David Copperfield
ber mostrasse d’avere più che mai una nozione alquanto confusa della mia età e della mia condizione, egli ricordava sempre, come un titolo di nobiltà, che io ero allievo del dottor Strong.
La signora Micawber si mostrò sorpresa, ma fu lietissima di rivedermi. Anch’io ero lietissimo di rivederla, e, dopo un affettuoso saluto da ambe le parti, ci sedemmo sul piccolo canapè accanto a lei.
– Mia cara – disse il signor Micawber – se tu vorrai trattenere Copperfield sulle nostre condizioni odierne, le quali non dubito egli vorrà conoscere, io andrò frattanto a dare un’occhiatina al giornale per veder se m’imbatto in qualche cosa fra gli annunci.
– Io credevo che foste a Plymouth, signora – dissi alla signora Micawber, mentr’egli usciva.
– Mio caro signorino Copperfield – essa rispose – a Plymouth ci siamo andati.
– Per esser sul posto – accennai.
– Appunto – disse la signora Micawber – per essere sul posto. Ma la verità è che non si vogliono gl’ingegni nell’amministrazione delle Gabelle. La influenza locale della mia famiglia non valse a ottenere un impiego in quel ramo a un uomo della forza del signor Micawber.
Si preferisce di non avere un uomo della forza del signor Micawber, il quale non farebbe che dimostrare tutta la insufficienza degli altri. E poi – disse la signora 462
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Micawber – non ti nasconderò,mio caro signorino Copperfield, che il ramo della mia famiglia stabilito a Plymouth, quando seppe che il signor Micawber era accompagnato da me, e dal piccolo Wilkins e da sua sorella, e dai gemelli, non lo accolse con quell’ardore ch’egli si sarebbe aspettato, dopo che da poco era stato liberato dalla prigione. Infatti – disse la signora Micawber, abbassando la voce – ma resti fra noi... il ricevimento che ci venne fatto fu freddo.
– Veramente! – dissi.
– Sì – disse la signora Micawber. – È veramente penoso conoscere l’umanità sotto un simile aspetto, signorino Copperfield, ma il nostro ricevimento fu decisamente freddo. Non v’è neppur un’ombra di dubbio. Di-fatti, il ramo della mia famiglia stabilito a Plymouth diventò assolutamente ostile al signor Micawber, dopo neppure una settimana della nostra residenza colà.
Dissi, e lo pensavo, che quei suoi parenti avrebbero dovuto vergognarsi.
– E pure fu così – continuò la signora Micawber. – In simili circostanze che poteva fare un uomo delle qualità del signor Micawber? Non gli rimaneva che una via.
Farsi prestare da quel ramo della mia famiglia il denaro per tornare a Londra, e tornarvi a costo di qualunque sacrificio.
– Allora, siete tornati, signora? – io dissi.
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– Abbiamo preso la via del ritorno – rispose la signora Micawber. – D’allora ho consultato altri rami della mia famiglia sul miglior partito da seguire per il signor Micawber... perché io sostengo che egli debba risolversi a qualche cosa, signorino Copperfield – aggiunse dimo-strativa mente la signora Micawber. – È chiaro che una famiglia di sei persone, senza contare la domestica, non può vivere d’aria.
– Certo, signora – dissi.
– Gli altri rami della mia famiglia – proseguì la signora Micawber – son d’opinione che li signor Micawber dovrebbe immediatamente volgere la sua attenzione ai carboni.
– A che cosa, signora?
– Ai carboni – disse la signora Micawber. – Al commercio dei carboni. Mio marito fu indotto a credere, dopo aver assunto informazioni, che un uomo del suo ingegno potesse avere occasione di svilupparsi nel commercio dei carboni di Meadway. Allora, come mio marito disse molto giustamente, il primo passo da fare era chiaro: venire a vedere il Meadway. E siamo venuti a vederlo.
Dico «noi», signorino Copperfield, perché io non abbandonerò mai – disse la signora Micawber commossa –
mai e poi mai il signor Micawber.
Con un mormorio espressi la mia approvazione e la mia ammirazione.
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– Siamo venuti – ripeté la signora Micawber – a vedere il Meadway. La mia opinione intorno al commercio dei carboni su quel fiume si è, che esso può aver bisogno di capitale. D’ingegno, mio marito ne ha; di capitale, mio marito non ne ha. Abbiamo visto, credo, la maggior parte del Meadway; e questa è la mia personale convinzione. E trovandoci così vicini, mio marito considerò che sarebbe stata una sciocchezza non venir fin qui a veder la Cattedrale. Primo, perché è degna d’esser veduta; e noi non l’avevamo mai veduta; secondo, per la gran probabilità di imbatterci in qualche occasione nella città della Cattedrale. Non abbiamo trovato ancora nulla; e non ti sorprenderai, mio caro signorino Copperfield, come farebbe un estraneo, d’apprendere che stiamo ora aspettando un vaglia da Londra, per soddisfare le obbligazioni pecuniarie da noi contratte in questo albergo.
Fino all’arrivo di questo vaglia – disse la signora Micawber con molto sentimento – mi è intercettata qualunque comunicazione con casa mia (alludo all’alloggio in Pentonville), col mio ragazzo e la mia ragazza, e coi gemelli.
Sentivo la massima simpatia per il signore e la signora Micawber in quelle loro difficilissime circostanze, e lo dissi al signor Micawber, che riapparve appunto in quell’istante; aggiungendo che avrei voluto possedere denaro abbastanza per prestar loro la somma di cui avevano bisogno. La risposta del signor Micawber indicava il turbamento del suo spirito. Egli disse, stringendomi la 465
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mano: «Copperfield, tu sei veramente un amico, ma quando non c’è più via di uscita, c’è sempre qualcuno che ha un arnese per radersi». A questa tremenda allusione la signora Micawber gettò le braccia intorno al collo del marito, supplicandolo di calmarsi. Egli si mise a piangere; ma quasi immediatamente si riebbe, e sonò per il cameriere, ordinandogli, per la mattina a colazione, del rognone allo spiedo e un piatto di gamberi.
Quando mi congedai, mi pregarono tanto d’andare a pranzo con loro prima che se n’andassero, che non potei rifiutare. Ma, siccome non potevo andare il giorno dopo
– avevo molti compiti da fare la sera – il signor Micawber si propose di venir nella mattinata a farmi una visita in iscuola (aveva il presentimento che il vaglia gli sarebbe arrivato a quell’ora alla posta) a fissare il pranzo per il giorno seguente se non avessi avuto nulla in contrario.