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– Ebbene, signorina, avete nulla da aggiungere?

– Veramente, signora Trotwood – disse la signorina Murdstone – tutto ciò che potevo dire io, è stato così ben detto da mio fratello, tutto ciò che è semplice fatto è stato così chiaramente riferito da lui, che io non ho nulla da aggiungere, tranne i miei ringraziamenti per la vostra cortesia... per la vostra grande cortesia – disse la signorina Murdstone, con un’ironia che non scompose mia zia, più di quanto si potesse scomporre il cannone presso il quale io avevo dormito a Chatham.

– E che dice il ragazzo? – disse mia zia. – Sei tu disposto ad andare, Davide?

Io risposi di no, e la supplicai di non lasciarmi andare; dissi che né il signore, né la signorina Murdstone mi avevano mai voluto bene e che non erano stati mai gentili con me. Che per cagion mia avevano reso infelice mia madre, che mi aveva sempre voluto tanto bene, com’io sapevo di certo, e come anche Peggotty sapeva.

Dissi che avevo sofferto più di quanto si potesse credere, pensando alla mia poca età, e pregai, scongiurai mia zia – dimentico ora con quali termini, ma ricordo che in quegli istanti ero profondamente commosso – di proteggermi e difendermi per l’amore di mio padre.

– Dick, che bisogna fare di questo ragazzo?

Il signor Dick rifletté, esitò, s’illuminò e rispose:

– Fargli prendere subito la misura di un vestito nuovo.

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– Dick – disse mia zia con accento di trionfo – dammi la mano, perché il tuo buon senso è impareggiabile. –

Avendogliela stretta con grande cordialità, ella mi attrasse a sé, e disse al signor Murdstone:

– Voi potete andarvene quando vi piace, terrò io il ragazzo, affrontando ogni rischio. Se egli è quale me lo avete descritto, posso almeno far per lui quanto avete fatto voi. Ma io non credo una sillaba di quanto mi avete detto.

– Signora Trotwood – soggiunse il signor Murdstone con una scrollatina di spalle mentre si levava – se voi foste uomo...

– Ohibò, non dite stupidità! – disse mia zia; – e non ve le fate sentir dire!

– Che cortesia squisita! – esclamò la signorina Murdstone, levandosi. – Veramente straordinaria.

– Credete che io non sappia – disse mia zia, non dando ascolto alla sorella e continuando a rivolgersi al fratello, mentre scoteva il capo in atto di sommo disdegno: – credete forse che non sappia a che avevate ridotto la vita di quella povera e infelice piccina? Credete che non sappia che giorno infausto fosse per quella poveretta la prima volta che vi vide... Le sorridevate e le facevate gli occhi dolci, come se non foste stato capace, scommetto, di dir

«sciò» a una gallina.

– Non ho sentito mai nulla di più elegante – disse la si-378

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gnorina Murdstone.

– Credete che io non vi sappia immaginare precisamente come se vi avessi veduto – proseguì mia zia – ora che vi veggo e vi sento?... La qual cosa, ve lo dico sinceramente, per me è tutt’altro che un piacere... Oh, sì, che Dio ci benedica, chi più dolce e umile del signor Murdstone nei primi tempi? La povera piccina, povera cieca, non aveva mai visto un uomo simile. Era tutto zucchero, l’adorava, andava matto per il suo ragazzo, si rimbambiva con lui... gli avrebbe fatto da padre, e avrebbero vissuto felici tutti e tre insieme. Non è vero?

Puh! Andate via, andate! – disse mia zia.

– Nella mia vita non ho mai sentito una donna simile! –

esclamò la signorina Murdstone.

– E quando voi foste sicuro del bene di quella povera piccola sciocca – disse mia zia – Dio mi perdoni, se la chiamo così, ora che se n’è andata dove voi non avete fretta di raggiungerla... siccome non avevate fatto abbastanza torto a lei e ai suoi, dovevate cominciare a edu-carla, non è vero? Cominciare a intristirla come un povero uccellino in gabbia, e a logorarle la vita, nell’insegnarle a cantare le vostre canzoni.

– O è matta, o è ubbriaca – disse la signorina Murdstone, disperata di non potersi far rispondere da mia zia; –

ma credo che sia ubbriaca.

La signora Betsey, senza badare affatto all’interruzione, 379

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continuò a rivolgersi al signor Murdstone, come se non fosse esistita mai la signorina Murdstone.

– Signor Murdstone – ella disse, agitando l’indice contro di lui – voi foste un tiranno per quell’ingenua piccina, e le infrangeste il cuore. Io so che era una bambina affettuosa... lo sapevo molti anni prima che la vedeste voi, e voi la feriste mortalmente nella parte migliore della sua tenerezza e della sua debolezza. Questa è la precisa verità... per vostra consolazione, vi dispiaccia o no. E

voi e i vostri strumenti fatene tutto quel pro che saprete.

– Permettetemi di chiedervi, signora Trotwood – interruppe la signorina Murdstone – chi intendete chiamare, con una scelta di parole che mi riescono nuove, gli strumenti di mio fratello?

D’una sordità marmorea a quella voce, e perfettamente incommossa, la signora Betsey proseguì il suo discorso.

– Era abbastanza chiaro, come v’ho detto, molti anni prima che la vedeste voi... e il perché, nei fini misteriosi della Provvidenza la dovevate veder voi, non è cosa penetrabile dalla ragione umana... era abbastanza chiaro che quella povera tenera creatura sarebbe finita, prima o poi, col rimaritarsi; ma speravo che non ne sarebbe venuto tutto il male che n’è venuto: fu quando diede alla luce questo bambino – disse mia zia, per mezzo del quale voi dopo poteste tormentarla: questo vi rimorde ora e vi rende odiosa perfino la sua vista. Sì, sì: è inutile re-380

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calcitrare proseguì mia zia. – Non ho bisogno di vedervi per sapere la verità.

Egli era rimasto accanto alla porta, nel frattempo, ad osservarla con un sorriso, ma con le sopracciglia nere fortemente aggrottate. Ma poi notai che, sebbene quel sorriso gli errasse ancora sul volto, il colorito delle guance gli s’era a un tratto dileguato, ed egli respirava come dopo una lunga corsa.

– Buon giorno, signore – disse mia zia – e addio! Buon giorno anche a voi, signorina – disse mia zia, volgendosi improvvisamente alla sorella. – Che vi vegga ancora in sella a un asino sul mio prato, e come è vero che avete una testa sulle spalle, vi strapperò il cappello, e ve lo pesterò ben bene!

Ci vorrebbe un pittore, e un pittore di merito, per dipingere il viso di mia zia, nell’atto ch’esprimeva questo proposito inatteso. Ma il tono del discorso era, come la sostanza; così aggressivo, che la signorina Murdstone, senza rispondere una sillaba, infilò prudentemente il braccio nel braccio del fratello, e uscì alteramente dal villino. Mia zia rimase alla finestra a guardarli, preparata, senza dubbio, nel caso d’una ricomparsa dell’asino, a metter la sua minaccia in immediata esecuzione.

Ma vedendo che la sfida non era stata accettata, il suo viso gradatamente si raddolcì, e apparve così piacente, che io fui spinto a baciare e ringraziare mia zia: cosa 381

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che feci con la maggiore effusione, e con ambo le mani strette intorno al suo collo. Strinsi poi la mano al signor Dick, che strinse la mia molte volte, e salutò la lieta conclusione di quel colloquio con molteplici scoppi di risa.

– Tu, Dick – disse mia zia – ti considererai, insieme con me, tutore di questo ragazzo.

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