Charles Dickens
David Copperfield
ricompensa, e Dora si doveva conquistare.
Mi eccitai tanto, che mi dispiacque alquanto di non aver già l’abito frusto. Volevo già essere occupato ad abbattere gli alberi nella foresta delle difficoltà in circostanze che provassero la mia forza. Avevo quasi intenzione di chiedere a un vecchio, che aveva le lenti di fil di ferro e rompeva le pietre sulla strada, di prestarmi un po’ il martello e lasciarmi cominciare a scavare nel granito un pensiero per Dora. Mi esaltai e mi scaldai tanto, andando innanzi quasi senza fiato, che mi parve che mi fossi occupato a guadagnare non so quanto. In quella condizione, entrai in un villino che era da appigionare, e lo visitai minutamente – perché sentivo la necessità di esser pratico. Sarebbe convenuto a me e a Dora meravigliosamente: c’era un giardino davanti in cui Jip avrebbe potuto correre e abbaiare ai rivenditori girovaghi attraverso lo steccato, e una magnifica camera in alto per mia zia. Ne uscii più fervido e più veloce che mai, e corsi fino a Highgate a un passo tale che arrivai un’ora prima del tempo stabilito. Approfittai di quell’ora per ripo-sarmi e raffreddarmi un poco, in modo da essere presen-tabile.
Mia prima cura, dopo aver gironzato lì attorno, si fu di trovare la casa del dottore. Non era dal lato dove abitava la signora Steerforth, ma precisamente nel punto opposto della cittaduzza. Fatta questa scoperta, tornai, obbedendo a un’attrazione alla quale non seppi resistere, in 924
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un vicolo attiguo a quello della casa della signora Steerforth, e mi misi a contemplare l’angolo del muro del giardino. La finestra della camera di Steerforth era perfettamente chiusa. Le porte della serra erano spalancate, e Rosa Dartle camminava a testa scoperta, a passo rapido e impetuoso su e giù per un viale di ghiaia sull’orlo del prato. Ella mi fece l’impressione d’un essere selvaggio, che stesse trascinando la sua catena sempre sulla stessa via, consumandosi il cuore.
Mi ritrassi pianamente dal mio posto di osservazione, e fuggendone, col rammarico d’esservi andato, gironzai senza scopo fino alle dieci. Non c’era in quel tempo a dirmi l’ora la chiesa dal sottile pinnacolo, che si leva adesso sulla vetta della collina. Una vecchia casa di mattoni rossi, che serviva da scuola, era allora in quel punto; e mi fece l’impressione che dovesse esser veramente piacevole andare a scuola lì dentro.
Quando mi avvicinai al villino dei signori Strong – un bell’edificio antico, per il quale, a giudicare dalle ripara-zioni e dagli abbellimenti che sembravano appena finiti, s’era dovuto spendere una bella sommetta – vidi in un lato del giardino passeggiare il dottore, ancora con le uose, come se non avesse mai smesso di passeggiare dai giorni in cui io andavo a scuola da lui. D’attorno aveva ancora i suoi vecchi compagni; perché c’erano una gran quantità d’alberi da presso, e due o tre cornacchie che saltellavano sull’erba, andandogli dietro, come se aves-925
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sero un incarico ufficiale dalle cornacchie di Canterbury, di sorvegliarlo diligentemente.
Convinto che attrarre la sua attenzione da quella distanza era impresa assolutamente disperata, mi feci ardito di aprire il cancello, e di andargli dietro, in modo da incontrarlo di fronte nel momento che si sarebbe voltato. Vol-tatosi, si mosse verso di me, mi guardò pensoso per qualche momento,certo senza riconoscermi; e poi, con un piacere vivissimo dipinto sul volto benevolo, mi prese per ambo le mani.
– Ebbene, mio caro Copperfield – disse il dottore – sei diventato un uomo! – Come stai? Sono veramente felice di rivederti. Ma che bella ciera che hai! Sei assolutamente... sì... cielo benedetto!
Gli domandai notizie della sua salute e di quella della signora.
– Oh, caro, sì! – disse il dottore. – Annie sta molto bene, e sarà tanto contenta di rivederti. Tu sei sempre il suo diletto. Me l’ha ripetuto ieri sera, quando le mostrai la tua lettera. E... sì, certo... ricordi Jack Maldon?
– Perfettamente, signore.
– Naturalmente – disse il dottore. – Certo. Anche lui sta piuttosto bene.
– È ritornato in patria, signore? – chiesi.
– Dall’India? – disse il dottore. – Sì. Jack Maldon 926
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non poteva sopportare quel clima, caro mio. La signora Markleham... ti ricordi mia suocera, la signora Markleham?
Dimenticare il Vecchio Soldato? E in così breve tempo?
– Mia suocera – disse il dottore – era in pensiero per lui, poveretta: così l’abbiamo fatto tornare a casa, e gli abbiamo procurato un posticino molto più conveniente.
Conoscevo abbastanza Jack Maldon, per arguire da questo cenno che nel nuovo posticino non c’era molto da fare e si guadagnava abbastanza. Il dottore, camminando su e giù, con la mano sulla mia spalla e il suo viso gentile rivolto al mio con aria incoraggiante, continuò:
– Ora, mio caro Copperfield, possiamo parlare della tua offerta. Non c’è dubbio che m’ha fatto un enorme piacere, ma non credi che tu possa far meglio? Tu ti segnala-vi, lo sai, alla mia scuola. Tu hai qualità che ti porteran-no lontano. Tu hai messo delle fondamenta che potranno sostenere qualunque edificio, e non è un peccato dare la primavera della tua vita a una meschina occupazione, quale è quella che posso offrirti io?
Mi esaltai di nuovo ed esprimendomi, temo, in uno stile quasi lirico, insistei fortemente nella mia domanda; ricordando al dottore che avevo già una professione.
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– Bene, bene – disse il dottore – questo è vero. Certo, giacché hai già scelto una professione e ora sei occupato a studiarla, è diverso. Ma, mio buon amico, che cosa ti fanno settanta sterline all’anno?
– Raddoppiano la nostra rendita, dottor Strong – io dissi.
– Veramente! – rispose il dottore. – Chi l’avrebbe mai detto? Non che io intenda che l’onorario debba essere strettamente limitato a settanta sterline all’anno, perché ho sempre pensato di fare anche un regalo a quel giovine amico che avrei così occupato. Indubbiamente – disse il dottore, che continuava a passeggiare con la mano poggiata sulla mia spalla – ho sempre messo in conto una gratificazione annuale.
– Mio caro maestro – dissi, semplicemente e senza frasi – io ho con voi dei debiti di riconoscenza che non potrò mai saldare.
– No, no – interruppe il dottore – che dici mai!
– Se voi vorrete occuparmi nelle ore che ho disponi-bili, la mattina e la sera, compensandomele con settanta sterline all’anno, mi farete un piacere che non saprò come esprimervi.
– Veramente! – disse il dottore, ingenuamente. –
Pensare che così poco possa significare tanto! Veramente! E quando tu potrai trovar di meglio, mi promet-ti di pigliarlo? Mi dai la tua parola? – disse il dottore, 928