"Unleash your creativity and unlock your potential with MsgBrains.Com - the innovative platform for nurturing your intellect." » » David Copperfield- Charles Dickens-eBook online free

Add to favorite David Copperfield- Charles Dickens-eBook online free

Select the language in which you want the text you are reading to be translated, then select the words you don't know with the cursor to get the translation above the selected word!




Go to page:
Text Size:

Non so veramente se fosse più contento Traddles o io.

– La cosa – disse improvvisamente Traddles, cavando una lettera di tasca e porgendomela – m’ha fatto uscir di mente il signor Micawber.

La lettera (il signor Micawber non si lasciava sfuggire nessuna occasione mai di scrivere una lettera) era indirizzata a me (il signor Traddles, dell’Inner Temple, la consegnerà per favore). Diceva così:

« Mio caro Copperfield,

«Tu forse non sei impreparato a ricevere la novella che la carta è cambiata. Forse altre volte ebbi l’occasione di menzionarti che io ero in attesa d’un simile evento.

«Io mi accingo a stabilirmi in una città di provincia della nostra gloriosa isola (dove la popolazione si può ritenere una felice mescolanza di agricoltori e di ecclesiastici), in immediato rapporto con persona che esercita una dotta professione. La signora Micawber e la nostra prole mi accompagneranno. Le nostre ceneri, in un tempo avvenire, saranno probabilmente trovate commiste nel cimitero annesso a un venerabile edificio, il quale ha dato gran fama al punto al quale alludo, perfino, direi, nella Cina e nel Perù.

940

Charles Dickens

David Copperfield

«Nel dire addio alla moderna Babilonia, dove noi siamo stati in balìa di molte vicissitudini, voglio sperare non ignobilmente, la signora Micawber e io non possiamo dissimularci che ci separiamo, forse temporaneamente ma forse anche per sempre, da un individuo legato da forti rimembranze all’altare della nostra vita domestica.

Se alla vigilia d’una simile partenza, tu vorrai accompagnare il nostro comune amico Tommaso Traddles alla nostra attuale dimora, è ivi ricambiare gli auguri naturali alla circostanza, tu farai un gran regalo.

«A

«Quello

«Che

«È

«Sempre

«Il tuo

«WILKINS MICAWBER».

Ero lieto di apprendere che il signor Micawber si fosse liberato delle sue polveri e delle sue ceneri, e che la carta fosse finalmente cambiata. Apprendendo da Traddles che l’invito era per quella stessa sera, mi dichiarai pronto ad accettarlo, e ci recammo insieme nell’appartamento che il signor Micawber occupava col nome del signor Mortimer, e che era situato di fianco all’estremità di 941

Charles Dickens

David Copperfield

Gray’s Inn Road.

Gli agi di quell’appartamento erano così scarsi, che trovammo i gemelli, i quali avevano otto o nove anni, addormentati in un’ottomana a letto messa nel salotto, dove il signor Micawber aveva preparato nella brocca del catino ciò che chiamava un «Cotta», la piacevole bevanda per la quale egli andava famoso. Ebbi il piacere, in quell’occasione, di rinnovare la conoscenza del signorino Micawber, un promettente ragazzo di dodici o tredici anni, assai soggetto a quella irrequietezza di membra che non è un raro fenomeno nei fanciulli della sua età. Rifeci inoltre la conoscenza di sua sorella, la signorina Micawber, nella quale, come ci disse il signor Micawber, «sua madre rinnovava la propria giovinezza, come la Fenice».

– Mio caro Copperfield – disse il signor Micawber – tu e il signor Traddles ci trovate sul ciglio dell’emigrazione, e ci perdonerete se in questa circostanza non ci è possibile ricevervi come meritate.

Guardando intorno, mentre davo la risposta adatta, osservai che gli oggetti familiari, tutti affardellati, formavano insieme un bagaglio per nulla affatto ingombrante. Mi congratulai con la signora Micawber per il prossimo cambiamento.

– Mio caro signor Copperfield – disse la signora Micawber – del vostro benevolo interessamento in tutte le 942

Charles Dickens

David Copperfield

nostre faccende, io sono più che persuasa. La mia famiglia può chiedere che noi andiamo in esilio se vuole, ma io sono moglie e madre, e non abbandonerò mai il signor Micawber.

Traddles, al quale la signora Micawber chiedeva una approvazione con lo sguardo, assentì cordialmente.

– Questa – disse la signora Micawber – questa, almeno, è la mia opinione, mio caro signor Copperfield e signor Traddles, dell’obbligo che contrassi con me stessa quando ripetei le irrevocabili parole: «Io, Emma, prendo te, Wilkins». Lessi tutto il servizio divino a lume di candela la sera prima, e ne trassi la conclusione che non potevo abbandonare mai il signor Micawber. E – disse la signora Micawber – sebbene io mi possa ingannare nel giudizio sul significato della cerimonia, non lo abbandonerò mai.

– Mia cara – disse il signor Micawber, un po’ spazienti-to – non credo che alcuno pensi che tu possa fare qualche cosa di simile.

– So bene, mio caro Copperfield – continuò la signora Micawber – che sono sul punto di abbandonare la mia sorte in mezzo a degli stranieri, e so bene anche che le varie persone della mia famiglia, alle quali mio marito ha scritto nei termini più compiti, annunciando la cosa, non si son curati minimamente di rispondere alle sue comunicazioni. Chi sa, forse son superstiziosa – disse la 943

Charles Dickens

David Copperfield

signora Micawber – ma mi sembra che mio marito sia destinato a non ricevere mai alcuna risposta alla grande maggioranza delle lettere che scrive. Dal silenzio della mia famiglia arguisco ch’essi sono contrari alla mia risoluzione; ma io non mi farei stornare dalla via del dovere, signor Copperfield, neanche dal papà e dalla mamma, se fossero vivi.

Io espressi il mio parere favorevole alla sua netta risoluzione.

– Può essere un sacrificio – disse la signora Micawber – andarsi a seppellire in una città di provincia; ma certo, signor Copperfield, se è un sacrificio per me, il sacrificio è maggiore per un uomo che ha le qualità di mio marito.

– Oh! Dove andate? – dissi.

Il signor Micawber, che aveva distribuito in giro la bevanda della brocca, rispose.

– A Canterbury. Per dir la verità, mio caro Copperfield, ho fatto un contratto col nostro amico Heep, che mi obbliga d’aiutarlo e servirlo in qualità di suo segretario di fiducia.

Guardai stupito il signor Micawber, che si mostrò lieto della mia sorpresa.

– Son costretto a dichiararti – egli disse, in tono ufficiale

– che le qualità pratiche e i prudenti consigli di mia mo-944

Charles Dickens

David Copperfield

glie hanno contribuito potentemente a questo risultato. Il guanto di sfida, alla società, al quale una volta, se ti ricordi, fu accennato da mia moglie, in realtà fu gettato in forma d’un annuncio. Raccolto dal mio amico Heep, esso ha condotto a un reciproco accordo. Del mio amico Heep – disse il signor Micawber – che è uomo di acutezza considerevole, io desidero parlare col maggiore rispetto. Il mio amico Heep in realtà non ha fissato il compenso su una cifra troppo alta, ma ha fatto molto per distrigarmi da una rete di penose difficoltà finanziarie, in considerazione del valore dei miei servizi: ed io farò del mio meglio perché i miei servizi gli riescan preziosi.

Quel po’ di destrezza e d’intelligenza che m’è dato di possedere – disse il signor Micawber, e con falsa modestia ed effettivo orgoglio e con l’antico suo piglio di nobiltà condiscendente – sarà consacrato al servizio del mio amico Heep. Ho già qualche pratica legale... giacché parecchie volte ho avuto occasione d’esser citato in cause civili... e subito mi dedicherò a studiare i Com-menti d’uno dei più eminenti e ragguardevoli giuristi inglesi. È inutile aggiungere che voglio alludere al giudice Blackstone.

Queste osservazioni, e la maggior parte delle osservazioni che si fecero quella sera, furono interrotte dalla signora Micawber che scopriva che il signorino Micawber le sedeva sulle scarpe, o si teneva la testa con le braccia come se avesse paura che gli si staccasse, o dava dei calci a Traddles sotto la tavola, o si metteva i 945

Charles Dickens

Are sens