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Ella stava ritta sulla sedia, immobile, impassibile, come se nulla potesse turbarla. Diede uno sguardo severo al pescatore Peggotty, quando le fu dinanzi; ed egli la guardò con la stessa severità. Gli occhi penetranti della signorina Dartle frugavano nello stesso tempo in noi tutti. Per qualche momento non fu pronunziata una parola. Ella fece cenno al pescatore Peggotty di sedersi. Egli disse sottovoce: «Non mi parrebbe naturale, signora, di sedermi in questa casa. Preferisco rimanere in piedi». E seguì un altro silenzio, ch’ella ruppe dicendo:

– Ho appreso, potete figurarvi con quanto rammarico, la ragione che vi ha condotto qui. Che volete da me? Che chiedete che io faccia?

Egli si mise il cappello sotto l’ascella, e tastandosi in petto per cercar la lettera dell’Emilia, la trasse, la spiegò e gliela porse.

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– Per piacere, leggete, signora. È di mano di mia nipote.

Ella la lesse, con la stessa aria impassibile e grave – non commossa minimamente dal suo contenuto, come potei vedere – e gliela restituì.

«A meno che non mi riconduca sua moglie» – disse il pescatore Peggotty, mostrando quel passo con l’indice. –

Vengo per sapere, signora, se egli manterrà la parola.

– No – ella rispose.

– Perché no? – disse il pescatore Peggotty.

– È impossibile. Si degraderebbe. Voi certamente sapete benissimo che ella è molto al di sotto di lui.

– Innalzatela! – disse il pescatore Peggotty.

– È ignorante e senza educazione.

– Forse no, forse sì – disse il pescatore Peggotty. – Io credo di no; ma non m’intendo di queste cose. Educatela meglio.

– Giacché mi costringete a parlare più chiaramente, e non vorrei farlo, sappiate che, se non ci fosse altro ostacolo, la sua umile parentela renderebbe impossibile una cosa simile.

– Ascoltatemi, signora – egli rispose, piano e calmo. –

Voi sapete che sia voler bene a un figlio, e anch’io lo so, perché se ella fosse cento volte mia figlia, non potrei volerle più bene. Voi non sapete che sia perdere un fi-831

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glio, ma io lo so. Tutti i mucchi di ricchezze del mondo, se fossero miei, li darei per riscattarla. Ma salvatela dalla sua degradazione, e noi non la degraderemo più. Nessuno di quelli che l’han vista nascere, nessuno di quelli che son vissuti finora con lei, e l’avevan da tanti anni come il loro unico tesoro, cercherà mai più di vederla in viso. Noi saremo contenti di saper ch’ella vive... contenti di pensarla lontano lontano, come se fosse sotto un altro sole e un altro cielo; contenti di lasciarla al marito...

ai suoi bambini, forse... e attendere il tempo in cui tutti quanti saremo eguali innanzi a Nostro Signore.

La semplice eloquenza con la quale egli parlava non rimase assolutamente senza effetto. Ella parlò ancora in tono orgoglioso, ma pure con maggiore morbidezza, quando rispose:

– Io non giustifico nulla. Non accuso nessuno; ma mi duole di ripetere che è impossibile. Un matrimonio simile troncherebbe irreparabilmente la carriera di mio figlio, e farebbe crollare tutte le sue speranze. Nulla è più certo di questo: che non potrà mai darsi, e non si darà mai. Se vi è qualche altro compenso...

– Nel vostro viso io veggo la perfetta immagine – interruppe il signor Peggotty, con uno sguardo fermo ma scintillante – di colui che ho visto in casa mia, accanto al mio focolare, nel mio battello... dove non l’ho visto?... gentile e sorridente, mentre meditava un tradimento così nero, che divento quasi pazzo quando ci ri-832

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penso. Se quell’immagine non si fa di fuoco ardente, al-l’idea di offrirmi del denaro per la perdita e la rovina della mia figliuola, non vale più di suo figlio. Anzi non so, se, essendo di una donna, non sia peggiore.

A un trattò ella si trasfigurò. Un rossore di collera le si sparse sui lineamenti; e disse con alterezza, stringendo i bracciuoli della poltrona:

– E voi qual compenso potete offrirmi per aver aperto un simile abisso tra mio figlio e me? Che cosa è il vostro amore di fronte al mio? Che cosa è la vostra separazione di fronte alla nostra?

La signorina Dartle la toccò leggermente, e le si chinò all’orecchio per dirle qualcosa; ma essa non volle sentir nulla.

– No, Rosa, neanche una parola. Che quest’uomo ascolti ciò che ho da dirgli. Mio figlio, che è stato l’unico oggetto della mia vita, al quale ho dedicato ogni pensiero, del quale ho appagato i minimi desideri fin da bambino, dal quale non mi son separata mai da quando è nato...

invaghirsi a un tratto d’una miserabile ragazza e sfuggir-mi! Ricompensar la mia fiducia con un inganno sistematico, per amor di lei, e abbandonarmi per lei! Contrap-porre questo suo capriccio sciagurato ai diritti che sua madre ha al suo dovere, al suo amore, al suo rispetto, alla sua gratitudine – diritti che ogni giorno e ogni ora della sua vita avrebbero dovuto rafforzarsi con vincoli 833

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che nulla avrebbe dovuto rompere!... Non è anche questo un oltraggio?

Di nuovo Rosa Dartle tentò di calmarla, ma invano.

– Rosa, lasciami dire, ti ripeto! Se egli può arrischiar tutto per il più futile oggetto, posso farlo anch’io per un motivo più degno. Che vada dove vuole, coi mezzi che il mio amore gli ha assicurati! Pensa di intenerirmi con una lunga assenza? Se così crede, conosce poco sua madre! Rinunzi subito al suo capriccio, e sarà il benvenuto.

Se non vi rinunzia subito, non mi vedrà mai più, viva o moribonda, finché, liberato da lei per sempre, egli non venga a chiedermi umilmente perdono. Questo è il mio diritto. Questa la prova del pentimento che esigo! Questa è la separazione che è stata scavata fra noi. E non è anche questo – aggiunse, guardando il visitatore col piglio altero e sdegnoso con cui aveva cominciato – un oltraggio?

Udendo e vedendo la madre dire queste parole, mi sembrava di vedere e udire il figlio e ribatterle. Quanto avevo visto in lui d’inflessibile e d’ostinato, ritrovavo in lei.

Tutto quanto sapevo dell’energia mal diretta del figlio m’illuminava sul carattere della madre, facendomi comprendere che il fondo della sostanza di lei era il medesimo.

Ella allora mi disse, a voce alta, con la primitiva freddezza, che era inutile discutere più oltre, e che era me-834

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glio troncare il colloquio. E si levò con aria di dignità per andarsene via dalla stanza, quando il pescatore Peggotty dichiarò che non serviva.

– Non temete che io voglia disturbarvi ancora: non ho più nulla da dirvi, signora – egli osservò, avviandosi alla porta. – Son venuto qui senza speranza, e me ne vado senza speranza. Ho fatto ciò che credevo si dovesse fare, ma non speravo nulla di bene dal venire dove son venuto. Questa casa è stata maledetta per me e per i miei, e sarei pazzo a sperarne qualche cosa di bene.

Dopo questo noi ce ne andammo, lasciando la signora Steerforth in piedi accanto alla poltrona, come una bella immagine in un nobile atteggiamento.

Dovevamo, per uscire, traversare un vestibolo dal tetto e le pareti di vetro, sul quale s’arrampicava e s’intrecciava una pergola. Le foglie e i tralci erano allora verdi e, nel giorno radioso, le vetrate che davano sul giardino erano aperte. Rosa Dartle, arrivata tacitamente nel momento che noi uscivamo, si rivolse a me.

– Bella cosa – disse – a condur quest’uomo qui!

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