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Non c'era più la lastra verde e nemmeno il materasso.

L'acqua mi colava addosso, mi scivolava dentro i pantaloncini e le mutande e i capelli mi si incollavano alla fronte e il buco era li, una bocca nera nella terra scura, e io mi avvicinavo, respiravo appena, stringevo i pugni, mentre intorno a me il cielo cadeva e ondate di dolore incandescente mi avvolgevano la gola.

Ho chiuso e riaperto gli occhi sperando che qualcosa cambiasse.

Il buco era ancora lì. Nero come il buco di un lavandino.

Barcollando, mi sono avvicinato. I piedi nel fango. Mi sono passato una mano sulla faccia per asciugarmela. Quasi crollavo a terra, ma continuavo ad avanzare.

Non c'è. Non guardare. Vattene via.

Mi sono fermato.

Vai. Vai a vedere.

Non ce la faccio.

Mi sono guardato i sandali coperti di melma. Fai un passo, mi sono detto.

L'ho fatto. Fanne un altro. L'ho fatto. Bravo. Un altro e un altro ancora.

E ho visto l'orlo del buco davanti ai miei piedi.

Ci sei.

Ora bisognava solo guardarci dentro.

Ho avuto la certezza che lì dentro non c'era più nessuno.

Ho sollevato la testa e ho guardato.

Era così. Non c'era più niente. Nemmeno il secchio e il pentolino. Solo acqua sporca e una coperta zuppa.

Se lo erano portati via. Senza dirmi niente. Senza avvertirmi.

Se n'era andato e io non lo avevo nemmeno salutato.

Dove stava? Non lo sapevo, ma sapevo che era mio e che me lo avevano portato via.

"Dove sei?" ho urlato alla pioggia.

Sono caduto in ginocchio. Ho immerso le dita nel fango e l'ho strizzato nelle mani.

"La moto non esiste.

Mi sono voltato.

Salvatore.

Era in piedi. A qualche metro da me, la camicia zuppa, i pantaloni sporchi di fango. "La moto non esiste, vero?

Ho gorgogliato un no.

Ha indicato il buco. "Stava là?

Ho fatto segno di si con la testa, e ho balbettato. "Lo hanno portato via.

Salvatore si è avvicinato, ha guardato dentro e mi ha fissato. "Io lo so dove sta.

Ho sollevato lentamente il capo. "Dove sta?

"Sta da Melichetti. Giù nella gravina.

"Come lo sai?

"L'ho sentito ieri. Papà parlava con tuo padre e con quello di Roma. Mi sono messo dietro la porta dello studio e li ho sentiti. Lo hanno spostato.

Lo scambio non è riuscito, hanno detto". Si è tirato indietro la frangetta bagnata. "Hanno detto che questo posto non è più sicuro.

Il temporale è passato.

Veloce, così come era scoppiato.

Era distante oramai. Una massa scura che avanzava sulla campagna inzup-pandola e proseguiva per la sua strada.

Scendevamo per il sentiero.

L'aria era così pulita che lontano, oltre la pianura ocra, si vedeva una stri-sciolina verde. Il mare. Era la prima volta che lo vedevo da Acqua Traverse.

Are sens

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