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"Molto. Tu ne hai mai visto uno?

"Sì. Li senti? Li senti come fischiano?

Non sentivo nessun fischio. Non c'era niente da fare. Era pazzo.

"Vieni?" Mi ha fatto segno di scendere.

Ho afferrato la corda. "Arrivo". Mi sono calato.

Avevano fatto pulizie. Il secchio era vuoto. Il pentolino era pieno d'acqua.

Filippo era avvolto nella sua schifosa coperta, solo che lo avevano lavato. Gli avevano fasciato la caviglia con una benda. E intorno al piede non aveva più la catena.

"Ti hanno pulito!

Ha sorriso. I denti non glieli avevano lavati.

"Chi è stato?

Teneva una mano sugli occhi. "Il signore dei vermi e i suoi nani servitori.

Sono scesi e mi hanno lavato tutto. Io ho detto che potevano lavarmi quanto gli pareva ma tu li avresti acchiappati lo stesso e che potevano fuggire quanto volevano ma tu potevi inseguirli per diversi chilometri senza stancarti.

Gli ho afferrato un polso. "Che gli hai detto il mio nome?

"Quale nome?

"Il mio.

"E qual è il tuo nome?

"Michele...

"Michele? No!

"Mi hai appena chiamato...

"Tu non ti chiami Michele.

"E come mi chiamo?

"Dolores.

"Io non mi chiamo Dolores. Sono Michele Amitrano.

"Se lo dici tu". Ho avuto l'impressione che mi prendeva in giro.

"Ma che gli hai detto al signore dei vermi?

"Gli ho detto che l'angelo custode li avrebbe acchiappati.

Ho tirato un sospiro di sollievo. "Ah, bravo!

Hai detto che ero l'angelo custode". Ho preso la torta dalla tasca. "Guarda che ti ho portato. Si è sbriciolata... "Non ho avuto neanche il tempo di finire la frase che mi si è avventato contro.

Mi ha strappato quello che rimaneva della torta e se l'è cacciata tutta in bocca, poi, a occhi chiusi, ha cercato le briciole.

Mi ha infilato le mani dovunque. "Ancora!

Ancora! Dammene ancora!" Mi graffiava con le unghie.

"Non ce ne ho più. Te lo giuro. Aspetta..."

Nella tasca di dietro avevo le caramelle. "Tieni.

Prendi.

Le scartava, le masticava e le ingoiava a una velocità incredibile.

"Ancora! Ancora!

"Ti ho dato tutto.

Non voleva credere che non avevo più niente.

Continuava a cercare le briciole.

"Domani te ne porto ancora. Cosa vuoi?

Ha cominciato a grattarsi la testa. "Voglio... voglio... il pane. Il pane con il burro. Con il burro e la marmellata. Con il prosciutto. E il formaggio. E il cioc-colato. Un panino molto grosso.

"Vedo cosa c'è a casa.

Mi sono seduto. Filippo non la smetteva di toccarmi i piedi e di slacciarmi i sandali.

E a un tratto mi è venuta un'idea. Una grande idea.

Non aveva la catena. Era libero. Potevo portarlo fuori.

Gli ho chiesto: "Ti va di uscire?

"Uscire dove?

"Uscire fuori.

"Fuori?

"Sì, fuori. Fuori dal buco.

Are sens