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Charles Dickens

David Copperfield

– Sì, signore. V’ero rimasto appunto per veder finito il battello.

– Lo so. – Egli levò gli occhi ai miei rispettosamente. – Il signor Steerforth, immagino, non l’ha ancora veduto?

– Realmente non so dire, signore. Credo... ma realmente non so dire. Vi do la buona sera, signore.

Nel rispettoso inchino che seguì a queste parole, egli comprese tutti i presenti e scomparve. I miei ospiti, quando se ne fu andato, parvero respirare più liberamente; ma il mio sollievo fu massimo, perché oltre l’imbarazzo che mi veniva da quella strana sensazione d’esser sempre da meno in presenza di quell’uomo, la coscienza mi aveva tormentato, rimproverandomi d’aver diffidato del suo padrone, e io non era riuscito a reprimere un vago timore, che egli lo potesse indovinare. Perché, avendo in realtà così poco da nascondere, sentivo sempre l’impressione che quell’uomo mi stesse frugando?

Mi scosse da questa considerazione, mista di una pungente inquietudine di veder apparire Steerforth in persona, il signor Micawber, col tesser l’elogio dell’assente Littimer, persona veramente rispettabile, domestico indubbiamente ammirevole. Il signor Micawber, posso notare, s’era attribuito tutta la sua parte dell’inchino generale, e lo aveva ricevuto con infinita condiscendenza.

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– Ma il ponce, mio caro Copperfield – disse il signor Micawber, assaggiandolo – è come il tempo e la marea, non aspetta nessuno. Ah, nel presente istante è nella sua più squisita fragranza! Amor mio, vuoi dirmi la tua opinione?

La signora Micawber lo giudicò eccellente.

– Allora io berrò – disse il signor Micawber – se il mio amico Copperfield mi permetterà di prendermi questa libertà conviviale, ai giorni quando io e il mio amico Copperfield eravamo più giovani e ci aprivamo la nostra strada nel mondo combattendo a fianco a fianco. Posso dir così di me come di Copperfield, con le parole che abbiamo cantato spesso insieme, che Pei bei petali l’erbose

prode tutte abbiam cercato,

... sotto un aspetto metaforico... in parecchie occasioni.

Io veramente non so – disse il signor Micawber, arro-tondando la voce e col solito tono indescrivibile di dire qualche cosa di nobile – di che cosa fossero quei petali della canzone, ma non ho dubbio, che Copperfield e io li avremmo spesso cercati, se fosse stato possibile.

Il signor Micawber, per quel momento, cercò intorno un sorso di ponce. Così facemmo tutti: Traddles eviden-739

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temente perduto nel domandarsi in quale lontana epoca io e il signor Micawber potessimo essere stati commili-toni nella battaglia della vita.

– Ahum! – disse il signor Micawber, schiarendosi la gola, e scaldandosi al ponce e al fuoco.

– Mia cara, un altro bicchiere.

La signora disse che non ne voleva più che due dita sole; ma noi non glielo potemmo permettere, e le presentammo un bicchiere colmo.

– Siccome qui siamo tutti fra amici, signor Copperfield

– disse la signora Micawber, sorseggiando il ponce – e il signor Traddles fa oramai parte della famiglia, mi piacerebbe di sentire il vostro parere sulle speranze di mio marito. Perché il commercio dei grani – disse la signora Micawber, procedendo all’atto dimostrativo – come ho sempre detto al signor Micawber, può esser signorile, ma non è remunerativo. Una percentuale che arriva a due scellini e nove pence in una quindicina non può, per quanto i nostri bisogni sian limitati, considerarsi remunerativa.

Su questo eravamo tutti d’accordo.

– Allora – disse la signora Micawber, che si vantava d’avere un’idea pratica delle cose, e di guidare con la sua femminile saggezza sulla retta via il signor Micawber, tutte le volte ch’egli accennava a sviarsi un poco –

allora io mi faccio questa domanda. Se non si può con-740

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tare sul grano, bisogna contare su che cosa? Bisogna contare sul carbone? Per null’affatto. Consigliati dalla mia famiglia, abbiamo già fatto questo esperimento, e non ci è riuscito.

Il signor Micawber, appoggiato alla spalliera della sedia, con le mani in tasca ci guardava di sbieco, e faceva di sì con la testa, come per dire che la cosa era chiarissimamente esposta.

– Se le merci grano e carbone – disse la signora Micawber, con piglio dimostrativo più grave – sono entrambe fuori di discussione, signor Copperfield, io mi guardo intorno nel mondo, e dico: «In che cosa una persona che abbia le qualità d’ingegno di mio marito ha probabilità di riuscire?» Ne escludo ogni intrapresa su cui si guadagni una percentuale o una commissione, perché son sempre guadagni incerti. Son convinta che ciò che con-viene meglio a una persona del carattere speciale di mio marito sia la certezza.

Traddles e io esprimemmo entrambi, con un sentito mormorìo, che questa grande scoperta del carattere speciale del signor Micawber era indubbiamente esatta, e che gli faceva molto onore.

– Io non vi nasconderò, mio caro Copperfield –

disse la signora Micawber – che da lungo tempo ho compreso che il commercio della birra è l’unico adatto a mio marito. Vedete Barclay e Perkins! Vedete Tru-741

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man, Hanbury e Buxton! È in quella proporzione che il signor Micawber, lo conosco bene io, è destinato a risplendere; e i guadagni, mi si dice, sono enormi! Ma se mio marito non può entrare in quelle ditte... che rifiutano di rispondere alle sue lettere, anche quand’egli offre loro i suoi servigi per un impiego anche modesto... a che serve di indugiarsi su questo progetto? A nulla. Io posso esser persuasa che le maniere di mio marito...

– Uhm! In verità, mia cara... – interruppe il signor Micawber.

– Amor mio, taci – disse la signora Micawber, mettendo il guanto marrone sulla mano del marito. – Io posso avere la persuasione che le maniere di mio marito sarebbero specialmente adatte per una casa bancaria. Posso in me stessa ragionare che se avessi un deposito in una casa bancaria, le maniere del signor Micawber, se egli rappresentasse quella casa, m’ispire-rebbero la massima fiducia, e servirebbero ad estendere il cerchio degli affari. Ma se le varie case bancarie rifiutano di valersi dell’abilità di mio marito, o rispon-dono con disprezzo all’offerta dei suoi servigi, a che serve d’insistere su questa idea? A nulla. Quanto a fondare una casa bancaria, posso dire che vi sono persone della mia famiglia che se volessero mettere il loro denaro nelle mani di mio marito, potrebbero fondare un istituto di simil genere. Ma se esse non voglio-742

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no mettere il loro denaro nelle mani del signor Micawber... se non vogliono... a che serve? Ne concludo che non siamo d’un passo più innanzi dal punto donde siamo partiti.

Io scossi il capo, e dissi: «Eh, già!»; anche Traddles scosse il capo, e disse: «Eh, già!».

– Che ne deduco? – continuò la signora Micawber, ancora con l’atteggiamento di chi espone un caso con luci-dezza. – Qual è la conclusione, mio caro Copperfield, alla quale io sono irresistibilmente condotta? Ho torto se dico che è evidente che noi dobbiamo vivere?

Io risposi: «Tutt’altro!» e Traddles rispose:,

«Tutt’altro!», e, dopo, mi trovai solo ad aggiungere sag-giamente che si deve o vivere o morire.

– Appunto – rispose la signora Micawber – precisamente così. E il fatto sta, mio caro signor Copperfield, che non possiamo vivere se non accade fra breve qualche cosa di assolutamente diverso dalle presenti circostanze.

Ora io son persuasa, e, l’ho già fatto notare parecchie volte a mio marito, che non si può aspettare che le cose accadano così da sole. Dobbiamo, in una certa misura, aiutarle ad accadere. Posso aver torto, ma questa è la mia persuasione.

Are sens