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– Come tu dici – approvò la signorina Lavinia, con 1066

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un sospiro – finché io non abbia avuto l’opportunità di osservarli.

– Copperfield – disse Traddles, volgendosi a me – tu capisci, ne son sicuro, che nulla può essere più cagionevole e sensato.

– Nulla! – esclamai. – Lo capisco perfettamente.

– Nell’attuale stato di cose – disse la signorina Lavinia, ricorrendo di nuovo alle note – e ammettendo le sue visite a questo patto solo, noi dobbiamo esigere dal signor Copperfield una assicurazione formale, sulla sua parola d’onore, che nessuna comunicazione mai di nessuna specie avrà luogo fra lui e nostra nipote a nostra insaputa. Che nessun progetto di nessuna specie sarà fatto sul conto di nostra nipote, senza il nostro consenso.

– Senza il tuo, sorella Lavinia – s’interpose la signorina Clarissa.

– Come tu vuoi, Clarissa – approvò la signorina Lavinia rassegnata – senza il mio consenso personale... e senza che abbia ottenuto la nostra approvazione. Noi la mettiamo come una condizione espressa ed assoluta, che non dovrà esser in alcun modo negletta. Abbiamo desiderato che il signor Copperfield fosse accompagnato oggi da un suo amico di fiducia – con un inchino verso Traddles, che rispose con un altro inchino – per evitare qualunque dubbio o malinteso su questo punto. Se il si-1067

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gnor Copperfield, o se voi, signor Traddles, sentite il minimo scrupolo nel farci questa promessa, vi prego di prender tempo per riflettervi.

Esclamai, in visibilio, che non avevo bisogno di neppure un minuto di riflessione. Mi legavo alla promessa che si esigeva, nella più fervida maniera; invocai la testimonianza di Traddles; e mi chiamai in anticipazione il più atroce degli uomini se avessi mancato minimamente alla mia parola.

– Piano – disse la signorina Lavinia, levando una mano

– noi abbiamo deciso, prima di avere il piacere di ricevervi, di lasciarvi soli per un quarto d’ora, per darvi il tempo di riflettere. Permetteteci di ritirarci.

Invano ripetei che non era necessario riflettere; esse in-sistettero di volersi ritirare per il tempo specificato. Per conseguenza, i due uccellini uscirono saltellando con gran dignità, lasciandomi solo a ricevere le congratulazioni di Traddles, e a sentirmi come trasportato al settimo cielo. Allo spirar del termine precise d’un quarto d’ora, esse riapparvero con la stessa dignità con la quale erano scomparse. Se n’erano andate frusciando, come se i loro vestiti fossero fatti di foglie d’autunno, e rientra-rono frusciando nello stesso modo.

Io allora mi obbligai ancora una volta di osservare la condizione prescritta.

– Sorella Clarissa – disse la signorina Lavinia – il resto 1068

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a te.

La signorina Clarissa, disgiungendo le braccia per la prima volta, prese le note e le guardò.

– Noi saremo liete – disse la signorina Clarissa – d’avere il signor Copperfield a desinare con noi ogni domenica, se questo non lo disturba. Desiniamo alle tre.

Io m’inchinai.

– Durante la settimana – disse la signorina Clarissa –

noi saremo liete d’avere il signor Copperfield al tè con noi. Prediamo il tè alle sei e mezzo.

M’inchinai di nuovo.

– Due volte la settimana – disse la signorina Clarissa –

ma regolarmente non più di due volte.

M’inchinai di nuovo.

– La signora Trotwood: – disse la signorina Clarissa –

menzionata nella lettera del signor Copperfield, forse verrà a visitarci. Quando le visite sono utili all’interesse di tutte le parti, noi siamo felici di riceverle e restituirle, Quando è preferibile per tutte le parti che non si facciano visite (come nel caso di nostro fratello Francesco e della sua famiglia), è una cosa diversa.

Assicurai che mia zia sarebbe stata orgogliosa e incantata di fare la loro conoscenza; benché debbo confessare che non fossi assolutamente sicuro che esse si sarebbero trovate insieme con grande soddisfazione. Stabilite dun-1069

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que tutte le condizioni, espressi la mia riconoscenza col maggior fervore; e prendendo la mano, prima della signorina Clarissa, e poi della signorina Lavinia, me le portai, l’una dopo l’altra, alle labbra.

La signorina Lavinia poi si levò, e pregando Traddles di aspettarci per un minuto, mi chiese di seguirla. Ubbidii tremando, e fui condotto in un’altra stanza. Ivi, dietro la porta, col viso contro il muro, trovai la mia diletta che si chiudeva le orecchie; e Jip nello scaldavivande con la testa fasciata in un tovagliuolo.

Oh. com’era bella nelle sue gramaglie, e come sospirò e pianse in principio, rifiutandosi di uscire dal suo cantuccio. E quando finalmente ne uscì, come fummo felici entrambi, e in che estasi fui quando Jip, cavato dallo scaldavivande e restituito alla luce, si mise a sternutare disperatamente, e fummo tutti e tre felici!

– Mia dilettissima Dora! Ora veramente mia per sempre.

– Oh, lasciami – implorò Dora – per carità!

– Non sei mia per sempre, Dora?

– Sì, certamente, ma ho tanta paura. – Paura di che, mia cara?

– Sì, paura! Non mi piace... – disse Dora. – Perché non se ne va?

– Chi, vita mia?

– Il tuo amico – disse Dora. – Che c’entra lui? Che stu-1070

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pido che dev’essere!

– Amor mio! – (Non v’era nulla di più vezzoso dei suoi modi infantili.) – È un giovane d’oro.

– Ma noi non abbiamo bisogno di giovani d’oro! – ella disse, facendo un po’ il broncio.

– Oh, cara! – ripresi. – Imparerai a conoscerlo e gli vorrai molto bene. E ti verrà presto a trovare mia zia, e le vorrai molto bene, quando la conoscerai.

– No, per carità, non farla venire – disse Dora dandomi un piccolo bacio inorridita, e giungendo le mani. – Non farla venire. So che è una brutta vecchia scontenta. Non farla venire qui, Doady! – il che era un vezzeggiativo di Davide.

Era inutile far delle rimostranze, allora; così risi, e l’am-mirai, innamoratissimo e felicissimo; ed ella mi mostrò il nuovo gioco appreso da Jip, che stava ritto in un angolo sulle gambe posteriori – cosa ch’esso dimostrò di saper fare soltanto per la durata d’un lampo, ricadendo subito sul pavimento – e non so quanto tempo sarei rimasto lì, dimentico di Traddles, se non fosse entrata la signorina Lavinia a condurmi via. La signorina Lavinia voleva bene a Dora (ella mi disse che Dora era esattamente com’era stata lei a quell’età... aveva dovuto, certo, cambiarsi molto), e trattava Dora come se fosse stata un balocco. Io cercai di persuader Dora di venire a conoscere Traddles, ma ella si rifugiò in camera sua, e si 1071

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chiuse a catenaccio; così tornai da Traddles senza di lei, e ce ne uscimmo insieme.

Are sens