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Ha aggrottato le sopracciglia. "Gli orsetti lavatori?

"Sì.

"No, che sono?

"Niente... Sono degli orsi che lavano i panni... Ma forse non esistono.

Papà si è rimesso in piedi e si è sgranchito la schiena. "Aahh! Senti, io torno in casa, devo parlare con Sergio. Perché non vai a giocare che tra un po'

mangiamo?" Ha aperto la porta e stava per entrare, ma si è fermato. "Mamma ha preparato le tagliatelle. Dopo, chiedile scusa.

In quel momento è arrivato Felice. Ha inchiodato la 127 in una nuvola di polvere ed è sceso come se dentro ci fosse uno sciame di vespe.

"Felice!" ha urlato papà. "Sali su un attimo.

Felice ha fatto segno di sì e quando mi è passato vicino mi ha dato un colpo sulla nuca e ha detto: "Come stai, fessacchiotto?

Ora da Filippo non c'era nessuno.

Il secchio con la merda era pieno. Il pentolino dell'acqua vuoto.

Filippo teneva la testa avvolta nella coperta.

Non si era neanche accorto che ero sceso nel buco.

La caviglia mi sembrava peggiorata, era più gonfia e viola. Le mosche ci si avventavano sopra.

Mi sono avvicinato. "Ehi?" Non dava segno di avermi sentito. "Ehi? Mi senti?" Mi sono avvicinato di più. "Mi senti?

Ha sospirato. "Sì.

Allora papà non gli aveva tagliato le orecchie.

"Ti chiami Filippo, vero?

"Si.

Me l'ero preparata durante la strada. "Sono venuto a dirti una cosa molto importante. Allora...

Tua madre dice che ti vuole bene. E dice che le manchi. Lo ha detto ieri alla televisione. Al telegiornale. Ha detto che non ti devi preoccupare...

E che non vuole solo le tue orecchie, ma ti vuole tutto.

Niente.

"Mi hai sentito?

Niente.

Ho ripetuto. "Allora... Tua madre dice che ti vuole bene. E dice che le manchi. Lo ha detto ieri alla televisione. Ha detto che non ti devi preoccupare. .. E

che non vuole solo le tue orecchie.

"La mia mamma è morta.

"Come è morta?

Da sotto la coperta ha risposto. "La mia mamma è morta.

"Ma che dici? E' viva. L'ho vista io, alla televisione...

"No, è morta.

Mi sono messo una mano sul cuore. "Te lo giuro sulla testa di mia sorella Maria che è viva. L'ho vista ieri notte, era in televisione. Stava bene. E' bionda. E' magra. E' un po' vecchia... E bella, però.

Era seduta su una poltrona alta, marrone. Grande. Come quella dei re. E

dietro c'era un quadro con una nave. E' vero o no?

"Sì. Il quadro con la nave... "Parlava piano, le parole erano soffocate dalla stoffa.

"E hai un trenino elettrico. Con la locomotiva con il fumaiolo. L'ho visto.

"Non ce l'ho più. Si è rotto. La tata l'ha buttato via.

"La tata? Chi è la tata?

"Liliana. E' morta anche lei. Anche Peppino è morto. E papà è morto. E

nonna Arianna è morta. E mio fratello è morto. Sono tutti morti. Sono tutti morti e vivono in buchi come questo. E in uno ci sono io. Tutti quanti. Il mondo è un posto pieno di buchi dove dentro ci sono i morti. E anche la luna è una palla tutta piena di buchi e dentro ci sono altri morti.

"Non è vero". Gli ho poggiato una mano sulla schiena. "Non si vede niente.

La luna è normale. E tua madre non è morta. L'ho vista io. Mi devi stare a sentire.

E' rimasto un po' zitto, poi mi ha chiesto: "Allora perché non viene qui?

Ho scosso la testa. "Non lo so.

"Perché non viene a prendermi?

"Non lo so.

"E perché io sto qui?

"Non lo so". Poi ho detto, così piano che non poteva sentirmi: "Mio papà ti ci ha messo qua.

Mi ha dato un calcio. "Tu non sai niente. Lasciami in pace. Tu non sei l'angelo custode. Tu sei cattivo. Vattene". E si è messo a piangere.

Are sens