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E non restò di ruinare a valle

fino a Minòs che ciascheduno afferra.

Mira c'ha fatto petto de le spalle; perché volse veder troppo davante, di retro guarda e fa retroso calle.

Vedi Tiresia, che mutò sembiante

quando di maschio femmina divenne, cangiandosi le membra tutte quante; e prima, poi, ribatter li convenne li duo serpenti avvolti, con la verga, che rïavesse le maschili penne.

Aronta è quel ch'al ventre li s'atterga, che ne' monti di Luni, dove ronca lo Carrarese che di sotto alberga, ebbe tra ' bianchi marmi la spelonca per sua dimora; onde a guardar le stelle e 'l mar non li era la veduta tronca.

E quella che ricuopre le mammelle, che tu non vedi, con le trecce sciolte, e ha di là ogne pilosa pelle,

Manto fu, che cercò per terre molte; poscia si puose là dove nacqu' io; onde un poco mi piace che m'ascolte.

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Dante Alighieri - La Divina Commedia ____________________________________________________

Poscia che 'l padre suo di vita uscìo e venne serva la città di Baco,

questa gran tempo per lo mondo gio.

Suso in Italia bella giace un laco, a piè de l'Alpe che serra Lamagna sovra Tiralli, c'ha nome Benaco.

Per mille fonti, credo, e più si bagna tra Garda e Val Camonica e Pennino de l'acqua che nel detto laco stagna.

Loco è nel mezzo là dove 'l trentino pastore e quel di Brescia e 'l veronese segnar poria, s'e' fesse quel cammino.

Siede Peschiera, bello e forte arnese da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi, ove la riva 'ntorno più discese.

Ivi convien che tutto quanto caschi ciò che 'n grembo a Benaco star non può, e fassi fiume giù per verdi paschi.

Tosto che l'acqua a correr mette co, non più Benaco, ma Mencio si chiama fino a Governol, dove cade in Po.

Non molto ha corso, ch'el trova una lama, ne la qual si distende e la 'mpaluda; e suol di state talor esser grama.

Quindi passando la vergine cruda

vide terra, nel mezzo del pantano, sanza coltura e d'abitanti nuda.

Lì, per fuggire ogne consorzio umano, ristette con suoi servi a far sue arti, e visse, e vi lasciò suo corpo vano.

Li uomini poi che 'ntorno erano sparti s'accolsero a quel loco, ch'era forte per lo pantan ch'avea da tutte parti.

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Fer la città sovra quell' ossa morte; e per colei che 'l loco prima elesse, Mantüa l'appellar sanz' altra sorte.

Già fuor le genti sue dentro più spesse, prima che la mattia da Casalodi

da Pinamonte inganno ricevesse.

Però t'assenno che, se tu mai odi originar la mia terra altrimenti, la verità nulla menzogna frodi».

E io: «Maestro, i tuoi ragionamenti mi son sì certi e prendon sì mia fede, che li altri mi sarien carboni spenti.

Ma dimmi, de la gente che procede, se tu ne vedi alcun degno di nota; ché solo a ciò la mia mente rifiede».

Allor mi disse: «Quel che da la gota porge la barba in su le spalle brune, fu — quando Grecia fu di maschi vòta, sì ch'a pena rimaser per le cune —

augure, e diede 'l punto con Calcanta in Aulide a tagliar la prima fune.

Euripilo ebbe nome, e così 'l canta l'alta mia tragedìa in alcun loco: ben lo sai tu che la sai tutta quanta.

Quell' altro che ne' fianchi è così poco, Michele Scotto fu, che veramente

de le magiche frode seppe 'l gioco.

Vedi Guido Bonatti; vedi Asdente, ch'avere inteso al cuoio e a lo spago ora vorrebbe, ma tardi si pente.

Vedi le triste che lasciaron l'ago, la spuola e 'l fuso, e fecersi 'ndivine; 90

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fecer malie con erbe e con imago.

Are sens

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