"Unleash your creativity and unlock your potential with MsgBrains.Com - the innovative platform for nurturing your intellect." » » 🤍🤍🤍✨,,L'amica geniale'' di Elena Ferrante🤍🤍🤍✨

Add to favorite 🤍🤍🤍✨,,L'amica geniale'' di Elena Ferrante🤍🤍🤍✨

Select the language in which you want the text you are reading to be translated, then select the words you don't know with the cursor to get the translation above the selected word!




Go to page:
Text Size:

Ma Marcello le sorrise con umiltà e ammise: «Sì, forse ho esagerato un po’, ma solo per dire che i soldi devono girare. Si comincia con uno scantinato e di generazione in generazione si può arrivare molto lontano».

A questo punto, con visibile disagio soprattutto di Rino, si mise a lodare l’idea di fare scarpe nuove. E da quel momento cominciò a guardare Lila come se lodando l’energia delle generazioni stesse lodando soprattutto lei.

Diceva: se uno se la sente, se è bravo, se sa inventare cose buone, che piacciono, perché non bisogna provare? Parlò in un bel dialetto accattivante e parlando non smise mai di fissare la mia amica. Sentivo, vedevo che ne era innamorato come nelle canzoni, che avrebbe voluto baciarla, che avrebbe voluto respirare il suo respiro, che lei avrebbe potuto fare di lui tutto quello che voleva, che incarnava ai suoi occhi tutte le possibili qualità femminili.

«So» concluse Marcello, «che i vostri figli hanno fatto un paio di scarpe assai bello, numero 43, proprio il mio numero».

Cadde un lungo silenzio. Rino fissava il piatto e non osava alzare lo sguardo sul padre. Si sentiva solo il tramestio del cardellino accanto alla finestra. Fernando disse lento:

«Sì, è proprio un numero 43».

«Mi piacerebbe assai vederlo, se non vi dispiace».

Fernando borbottò:

«Non lo so dove stanno. Nunzia, tu lo sai?».

«Ce le ha lei» disse Rino accennando alla sorella.

Lila guardò diritto in faccia Solara, poi disse: «Ce le avevo io, sì, le avevo messe nello stanzino. Ma poi mamma mi ha detto l’altro ieri di fare pulizia e le ho buttate. Tanto non piacevano a nessuno».

Rino si arrabbiò, disse:

«Sei una bugiarda, vai a prendere subito le scarpe».

Anche Fernando disse innervosito:

«Vai a prendere le scarpe, su».

Lila sbottò rivolta al padre:

«Com’è che adesso le vuoi? Le ho buttate perché hai detto che non ti piacevano».

Fernando batté la mano aperta sul tavolo, tremò il vino nei bicchieri.

«Alzati e va’ a prendere le scarpe, subito».

Lila scostò la sedia, si alzò.

«Le ho buttate» ripeté fievole e uscì dalla stanza.

******ebook converter DEMO Watermarks*******

Non rientrò più.

Il tempo passò nel silenzio. Il primo ad allarmarsi fu proprio Marcello.

Disse, realmente in ansia:

«Forse ho sbagliato, non avevo capito che ci sono problemi».

«Non ci sono problemi» disse Fernando e sibilò alla moglie: «Va’ a vedere che combina tua figlia».

Nunzia uscì dalla stanza. Quando rientrò era imbarazzatissima, Lila non si trovava. La cercammo per tutta la casa, non c’era. Chiamammo dalla finestra: niente. Marcello, desolato, si accomiatò. Appena se ne fu andato Fernando strillò, rivolto alla moglie:

«Quant’è vero Iddio questa volta a tua figlia l’ammazzo».

Rino si unì al padre nelle minacce, Nunzia cominciò a piangere. Io me ne andai quasi in punta di piedi, spaventata. Ma appena chiusi la porta e fui sul pianerottolo Lila mi chiamò. Era all’ultimo piano, salii in punta di piedi. Se ne stava raggomitolata accanto alla porta del lastrico, nella penombra. Aveva in grembo le scarpe, per la prima volta le vidi tutte rifinite. Brillavano alla luce fioca di una lampadina appesa a un cavo elettrico.

«Che ti costava fargliele vedere?» chiesi disorientata.

Scosse energicamente la testa:

«Non gliele voglio nemmeno far toccare».

Ma era come sopraffatta dalla sua stessa reazione estrema. Le tremava il labbro inferiore, cosa che non le succedeva mai.

La convinsi piano piano a rientrare, non poteva restare rintanata là sopra in eterno. L’accompagnai a casa contando sul fatto che la mia presenza l’avrebbe protetta. Ma ci furono ugualmente urla, insulti, qualche schiaffo.

Fernando le gridò che per un capriccio gli aveva fatto fare brutta figura con un ospite di riguardo. Rino le strappò le scarpe di mano, disse che erano sue, la fatica ce l’aveva messa lui. Lei si mise a piangere mormorando: «Ho lavorato pure io, ma meglio sarebbe stato se non l’avessi mai fatto, sei diventato una bestia pazza». Fu Nunzia a mettere fine a quello strazio.

Diventò terrea e con una voce che non era la sua solita ordinò ai figli, perfino al marito – lei che era sempre remissiva – di finirla subito, di dare le scarpe a lei, di non ribattere nemmeno una parola se non volevano che si buttasse dalla finestra. Rino le dette le scarpe subito e per quella volta le cose finirono lì. Io sgattaiolai via.

******ebook converter DEMO Watermarks*******

******ebook converter DEMO Watermarks*******

28.

Ma Rino non si arrese, nei giorni seguenti continuò ad aggredire la sorella a parole e con le mani. Ogni volta che io e Lila ci incontravamo le vedevo un livido nuovo. Dopo un po’ la sentii rassegnata. Una mattina lui le impose di uscire insieme, di accompagnarlo fino alla calzoleria. Per strada cercarono entrambi, con mosse caute, un modo per smettere la guerra. Rino le disse che le voleva molto bene ma che lei non voleva il bene di nessuno, né dei genitori né dei fratelli. Lila mormorò: «Qual è il bene tuo, qual è il bene della nostra famiglia? Sentiamo». Passaggio dietro passaggio, lui le rivelò cosa aveva in mente.

«Se a Marcello le scarpe piacciono, papà cambia idea».

«Non credo».

«Sicuro. E se Marcello addirittura se le compra, papà capisce che i modelli tuoi sono buoni, che possono fruttare, e ci fa cominciare a lavorare».

«Noi tre?».

«Io, lui e casomai pure tu. Papà è capace di fare un paio di scarpe tutte rifinite in quattro giorni, al massimo cinque. E io, se m’impegno, ti faccio vedere che posso fare altrettanto. Le fabbrichiamo, le vendiamo e ci autofinanziamo; le fabbrichiamo, le vendiamo e ci autofinanziamo».

«A chi le vendiamo, sempre a Marcello Solara?».

«I Solara trafficano, conoscono gente che conta. Ci faranno la réclame».

«Ce la faranno gratis?».

«Se vogliono una piccola percentuale gliela diamo».

Are sens