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Non avevo mai visto Agnese ridere tanto! La improvvisa ilarità del pescatore Peggotty l’aveva tanto divertita ch’ella non poteva tenersi; e più essa rideva, e più mi faceva ridere, e maggiore diventava l’ilarità del pescatore Peggotty, e più egli s’affannava a stropicciarsi le gambe.

– E che fece la signora Gummidge? – chiesi, dopo essermi in qualche modo ricomposto.

– Lo credereste? – rispose il pescatore Peggotty. – La signora Gummidge, invece di dire: «Grazie, vi sono molto obbligata, ma non mi sento alla mia età di cambiar metodo di vita», prese un secchio d’acqua che le stava accanto, e glielo vuotò in testa. Il disgraziato cuoco, inzuppato che pareva un naufrago, si mise a gridare aiuto, e io corsi a salvarlo.

Il pescatore Peggotty scoppiò in un’altra grossa risata, e Agnese e io gli tenemmo compagnia.

– Ma debbo far giustizia a quella povera donna –

egli ripigliò, asciugandosi il volto, quand’ebbe riso fino alle lagrime. – Ella ha mantenuto tutto ciò che aveva 1547

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promesso e ha fatto anche di più. È stata la più volonte-rosa, la più fedele, la più attiva donna, che abbia mai respirato, signorino Davy. Non l’ho mai più sentita lagnarsi d’esser sola e abbandonata, neppure per un istante, neppure quando la colonia era ancora da formare ed eravamo appena sbarcati. E non ha pensato più al vecchio, vi giuro, da che ha lasciato l’Inghilterra.

– Ora, del signor Micawber – dissi. – Egli ha pagato tutte le cambiali che aveva lasciate, anche quella di Traddles, ricordi, mia carissima Agnese? E perciò im-maginiamo che tutto gli vada a seconda. Ma quali sono le sue ultime notizie?

Il pescatore Peggotty sorridendo portò la mano alla tasca della giacca, e ne cavò un involtino di carta, dal quale trasse, con molta cura, uno strano giornaletto.

– Bisogna che sappiate, signorino Davy – egli aggiunse – che noi abbiamo lasciato le foreste, per andare ad abitare vicino a Port Middlebay, dove sta ciò che noi chiamiamo una città.

– E il signor Micawber era nelle foreste con voi? –

domandai.

– Sì, con noi – disse il pescatore Peggotty – e si mise a lavorare di gran lena. Non avevo visto mai nulla di simile. Lo vedevo a testa nuda, grondante sotto il sole, come se si stesse liquefacendo. E ora è magistrato.

– Magistrato? – dissi.

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Il pescatore Peggotty m’indicò un certo articolo nel giornale, ed io lessi ad alta voce ciò che segue, dal Times di Port Middlebay:

«Il solenne pubblico banchetto offerto al nostro colono e concittadino WILKINS MICAWBER, magistrato del distretto di Port Middlebay, ebbe luogo ieri nella gran sala dell’albergo, spettacolosamente gremita. Si calcola che non vi fossero meno di quarantasette persone a tavola, senza contare quelle che ingombravano il corridoio e le scale. Vi s’era data convegno, per fare onore a quell’uo-mo così meritamente stimato, così largamente popolare e di così vasto ingegno, la società più ragguardevole, più elegante e più riservata di Port Middlebay. Presiedeva il dottor Mell (della scuola coloniale di Salem House, a Port Middlebay), e aveva a destra il festeggiato. Dopo che venne tolta la tovaglia, e il canto del Non nobis (splendidamente eseguito, e nel quale non era difficile distinguere le note squillanti di quel geniale dilettante che è WILKINS MICAWBER, juniore), furono pronunciati, secondo l’uso, e acclamati parecchi brindisi vibranti di alto patriottismo. Il dottor Mell, con un discorso pieno di sentimento, brindò alla salute del nostro ragguardevole ospite, ornamento della nostra città. «Possa egli non mai lasciarci, se non per diventar più grande, e possa il suo successo fra noi esser tale da rendergli impossibile una grandezza maggiore!» Gli applausi che coronarono 1549

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il brindisi non possono essere descritti. Si levarono e s’abbassarono, più e più volte, come le onde dell’oceano. Finalmente si fece silenzio e WILKINS MICAWBER si levò per ringraziare. Noi non tenteremo, date le condizioni relativamente imperfette delle risorse del nostro stabilimento, di sforzarci di seguire il nostro distinto concittadino a traverso i periodi morbidamente fluenti del suo magnifico e forbito discorso. Ci basti osservare che questo fu un capolavoro d’eloquenza; e che quei brani, in cui egli particolarmente rimontò alle origini della sua fortunata carriera, avvertendo la parte più giovane dell’uditorio di non contrarre obbligazioni pecuniarie che non si possono pagare, strapparono lagrime agli occhi più virili. Altri brindisi furono fatti al dottor Mell, alla signora Micawber (che ringraziò con un bell’inchino dalla porta laterale, dove una via lattea di giovani bellezze erano salite sulle sedie per assistere e far più adorna quella commovente scena); alla signora Ridger Begs (ex-signorina Micawber); alla signora Mell; a Wilkins Micawber, juniore (che fece morir dalle risa tutta l’assemblea col notare spiritosamente che egli non poteva ringraziare con un discorso, e ché si riservava di farlo, col loro permesso, con una canzone); alla famiglia della signora Micawber (ben nota, è inutile dirlo, nella madre patria), ecc., ecc., ecc. S’iniziarono poi le danze.

Fra i devoti di Tersicore, che si divertirono finché Febo non diede l’annuncio della partenza, si distinsero particolarmente Wilkins Micawber, juniore, e l’amabile e 1550

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compita signorina Elena, quarta figlia del dottor Mell».

Ritrovavo lì con piacere il nome del dottor Mell, ed ero felice di scoprire, in buone condizioni, il signor Mell, una volta maltrattato maestro assistente del nostro magistrato di Middlesex, quando il pescatore Peggotty m’indicò un’altra parte del giornale e i miei occhi si fissaro-no sul mio nome, e io lessi quanto segue:

«A DAVIDE COPPERFIELD

«L’EMINENTE AUTORE.

«Mio caro signore,

«Molti anni sono trascorsi, da che non ho più avuto l’occasione di contemplare ocularmente quei lineamenti che ora son familiari alla mente di una parte considerevole del mondo civile.

«Ma, mio caro signore, benché io sia spogliato (dalla forza di circostanze sulle quali non ho impero) della società personale dell’amico e compagno della mia giovinezza, non ho mancato di seguire il suo altissimo volo.

Né io sono stato impedito

Benché i mari si stacchino mugghiando (BURNS) dal partecipare ai festini intellettuali che egli ci ha prodigati.

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«Io perciò non posso permettere la partenza da questo luogo di una persona che noi mutuamente rispettiamo e stimiamo, senza, mio caro signore, cogliere questa pubblica occasione per ringraziarvi, in mio nome, e, non temo d’aggiungerlo, in nome di tutti gli abitanti di Port Middlebay, al piacere dei quali voi contribuite così potentemente.

«Avanti, mio caro signore! Voi non siete ignoto qui, voi siete stimato. Sebbene «lontani», noi non siamo né «in-differenti», né «melanconici», né (posso aggiungere)

«pigri». Avanti, mio caro signore, nel vostro volo d’aquila! Gli abitanti di Port Middlebay possono almeno aspirare a seguirlo con gioia, con piacere, con istruzione!

«Fra gli occhi levati verso di voi da questa parte del glo-bo, sarà sempre trovato, finché avrà luce e vita

«L’occhio

«Appartenente a

«WILKINS MICAWBER

«Magistrato... »

Scoprii, dando un’occhiata alle altre pagine del giornale, che il signor Micawber era uno dei suoi corrispondenti più diligenti e stimati. V’era un’altra lettera di lui nello stesso giornale, relativa alla costruzione d’un ponte.

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V’era l’annuncio di una collezione di simili lettere sue, da esser pubblicata fra breve, in un bel volume con «notevoli aggiunte», e, a quanto mi parve, anche l’articolo di fondo era suo.

Parlammo molto del signor Micawber, molte altre sere, nel tempo che il pescatore Peggotty si trattenne a Londra. Questi stette con noi per tutto il tempo del suo sog-giorno – che credo fosse un po’ meno d’un mese – e sua sorella e mia zia vennero in casa nostra a vederlo. Quando se ne andò, io e Agnese ci recammo ad accompagnarlo fin sul bastimento; e non gli diremo mai più addio sulla terra.

Ma prima di ripartire, andammo insieme a Yarmouth per vedere Una piccola lapide che io avevo fatto mettere nel cimitero, in memoria di Cam. Mentre, pregato da lui, copiavo la semplice iscrizione che vi era incisa, egli si chinò a raccogliere un ciuffetto d’erba dalla tomba, con un po’ di terra.

— Per l’Emilia – egli disse, mettendoselo in petto. –

Gliel’ho promesso, signorino Davy.

Are sens