David Copperfield
quei ciurmadori di cui v’ho parlato. Io non dico che non c’entri per qual che cosa anch’io... forse molto, forse poco... ma basta, ragazzo mio... non ci pensiamo.
– In che cosa dite d’entrare? Nel rossetto forse? – disse Steerforth.
– Sommate questo con quello, mio tenero piccioncino –
rispose l’astuta signorina Mowcher toccandosi il naso –
lavoratelo con la regola dei segreti in tutti i commerci, e il prodotto vi darà il risultato che si domanda. Io dico che me ne intendo anch’io un po’, d’abbindolamento.
Una vedova lo chiama balsamo per le labbra. Un’altra lo chiama guanti. Un’altra lo chiama trina. Un’altra lo chiama ventaglio. Io lo chiamo secondo che si vuol meglio. Lo fornisco a tutte, ma è come se non sapessi nulla, ed esse fingono che io non sappia nulla, e con una faccia tale che se lo metterebbero in pubblico come sotto il mio naso. E quando lo servo, a volte mi domandano, e n’hanno un dito sulla faccia, e non c’è da sbagliarsi:
«Come vi pare che io stia, Mowcher? Non vi sembro un po’ pallida?» Ah! ah! ah! ah! Non è delizioso, mio giovane amico?
Non avevo mai in vita mia visto nulla che somigliasse alla signorina Mowcher, mentre stava in piedi sulla tavola, nell’atto di deliziarsi delle sue parole, di sfregare la testa di Steerforth, e d’ammiccare al mio indirizzo.
– Ah! – ella disse. – In queste parti non c’è una gran ri-590
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cerca di simile cose. E me ne meraviglio. Da che son qui, non ho più visto una bella donna, caro.
– Possibile? – disse Steerforth.
– Neppure il fantasma di mezza – rispose la signorina Mowcher.
– Noi le potremmo mostrare la sostanza di una, non è vero? – disse Steerforth, volgendomi lo sguardo. – Che ne dici, Margheritina?
– Davvero – dissi.
– Ah, sì! – esclamò la piccola creatura scrutandoci attenta in viso, e poi facendo capolino sulla fronte di Steerforth. – Veramente?
La prima esclamazione sonò come una domanda fatta a tutti e due, e la seconda come una domanda fatta a Steerforth solo. Ma non avendo avuto la risposta che chiedeva da nessuno dei due, continuò a sfregare, con la testa da un lato e l’occhio in su, come se attendesse una risposta dall’alto e stesse lì lì per averla.
– Forse si tratta d’una vostra sorella, signor Copperfield? – essa esclamò, dopo una pausa, e conservando lo stesso atteggiamento. – No?
– No – disse Steerforth, prima ch’io potessi rispondere.
– Nulla di simile. Al contrario, il signor Copperfield soleva... o io m’inganno... avere una grande ammirazione per lei.
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– E come, non più ora? – rispose la signorina Mowcher.
– Così incostante egli è? Oh, vergogna! Fiuta ogni fiore, e muta ogni ora, finché non incappa in Polly... Si chiama Polly?
L’improvvisa domanda con la quale mi assaltò e uno sguardo penetrante mi sconcertarono assolutamente.
– No, signorina Mowcher – risposi. – Si chiama Emilia.
– Ah! – essa esclamò esattamente come prima. – Veramente! Forse parlo troppo, signor Copperfield, ma saprò star zitta.
Il suo tono e il suo sguardo davano a divedere qualche cosa che non mi piaceva in relazione con quel soggetto; così dissi con più serietà di quanta ne fosse apparsa fra noi fino allora:
– Essa è bella e virtuosa insieme. S’è fidanzata a un degno e bravo giovane della sua stessa condizione. Ed io la stimo per il suo buon senso, come l’ammiro per la sua bellezza.
– Benissimo! – esclamò Steerforth. – Silenzio, silenzio, silenzio! Ora soddisferò la curiosità di questa piccola Fatima, mia cara Margheritina, col non lasciarle nulla da indovinare. Presentemente, ella è apprendista, signorina Mowcher, o occupata, come meglio vi pare, da Omer e Joram, merciai e tappezzieri, e così via, in questa città.
Sentite bene? Omer e Joram. Il fidanzamento del quale ha parlato il mio amico è fissato e stabilito con suo cugi-592
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no: il nome di battesimo, Cam; cognome, Peggotty; professione, fabbricante di barche; anche lui di questa città.
Essa abita con un parente: nome di battesimo, sconosciuto; cognome, Peggotty; professione, pescatore; anche lui di questa città. Essa è la più bella e attraente fata del mondo. Io la ammiro... proprio come il mio amico...
straordinariamente. Se non sembrasse che io volessi deprezzare il fidanzato... il che so che dispiacerebbe al mio amico... aggiungerei che a me sembra che ella non faccia un buon affare: son certo che potrebbe incontrar meglio; e che è nata per essere una signora.
La signorina Mowcher ascoltava queste parole, che furono pronunziate con gran lentezza e chiarezza, con la testa da un lato e l’occhio in aria, come se stesse ancora aspettando quella tale risposta. Quando egli finì ella riprese a un tratto la sua attività, e ricominciò a cicalare con sorprendente volubilità.