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vide terra, nel mezzo del pantano, sanza coltura e d'abitanti nuda.

Lì, per fuggire ogne consorzio umano, ristette con suoi servi a far sue arti, e visse, e vi lasciò suo corpo vano.

Li uomini poi che 'ntorno erano sparti s'accolsero a quel loco, ch'era forte per lo pantan ch'avea da tutte parti.

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Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

Fer la città sovra quell' ossa morte; e per colei che 'l loco prima elesse, Mantüa l'appellar sanz' altra sorte.

Già fuor le genti sue dentro più spesse, prima che la mattia da Casalodi

da Pinamonte inganno ricevesse.

Però t'assenno che, se tu mai odi originar la mia terra altrimenti, la verità nulla menzogna frodi».

E io: «Maestro, i tuoi ragionamenti mi son sì certi e prendon sì mia fede, che li altri mi sarien carboni spenti.

Ma dimmi, de la gente che procede, se tu ne vedi alcun degno di nota; ché solo a ciò la mia mente rifiede».

Allor mi disse: «Quel che da la gota porge la barba in su le spalle brune, fu — quando Grecia fu di maschi vòta, sì ch'a pena rimaser per le cune —

augure, e diede 'l punto con Calcanta in Aulide a tagliar la prima fune.

Euripilo ebbe nome, e così 'l canta l'alta mia tragedìa in alcun loco: ben lo sai tu che la sai tutta quanta.

Quell' altro che ne' fianchi è così poco, Michele Scotto fu, che veramente

de le magiche frode seppe 'l gioco.

Vedi Guido Bonatti; vedi Asdente, ch'avere inteso al cuoio e a lo spago ora vorrebbe, ma tardi si pente.

Vedi le triste che lasciaron l'ago, la spuola e 'l fuso, e fecersi 'ndivine; 90

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

fecer malie con erbe e con imago.

Ma vienne omai, ché già tiene 'l confine d'amendue li emisperi e tocca l'onda sotto Sobilia Caino e le spine;

e già iernotte fu la luna tonda:

ben ten de' ricordar, ché non ti nocque alcuna volta per la selva fonda».

Sì mi parlava, e andavamo introcque.

CANTO XXI

[Canto XXI, il quale tratta de le pene ne le quali sono puniti coloro che commisero baratteria, nel quale vizio abbomina li lucchesi; e qui tratta di dieci demoni, ministri a l'offizio di questo luogo; e cogliesi qui il tempo che fue compilata per Dante questa opera.]

Così di ponte in ponte, altro parlando che la mia comedìa cantar non cura, venimmo; e tenavamo 'l colmo, quando restammo per veder l'altra fessura di Malebolge e li altri pianti vani; e vidila mirabilmente oscura.

Quale ne l'arzanà de' Viniziani

bolle l'inverno la tenace pece

a rimpalmare i legni lor non sani, ché navicar non ponno — in quella vece chi fa suo legno novo e chi ristoppa le coste a quel che più vïaggi fece; chi ribatte da proda e chi da poppa; 91

Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

altri fa remi e altri volge sarte; chi terzeruolo e artimon rintoppa — : tal, non per foco ma per divin' arte, bollia là giuso una pegola spessa, che 'nviscava la ripa d'ogne parte.

I' vedea lei, ma non vedëa in essa mai che le bolle che 'l bollor levava, e gonfiar tutta, e riseder compressa.

Mentr' io là giù fisamente mirava, lo duca mio, dicendo «Guarda, guarda!», mi trasse a sé del loco dov' io stava.

Allor mi volsi come l'uom cui tarda di veder quel che li convien fuggire e cui paura sùbita sgagliarda,

che, per veder, non indugia 'l partire: e vidi dietro a noi un diavol nero correndo su per lo scoglio venire.

Ahi quant' elli era ne l'aspetto fero!

e quanto mi parea ne l'atto acerbo, con l'ali aperte e sovra i piè leggero!

L'omero suo, ch'era aguto e superbo, carcava un peccator con ambo l'anche, e quei tenea de' piè ghermito 'l nerbo.

Del nostro ponte disse: «O Malebranche, ecco un de li anzïan di Santa Zita!

Mettetel sotto, ch'i' torno per anche a quella terra, che n'è ben fornita: ogn' uom v'è barattier, fuor che Bonturo; del no, per li denar, vi si fa ita».

Là giù 'l buttò, e per lo scoglio duro si volse; e mai non fu mastino sciolto con tanta fretta a seguitar lo furo.

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Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

Quel s'attuffò, e tornò sù convolto; ma i demon che del ponte avean coperchio, gridar: «Qui non ha loco il Santo Volto!

qui si nuota altrimenti che nel Serchio!

Però, se tu non vuo' di nostri graffi, non far sopra la pegola soverchio».

Poi l'addentar con più di cento raffi, disser: «Coverto convien che qui balli, sì che, se puoi, nascosamente accaffi».

Non altrimenti i cuoci a' lor vassalli fanno attuffare in mezzo la caldaia la carne con li uncin, perché non galli.

Lo buon maestro «Acciò che non si paia che tu ci sia», mi disse, «giù t'acquatta dopo uno scheggio, ch'alcun schermo t'aia; e per nulla offension che mi sia fatta, non temer tu, ch'i' ho le cose conte, perch' altra volta fui a tal baratta».

Are sens