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Però chi d'esso loco fa parole,

non dica Ascesi, ché direbbe corto, ma Orïente, se proprio dir vuole.

Non era ancor molto lontan da l'orto, 366

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

ch'el cominciò a far sentir la terra de la sua gran virtute alcun conforto; ché per tal donna, giovinetto, in guerra del padre corse, a cui, come a la morte, la porta del piacer nessun diserra; e dinanzi a la sua spirital corte et coram patre le si fece unito;

poscia di dì in dì l'amò più forte.

Questa, privata del primo marito, millecent' anni e più dispetta e scura fino a costui si stette sanza invito; né valse udir che la trovò sicura con Amiclate, al suon de la sua voce, colui ch'a tutto 'l mondo fé paura; né valse esser costante né feroce, sì che, dove Maria rimase giuso,

ella con Cristo pianse in su la croce.

Ma perch' io non proceda troppo chiuso, Francesco e Povertà per questi amanti prendi oramai nel mio parlar diffuso.

La lor concordia e i lor lieti sembianti, amore e maraviglia e dolce sguardo facieno esser cagion di pensier santi; tanto che 'l venerabile Bernardo

si scalzò prima, e dietro a tanta pace corse e, correndo, li parve esser tardo.

Oh ignota ricchezza! oh ben ferace!

Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro dietro a lo sposo, sì la sposa piace.

Indi sen va quel padre e quel maestro con la sua donna e con quella famiglia che già legava l'umile capestro.

367

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

Né li gravò viltà di cuor le ciglia per esser fi' di Pietro Bernardone, né per parer dispetto a maraviglia; ma regalmente sua dura intenzione ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe primo sigillo a sua religïone.

Poi che la gente poverella crebbe dietro a costui, la cui mirabil vita meglio in gloria del ciel si canterebbe, di seconda corona redimita

fu per Onorio da l'Etterno Spiro

la santa voglia d'esto archimandrita.

E poi che, per la sete del martiro, ne la presenza del Soldan superba predicò Cristo e li altri che 'l seguiro, e per trovare a conversione acerba troppo la gente e per non stare indarno, redissi al frutto de l'italica erba, nel crudo sasso intra Tevero e Arno da Cristo prese l'ultimo sigillo, che le sue membra due anni portarno.

Quando a colui ch'a tanto ben sortillo piacque di trarlo suso a la mercede ch'el meritò nel suo farsi pusillo, a' frati suoi, sì com' a giuste rede, raccomandò la donna sua più cara, e comandò che l'amassero a fede;

e del suo grembo l'anima preclara mover si volle, tornando al suo regno, e al suo corpo non volle altra bara.

Pensa oramai qual fu colui che degno collega fu a mantener la barca

di Pietro in alto mar per dritto segno; 368

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

e questo fu il nostro patrïarca;

per che qual segue lui, com' el comanda, discerner puoi che buone merce carca.

Ma 'l suo pecuglio di nova vivanda è fatto ghiotto, sì ch'esser non puote che per diversi salti non si spanda; e quanto le sue pecore remote

e vagabunde più da esso vanno,

più tornano a l'ovil di latte vòte.

Ben son di quelle che temono 'l danno e stringonsi al pastor; ma son sì poche, che le cappe fornisce poco panno.

Or, se le mie parole non son fioche, se la tua audïenza è stata attenta, se ciò ch'è detto a la mente revoche, in parte fia la tua voglia contenta, perché vedrai la pianta onde si scheggia, e vedra' il corrègger che argomenta

"U' ben s'impingua, se non si vaneggia"».

CANTO XII

[Canto XII, nel quale frate Bonaventura da Bagnoregio in gloria di santo Dominico parla e brevemente la sua vita narra.]

Sì tosto come l'ultima parola

la benedetta fiamma per dir tolse, a rotar cominciò la santa mola;

e nel suo giro tutta non si volse 369

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

prima ch'un'altra di cerchio la chiuse, e moto a moto e canto a canto colse; canto che tanto vince nostre muse, nostre serene in quelle dolci tube, quanto primo splendor quel ch'e' refuse.

Come si volgon per tenera nube

due archi paralelli e concolori,

quando Iunone a sua ancella iube, nascendo di quel d'entro quel di fori, a guisa del parlar di quella vaga ch'amor consunse come sol vapori, e fanno qui la gente esser presaga, per lo patto che Dio con Noè puose, del mondo che già mai più non s'allaga: così di quelle sempiterne rose

volgiensi circa noi le due ghirlande, e sì l'estrema a l'intima rispuose.

Poi che 'l tripudio e l'altra festa grande, sì del cantare e sì del fiammeggiarsi luce con luce gaudïose e blande,

insieme a punto e a voler quetarsi, pur come li occhi ch'al piacer che i move conviene insieme chiudere e levarsi; del cor de l'una de le luci nove

si mosse voce, che l'ago a la stella parer mi fece in volgermi al suo dove; e cominciò: «L'amor che mi fa bella mi tragge a ragionar de l'altro duca per cui del mio sì ben ci si favella.

Degno è che, dov' è l'un, l'altro s'induca: sì che, com' elli ad una militaro, così la gloria loro insieme luca.

370

Are sens