"Unleash your creativity and unlock your potential with MsgBrains.Com - the innovative platform for nurturing your intellect." » Italian Books » 🤍🤍🤍✨,,L'amica geniale'' di Elena Ferrante🤍🤍🤍✨

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Le cose ebbero un loro piccolo, inatteso cambiamento quando Lila e io fummo mandate dalle nostre madri a fare la spesa per il cenone nella salumeria di Stefano Carracci. Il negozio era pieno di gente. Dietro il banco, oltre a Stefano e a Pinuccia, serviva anche Alfonso, che ci fece un sorriso imbarazzato. Ci disponemmo a una lunga attesa. Ma Stefano rivolse a me, inequivocabilmente a me, un cenno di saluto, e disse qualcosa all’orecchio del fratello. Il mio compagno di scuola venne fuori dal bancone e mi chiese se avevamo la lista delle cose da comprare. Gliela demmo e lui filò via. In cinque minuti la nostra spesa era pronta.

Mettemmo tutto nelle borse, pagammo il dovuto alla signora Maria e ce ne andammo. Ma avevamo fatto pochi passi quando non Alfonso, ma Stefano, proprio Stefano, mi chiamò con la sua bella voce d’uomo fatto:

«Lenù».

Ci raggiunse. Aveva un’espressione tranquilla, il sorriso cordiale. Lo guastava un po’ soltanto il camice bianco macchiato di untumi. Parlò a entrambe, in dialetto, ma guardando me:

«Volete venire a festeggiare l’anno nuovo a casa mia? Alfonso ci tiene molto».

Moglie e figli di don Achille, anche dopo l’assassinio del padre, facevano vita molto ritirata: chiesa, salumeria, casa, al massimo qualche festicciola a cui non si poteva mancare. Quell’invito era una novità. Risposi accennando a Lila:

«Siamo già impegnate, stiamo con suo fratello e tanti amici».

«Ditelo pure a Rino, ditelo ai vostri genitori: la casa è grande e per le botte andiamo sul terrazzo».

Lila s’intromise con un tono liquidatorio:

«Con noi vengono a festeggiare pure Pasquale e Carmen Peluso con la loro madre».

Doveva essere una frase che eliminava ogni ulteriore chiacchiera: Alfredo Peluso era a Poggioreale perché aveva ammazzato don Achille, e il figlio di don Achille non poteva invitare i figli di Alfredo a brindare all’anno nuovo a casa sua. Invece Stefano la guardò come se fino a quel momento non l’avesse vista, uno sguardo molto intenso, e buttò lì col tono delle cose ovvie:

«Va bene, venite tutti: ci beviamo lo spumante, balliamo, anno nuovo vita nuova».

Quelle parole mi commossero. Guardai Lila, anche lei era disorientata.

Mormorò:

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«Dobbiamo parlare con mio fratello».

«Fatemi sapere».

«E i fuochi?».

«In che senso?».

«Noi portiamo i nostri, e tu?».

Stefano sorrise:

«Quanti fuochi vuoi?».

«Tantissimi».

Il giovane si rivolse di nuovo a me:

«Venite tutti a casa mia e vi prometto che quando spunta l’alba staremo ancora a sparare».

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21.

Per tutta la strada non facemmo che ridere a crepapelle dicendoci cose tipo:

«Lo fa per te».

«No, per te».

«Si è innamorato e per averti a casa sua invita pure i comunisti, pure gli assassini di suo padre».

«Ma che dici? Non m’ha nemmeno guardata».

Rino ascoltò la proposta di Stefano e disse subito di no. Ma la voglia di vincere sui Solara lo fece tentennare e ne parlò con Pasquale, che si arrabbiò moltissimo. Enzo invece borbottò: «Va bene, se posso vengo». Quanto ai nostri genitori, furono felicissimi di quell’invito perché per loro don Achille non esisteva più e i figli e la moglie erano bravissime persone agiate che ad averle per amiche era un onore.

Lila all’inizio sembrò stordita, come se avesse dimenticato dove si trovava, le strade, il rione, la calzoleria. Poi comparve da me un tardo pomeriggio con l’aria di chi ha capito tutto e mi disse:

«Abbiamo sbagliato: Stefano non vuole né me né te».

Ci ragionammo secondo il nostro solito, mescolando dati di fatto e fantasticherie. Se non voleva noi, cosa voleva? Pensammo che anche Stefano avesse in mente di dare una lezione ai Solara. Ci ricordammo di quando Michele aveva fatto cacciare Pasquale dalla festa della madre di Gigliola, intromettendosi così nei fatti dei Carracci e facendo fare a Stefano la figura di chi non sa difendere la memoria di suo padre. In quell’occasione i due fratelli, a pensarci, non avevano messo solo i piedi in testa a Pasquale, ma anche a lui. E quindi ora rincarava la dose, come per far loro dispetto: si riappacificava definitivamente coi Peluso, addirittura li invitava a casa sua per Capodanno.

«E che ci guadagna?» chiesi a Lila.

«Non lo so. Vuol fare un gesto che qua al rione non farebbe nessuno».

«Perdonare?».

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