– No, grazie, signore.
– Il signor Steerforth arriva da Oxford?
736
Charles Dickens
David Copperfield
– Scusate, signore?
– Dico se il signor Steerforth arriva da Oxford.
– Credo che potrà essere qui domani, signore. Pensavo, anzi, che potesse essere arrivato qui oggi, signore.
Senza dubbio, l’errore è mio.
– Se doveste vederlo prima... – dissi.
– Scusatemi, signore, ma non credo che lo vedrò prima.
– Nel caso che lo vediate – dissi – fatemi il piacere di dirgli che m’è dispiaciuto non fosse qui oggi, perché sarebbe stato con un altro suo antico compagno di scuola.
– Veramente, signore? – ed egli divise un inchino fra me e Traddles, con un’occhiata a quest’ultimo.
Se n’andava lentamente verso la porta, quando nella folle speranza di esprimere qualche cosa di semplice e naturale – cosa che non mi riusciva mai, con quell’uo-mo – dissi:
– Oh, Littimer!
– Signore!
– Siete rimasto a lungo a Yarmouth, questa volta?
– Veramente no, signore.
– Avete visto il battello finito?
737
Charles Dickens
David Copperfield
– Sì, signore. V’ero rimasto appunto per veder finito il battello.
– Lo so. – Egli levò gli occhi ai miei rispettosamente. – Il signor Steerforth, immagino, non l’ha ancora veduto?
– Realmente non so dire, signore. Credo... ma realmente non so dire. Vi do la buona sera, signore.
Nel rispettoso inchino che seguì a queste parole, egli comprese tutti i presenti e scomparve. I miei ospiti, quando se ne fu andato, parvero respirare più liberamente; ma il mio sollievo fu massimo, perché oltre l’imbarazzo che mi veniva da quella strana sensazione d’esser sempre da meno in presenza di quell’uomo, la coscienza mi aveva tormentato, rimproverandomi d’aver diffidato del suo padrone, e io non era riuscito a reprimere un vago timore, che egli lo potesse indovinare. Perché, avendo in realtà così poco da nascondere, sentivo sempre l’impressione che quell’uomo mi stesse frugando?
Mi scosse da questa considerazione, mista di una pungente inquietudine di veder apparire Steerforth in persona, il signor Micawber, col tesser l’elogio dell’assente Littimer, persona veramente rispettabile, domestico indubbiamente ammirevole. Il signor Micawber, posso notare, s’era attribuito tutta la sua parte dell’inchino generale, e lo aveva ricevuto con infinita condiscendenza.
738
Charles Dickens
David Copperfield
– Ma il ponce, mio caro Copperfield – disse il signor Micawber, assaggiandolo – è come il tempo e la marea, non aspetta nessuno. Ah, nel presente istante è nella sua più squisita fragranza! Amor mio, vuoi dirmi la tua opinione?
La signora Micawber lo giudicò eccellente.
– Allora io berrò – disse il signor Micawber – se il mio amico Copperfield mi permetterà di prendermi questa libertà conviviale, ai giorni quando io e il mio amico Copperfield eravamo più giovani e ci aprivamo la nostra strada nel mondo combattendo a fianco a fianco. Posso dir così di me come di Copperfield, con le parole che abbiamo cantato spesso insieme, che Pei bei petali l’erbose
prode tutte abbiam cercato,
... sotto un aspetto metaforico... in parecchie occasioni.
Io veramente non so – disse il signor Micawber, arro-tondando la voce e col solito tono indescrivibile di dire qualche cosa di nobile – di che cosa fossero quei petali della canzone, ma non ho dubbio, che Copperfield e io li avremmo spesso cercati, se fosse stato possibile.
Il signor Micawber, per quel momento, cercò intorno un sorso di ponce. Così facemmo tutti: Traddles eviden-739
Charles Dickens
David Copperfield
temente perduto nel domandarsi in quale lontana epoca io e il signor Micawber potessimo essere stati commili-toni nella battaglia della vita.