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David Copperfield

X.

PRIMA NEGLETTO E POI BEN PROVVE-

DUTO

Celebrato il funerale, e aperte in casa le finestre per ammettervi largamente la luce, il primo atto d’amministrazione della signorina Murdstone fu di licenziare Peggotty, dandole il preavviso di un mese. Per quanto a Peggotty non garbasse servire i Murdstone, ci sarebbe rimasta per amor mio, rinunziando a un posto anche presso la migliore famiglia del mondo. Ella mi disse che ci dovevamo separare e perché, e con tutta sincerità cercammo di confortarci a vicenda.

Riguardo al mio avvenire, non fu detta una parola, né fatto un passo. Credo che essi sarebbero stati felici se avessero potuto licenziare anche me col semplice preavviso d’un mese. Presi una volta tutto il mio coraggio a due mani per domandare alla signorina Murdstone quando sarei tornato a scuola; ma ella mi rispose asciutta asciutta di credere che non ci sarei tornato più. E non mi fu detta altra parola. Ero ansioso di sapere che ne sarebbe stato di me, come pure ardeva di saperlo Peggotty; ma né io né lei potemmo raccogliere informazioni di sorta su questo capo.

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V’era un cambiamento nella mia condizione che, se per il momento la rendeva più tollerabile e meno disagiata, avrebbe dovuto darmi, se fossi stato in grado di valutar-la giustamente, la maggiore inquietudine per l’avvenire.

Si trattava di questo. La rigorosa soggezione alla quale ero sottoposto s’era completamente allentata. Non solo non ero più costretto a digerirmi tutta la mia noia nel salotto, ma molte volte, andandovi ad occupare il mio posto, ne ero allontanato con un aggrottamento di ciglia dalla signorina Murdstone. Lungi poi dal vietarmi la compagnia di Peggotty, purché me ne stessi lontano dal luogo onorato dalla presenza del signor Murdstone, non si cercava e non si chiedeva più dove mai m’andassi a rifugiare. In principio ebbi ogni giorno il timore ch’egli di nuovo volesse assumersi la cura della mia educazione, o che volesse dedicarvisi la signorina Murdstone; ma presto cominciai a pensare che le mie paure erano infondate, e che non dovevo aspettarmi che un abbandono assoluto.

Non credo che questa scoperta allora m’addolorasse molto. Ero ancora stordito dal colpo della morte di mia madre, e in una specie di apatia per tutto ciò ch’era considerazione d’ordine diverso. Varie volte, rammento, ri-flettei al caso ch’io non dovessi più studiare ed esser lasciato a me stesso; e di crescere e diventare un triste fannullone destinato ad aggirarsi ozioso per il villaggio; come anche pensai alla possibilità di togliermi da questa prospettiva con l’andare, come l’eroe d’un romanzo, in 243

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qualche parte a cercar fortuna; ma non erano che visioni, sogni ad occhi aperti che a volte seguivo, nella solitudine della mia cameretta, come se fossero dipinti o scritti, in modo appena visibile, sulla parete, per poi dileguarsi e lasciarla di nuovo nuda.

Peggotty – dissi pensoso una sera, mentre mi scaldavo le mani al fuoco della cucina – il signor Murdstone mi vuol molto meno bene di prima. Non mi volle mai molto bene, Peggotty; ma ora, se potesse, farebbe volentieri a meno di vedermi.

– Forse è per il dolore – disse Peggotty, carezzandomi i capelli.

– Credo, Peggotty, d’essere afflitto anch’io. Se fosse così, non direi nulla. Ma non è così; oh, no, non è così!

– Come sai che non è così? – disse Peggotty, dopo un minuto di silenzio.

– Oh, il suo dolore è una cosa molto diversa! Egli in questo momento è afflitto, e se ne sta accanto al fuoco con la signorina Murdstone; ma se ci andassi io, Peggotty, mostrerebbe non la sua afflizione, ma qualche altra cosa.

– Che cosa? – disse Peggotty.

– Stizza – risposi, imitando involontariamente, il suo caratteristico aggrottamento di ciglia. – Se fosse addolorato soltanto, non mi guarderebbe come mi guarda. Io, che 244

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sono soltanto addolorato, mi sento più buono.

Peggotty per un po’ non disse nulla; e io continuai a scaldarmi le mani in silenzio come lei.

– Davy – ella disse finalmente.

– Peggotty...

– Ho fatto tutto il possibile e l’impossibile per cercarmi un posto conveniente qui a Blunderstone; ma non m’è riuscito, amor mio.

– È che intendi di fare, Peggotty? – domandai pensoso. – Pensi d’andar lontano a cercar fortuna?

– Credo che sarò costretta ad andarmene a Yarmouth

– rispose Peggotty – e rimanerci.

– Saresti potuta andar più lontano – dissi io, illumi-nandomi un poco – ed esser per me peggio che perduta.

A Yarmouth ti rivedrò qualche volta, mia cara Peggotty.

Non sarai all’altro capo del mondo, non sarai!

– Al contrario, se Dio vuole – esclamò Peggotty, con grande animazione. – Finché tu starai qui, tesoro mio, verrò a trovarti una volta la settimana finché campo.

Questa promessa mi tolse un gran peso dal cuore; ma non era tutto, perché Peggotty continuò:

– Andrò prima da mio fratello a starmi con lui una quindicina di giorni, tanto da aver l’agio di rimettermi un poco e sentirmi ancora la Peggotty d’una volta. Ed ho 245

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