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Il signor Creakle, fissando il signor Mell, mise la mano sulla spalla di Tungay, poggiò i piedi sul banco più vicino, e si sedette sul tavolino. Dopo avere, dalla sommità di quel trono, fissato ancora il signor Mell, mentre questi scoteva il capo e si stropicciava le mani, ed era sempre nello stesso stato di grande eccitazione, il 177

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signor Creakle si volse a Steerforth e gli disse:

– Ora, Steerforth, giacché egli non vuol dirmelo, che cosa è stato?

Steerforth eluse per un momento la domanda, guardando in atto di sprezzo e di sfida il suo avversario, e tacendo. Anche in quel momento non potei fare a meno di osservare il suo atteggiamento nobile e fiero; e come in suo confronto il signor Mell apparisse modesto e volgare.

– Allora, che intendeva di dire parlando di beniamini? – disse finalmente Steerforth.

– Beniamini? – ripeté il signor Creakle, mentre le vene della fronte gli si gonfiavano rapidamente. – Chi ha parlato di beniamini?

– Lui – disse Steerforth.

– E di grazia, che intendete con ciò, signore? – domandò il signor Creakle, volgendosi irato al suo assistente.

– Intendevo, signor Creakle – egli rispose a voce bassa – ciò che ho detto; che nessun alunno ha il diritto d’approfittare della sua condizione di favoritismo per umiliarmi.

– Umiliarvi? – disse il signor Creakle, – Luce del cielo! Ma datemi il permesso di domandarvi, signor...

Come-vi-Chiamate; – e qui il signor Creakle incrociò le 178

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braccia, compresa la bacchetta, sul petto, e fece un tal nodo delle sopracciglia che i suoi occhiolini si scorgevano appena; – se quando parlate di favoritismi, mostrate il minimo rispetto per me? Per me, signore – cacciando improvvisamente la testa verso di lui, e tirandola di nuovo indietro – che sono il capo di questo istituto e colui che vi paga?

– Non è stato saggio da parte mia, signore, lo riconosco

– disse il signor Mell. – Non lo avrei detto, se non avessi perduto la pazienza.

Qui intervenne Steerforth.

– Quando mi ha detto che ero ignobile, e quando mi ha detto che ero vile, io l’ho chiamato pezzente. Se non avessi perso la pazienza, forse non l’avrei chiamato pezzente. Ma l’ho fatto, e son pronto ad accettarne le conseguenze.

Certo senza considerare se vi sarebbero state conseguenze di alcuna specie da accettare, gongolai di questo nobile discorso dell’amico Steerforth, che fece impressione anche sugli altri ragazzi, tra i quali vi fu un tacito movimento.

– Mi meraviglio, Steerforth... benché la vostra sincerità vi faccia onore – disse il signor Creakle – vi onora, certo... son sorpreso, Steerforth, debbo dirvi, che voi possiate dare un simile epiteto a una persona impiegata e stipendiata a Salem House.

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Steerforth scoppiò in una piccola risata.

– Questo non vuol dire rispondere alla mia osservazione

– disse il signor Creakle. – M’attendo da voi qualche cosa di più, Steerforth.

Se il signor Mell ai miei occhi appariva modesto di fronte al bel ragazzo, sarebbe addirittura impossibile dire come modesto apparisse al signor Creakle.

– Ch’egli lo neghi – disse Steerforth.

– Neghi d’essere un pezzente, Steerforth! – esclamò il signor Creakle. – Ebbene, dove va mendicando?

– Se non è un pezzente lui, lo sarà una sua cara parente

– disse Steerforth. – È la stessa cosa.

Egli mi volse un’occhiata, e la mano del signor Mell mi carezzò pianamente sulla spalla. Una fiamma m’accese il viso e un rimorso mi punse il cuore; ma gli occhi del signor Mell erano fissati su Steerforth. Egli continuava a carezzarmi pianamente sulla spalla, ma fissava Steerforth.

– Giacché attendete che io mi giustifichi, signor Creakle

– disse Steerforth – e spieghi ciò che voglio dire... ecco che ho da dire: che sua madre vive di carità in un ospizio.

Il signor Mell lo fissava sempre, carezzandomi pianamente sulla spalla, e si disse con un fil di voce, se ben lo intesi: «Sì, me l’ero immaginato».

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Il signor Creakle si volse al suo assistente, con un grave cipiglio e una cortesia non sincera:

– Ora che avete sentito ciò che dice Steerforth, signor Mell, abbiate, di grazia, la bontà di smentirlo innanzi a tutta la scuola.

– Egli non può essere smentito, signore, dice la pura verità – rispose il signor Mell in mezzo a un silenzio se-polcrale; – ciò che ha detto è perfettamente vero.

– Siate così buono allora da dichiarare pubblicamente, vi prego – disse il signor Creakle, atteggiando la testa da un lato, e facendo con gli occhi il giro della scuola; – se una cosa simile sia mai venuta a mia conoscenza prima di questo momento.

– Credo non la sapeste in maniera diretta.

– Come, non la sapeste in maniera diretta? – disse il signor Creakle. – Come, disgraziato?

– Credo che non abbiate mai supposto che le mie condizioni fossero molto prospere – rispose l’insegnante. –

Voi sapete qual è la mia posizione qui, e qual è stata sempre.

– Temo, se volete accennare a questo – disse il signor Creakle con le vene della fronte più gonfie che mai –

che voi siate stato in una posizione addirittura falsa, e che abbiate scambiato questo istituto con una scuola di carità. Signor Mell, non ci resta che separarci. E più pre-181

Are sens