allora i Martiri e la casa di Peggotty furono, e sono ancora, inseparabili nel mio spirito.

Quel giorno mi congedai dal pescatore Peggotty, e da Cam, e dalla signora Gummidge, e dall’Emilietta; e passai la notte in casa di Peggotty in una cameretta sotto il tetto (col libro dei coccodrilli su uno scaffale a capo al letto), che doveva essere sempre mia, diceva Peggotty, e sarebbe stata tenuta per me sempre nello stesso modo.

– Giovane o vecchia, caro Davy, finché sarò viva e avrò questa casa in testa – disse Peggotty – la troverai sempre come se tu fossi aspettato qui da un minuto all’altro. La riassetterò tutti i giorni, come facevo con la tua antica cameretta, mio caro; e se tu vai in Cina, potrai pensare che sarà regolarmente riassettata sempre, in tutto il tempo della tua lontananza.

Commosso della fedeltà e della tenerezza della mia cara governante, la ringraziai come meglio potevo. Ma non potevo dir molto, perché mi parlava così, tenendomi le braccia al collo, la mattina; e dovevo ritornare a casa quella mattina stessa e vi ritornai con lei e Barkis sul carro. Mi lasciarono al cancello, non senza pena; e fu un triste spettacolo vedere il carro allontanarsi, portandosi via Peggotty, e lasciandomi sotto i vecchi olmi di fronte a casa, dove non c’era più un viso che guardasse il mio con amore o simpatia.

E allora caddi in uno stato d’abbandono, che non posso 268

Charles Dickens

David Copperfield

ricordare senza pietà. Mi vidi a un tratto solitario. – lontano da ogni sguardo amichevole, lontano dalla compagnia di altri ragazzi della mia età, lontano da ogni specie di compagnia, se non quella dei miei pensieri avviliti, che par proiettino la loro tristezza sulla carta su cui scrivo.

Che cosa non avrei dato per esser mandato alla scuola più rigorosa che fosse esistita, per farmi insegnare qualche cosa, comunque! Ma non vedevo speranza di sorta. Mi si odiava, e crudelmente, gravemente, persi-stentemente mi si trascurava. Credo che i mezzi del signor Murdstone fossero a quel tempo esigui; ma che monta? Egli non poteva sopportarmi; e col tenermi lontano da lui, tentava, credo, di allontanar da sé l’idea che avessi qualche diritto su di lui, e ci riusciva.

Non sembrava che fossi maltrattato. Non ero battuto, o lasciato a digiuno; ma il torto che mi si faceva non aveva periodi di tregua, ed era applicato in maniera sistematica e fredda. Di giorno in giorno, di settimana in settimana, di mese in mese, ero gelidamente trascurato.

Mi domandavo a volte, quando ci ripenso, che cosa sarebbe avvenuto di me, se fossi caduto ammalato; se mi avrebbero lasciato abbandonato nella mia camera lontana e fatto languire nella mia solitudine, o se mai qualcuno avrebbe cercato di aiutarmi.

Quando il signore e la signorina Murdstone erano in casa, desinavo con loro; in loro assenza, mangiavo e de-269

Charles Dickens

David Copperfield

sinavo solo. Nelle altre ore, gironzavo intorno a casa e per il vicinato, senza che alcuno si curasse di me; salvo che mi si vietava assolutamente di farmi degli amici; forse perché si temeva che trovassi da lagnarmi con qualcuno. Per questa ragione, benché il signor Chillip mi invitasse spesso ad andare a trovarlo (era vedovo: aveva perduto alcuni anni prima una minuscola mogliettina dai capelli biondi, che mi fa sempre ricordare una gattina d’un pallido color di tartaruga), potevo goder raramente la felicità di passare un pomeriggio nel suo gabinetto chirurgico, leggendo qualche libro che non conoscevo, con l’odore di tutta la farmacopea al naso, o pestando qualche cosa in un mortaio sotto la sua dolce guida.

Per la stessa ragione, che s’aggiungeva senza dubbio alla vecchia antipatia per lei, di rado mi si permetteva di visitare Peggotty. Fedele alla sua promessa, ella o veniva a vedermi o mi raggiungeva in qualche luogo vicino, una volta la settimana, e non mai a mani vuote; ma molte e amare erano le mie delusioni per non potere aver il permesso di andare a farle visita in casa sua. Alcune volte, però, a lunghi intervalli, mi fu concesso di andare; e allora scopersi che Barkis era avaro, o come Peggotty rispettosamente si esprimeva, un po’ «tirato», e che teneva un mucchio di denaro in una cassa sotto il letto, che egli diceva fosse unicamente piena di panni. In quel forziere, le sue ricchezze si nascondevano con così tenace modestia, che i più piccoli acconti ne venivano fuori 270

Charles Dickens

David Copperfield

solo dopo infiniti artifici; di modo che Peggotty doveva darsi alla lunga preparazione, d’un elaboratissimo progetto, a una vera «Congiura delle Polveri» per farsi dare le spese d’una settimana.

A quel tempo, ero così convinto che tutte le speranze date di me se n’andavano in fumo, e che ero evidentemente abbandonato, che, senza i miei vecchi libri, sarei stato perfettamente infelice. Essi erano l’unico mio conforto; e li amavo per le gioie che mi davano, e li lessi e li rilessi non so più quante volte.

M’avvicino ora a un periodo della mia vita, del quale non potrò mai perdere il ricordo, finché mi rammenterò di qualche cosa. Esso mi s’è levato spesso dinanzi come un fantasma, senza che lo evocassi, a gettare un’ombra triste su tempi più lieti.

Ero stato a gironzare un giorno non so più dove, uggioso e indifferente, come quel mio genere di vita comportava, quando, voltando l’angolo d’un sentiero vicino a casa nostra, m’incontrai col signor Murdstone che passeggiava con un signore. Confuso e impacciato, stavo per passare accanto ad essi, quando il signore esclamò:

– Che! Brooks!

– No, signore, Davide Copperfield – io dissi.

– Ma che dici! Sei Brooks! – disse il signore. –

Brooks di Sheffield, ecco come ti chiami.

271

Charles Dickens

David Copperfield

A queste parole, osservai con più attenzione il signore.

Mi ricordai anche della sua maniera di ridere, e riconobbi ch’era il signor Quinion, che ero andato a trovare fino a Lowestoft col signor Murdstone, al tempo... non importa... è inutile ricordar quando.

– E come te la passi, e dove vai a scuola, Brooks? – disse il signor Quinion.

Mi aveva messo la mano sulla spalla, e m’aveva fatto fare mezzo giro sui tacchi per guardarmi in faccia. Non sapevo che rispondere, e in dubbio diedi un’occhiata al signor Murdstone.

– Ora sta a casa – disse quest’ultimo – e non va affatto a scuola. Non so che farmi di lui: è un tristo soggetto.

Quel suo solito falso sguardo si posò un istante su di me; e poi gli occhi gli si abbuiarono, mentre si voltava, con evidente avversione, dall’altra parte.

– Ahi! – esclamò il signor Quinion, che ci osservava, come mi parve, entrambi. – Bella giornata!

Nessuno più parlava, e pensavo come fare per liberarmi la spalla dalla mano che la teneva, quando egli disse:

Are sens