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tornata. Tutta la notte – disse il pescatore Peggotty –

siamo rimasti insieme, l’Emilia e io. Non m’ha detto gran cosa, tenuto conto del tempo, con le parole interrotte dai singhiozzi; ed io ho appena visto il caro viso di quella che s’è fatta grande in casa mia. Ma tutta la notte ho sentito le sue braccia intorno al mio collo, e la sua testa s’è poggiata sulla mia spalla; e noi sappiamo di aver riconquistato la nostra fiducia reciproca.

Cessò di parlare, e mise la mano a riposar sulla tavola, con un atto di decisione che avrebbe domato un leone.

– Fu come uno spiraglio di luce per me, Trot – disse mia zia, asciugandosi gli occhi – la risoluzione che feci un giorno d’esser madrina di tua sorella Betsey Trotwood, la quale mi deluse; ma dopo, nulla avrebbe potuto darmi maggior piacere che l’esser madrina del figlio di quella povera piccina.

Il pescatore Peggotty accennò di approvare pienamente i sentimenti di mia zia, ma non osò fare nessuna allusione verbale all’oggetto della lode di mia zia. Rimanemmo tutti silenziosi, e immersi nelle nostre particolari riflessioni (mia zia s’asciugava gli occhi, singhiozzando con-vulsa; e ora rideva dandosi della matta); finché non chiesi al pescatore Peggotty:

– Avete risoluto nulla riguardo al futuro, mio buon amico? Forse è inutile domandarvelo.

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– Sì, signorino Davy; e l’ho detto all’Emilia. – Vi sono vasti paesi, lontano di qui. La nostra vita futura sarà di là dal mare.

– Emigreranno insieme, zia – io dissi.

– Sì – disse il pescatore Peggotty con un sorriso di speranza. – Nessuno in Australia potrà rimproverar nulla a mia nipote. Cominceremo colà una vita nuova.

Gli chiesi se avesse già determinato il giorno della partenza.

– Sono andato laggiù ai Docks stamattina presto, signore – egli rispose – per avere delle informazioni sui bastimenti in partenza. Fra un mese e mezzo o due, ne partirà uno. L’ho visto stamattina... son salito a bordo... Partiremo con quello.

– Soli? – chiesi.

– Sì, signorino Davy! – egli rispose. – Mia sorella, come sapete, vuol troppo bene a voi ed ai vostri, ed è così abituata a pensar solo al suo paese che non sarebbe giusto lasciarla partire. E poi, signorino Davy, deve aver cura d’una persona che non bisogna dimenticare.

– Povero Cam – dissi.

– La mia buona sorella gli tiene in ordine la casa, signora, e lui glien’è tanto grato – spiegò il pescatore Peggotty per informar pienamente mia zia dello stato delle cose. – Lui parla con lei con molta calma, e non si dà 1299

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mai il caso che si decida ad aprir bocca con altri. Povero ragazzo! – disse il pescatore Peggotty scotendo il capo.

– Gli rimane così poco, che si può lasciargli tutto ciò che ha.

– E la signora Gummidge? – dissi.

– Bene, mi son messo a pensare a lungo, vi debbo dire –

rispose il pescatore Peggotty con un’aria perplessa, che s’andò gradatamente rischiarando col seguito del discorso – riguardo alla signora Gummidge. Sapete che quando la signora Gummidge ricorda per caso il vecchio, non si può dire che sia una compagnia piacevole. Sia detto fra voi e me, signorino Davy... e voi, signora...

quando la signora Gummidge comincia a piagnucolare, quelli che non hanno avuto la fortuna di conoscere il vecchio, la trovano seccante. Io che conoscevo il vecchio e apprezzavo i suoi meriti, la comprendo perfettamente; ma gli altri non la pensano allo stesso modo; è naturale.

Mia zia e io facemmo un cenno d’approvazione.

– Quindi – disse il pescatore Peggotty – mia sorella potrebbe... non è certo, ma potrebbe... trovar di tanto in tanto la signora Gummidge un po’ fastidiosa. Perciò non è mia intenzione lasciar la signora Gummidge con loro, ma trovarle un posto dove possa cavarsela da sola. E

perciò – disse il pescatore Peggotty – intendo farle un assegno prima di andarmene, per lasciarla benino. Essa 1300

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è la migliore delle donne. Non si può pretendere, naturalmente, alla sua età, che la povera donna, già così sola e abbandonata, venga a imbarcarsi e a vivere nei boschi e nei deserti d’un paese lontano. Ecco dunque ciò che ho pensato riguardo alla signora Gummidge.

Egli non dimenticava nessuno. Pensava ai bisogni e al benessere di tutti, e non al proprio.

– L’Emilia – egli continuò – starà con me... povera ragazza, ha tanto bisogno di pace e di riposo... fino al giorno della partenza. Si occuperà del corredo del viaggio; e spero che, accanto allo zio che le vuol tanto bene, finirà col dimenticare il tempo della sua infelicità.

Mia zia confermò questa speranza con un cenno della testa, dando al pescatore Peggotty una grande soddisfazione.

– Ve un’altra cosa, signorino Davy – egli disse, mettendosi una mano in petto, e traendone gravemente quell’involtino di carte che avevo già veduto, e spiegandolo sul tavolo. – Vi è questo denaro... cinquanta sterline e dieci scellini. Voglio aggiungere il denaro ch’ella ha speso per il viaggio. Le ho domandato quanto avesse speso, senza dirle perché, e ho fatto la somma. Io non sono istruito. Volete avere la gentilezza di veder se il conto torna?

Mi diede, scusandosi della sua poca abilità, un pezzo di carta, e mi tenne gli occhi addosso, mentre esaminavo la 1301

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somma, che mi risultò perfettamente esatta.

– Grazie, signore – disse, riprendendosi la carta. – Questo denaro, se vi sembra opportuno, signorino Davy, lo metterò, prima che io me ne vada, in una busta diretta a lui in un’altra diretta alla madre: alla quale dirò brevemente ciò che contiene, e che io me ne sono andato e che non c’è più modo di rimandarmelo.

Gli dissi che io credevo fosse giusto far così... che n’ero perfettamente convinto, giacché così pensava lui.

– Ho detto che v’era soltanto un’altra cosa – egli continuò con un grave sorriso, quand’ebbe rifatto l’involtino, e se l’ebbe rimesso in tasca; – ma ve n’è un’altra. Non sapevo ancora stamattina, uscendo, di poter andare io stesso ad annunziare a Cam ciò che fortunatamente era accaduto. Così gli ho scritto una lettera, e l’ho impostata dicendogli tutto, e che io sarei andato giù domani a regolare quel poco che c’è da regolare, e probabilmente a dare il mio addio a Yarmouth.

– E volete che io venga con voi? – dissi, comprendendo che taceva qualche cosa.

– Se potete farmi questa gentilezza, signorino Davy –

egli rispose – so che la vostra visita farà loro piacere.

La mia piccola Dora si sentiva meglio e mi sollecitò d’andare, quando gliene parlai; e aderii volentieri al desiderio del pescatore Peggotty. La mattina appresso, dunque, eravamo sulla diligenza di Yarmouth, e di nuo-1302

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vo in viaggio per quella strada tante volte percorsa.

Mentre passavamo la sera per le vecchie vie familiari –

il pescatore Peggotty, nonostante tutte le mie rimostranze, volle portarmi la valigia – diedi un’occhiata alla bottega Omer e Joram, e vi scorsi entro Omer occupato a fumar la pipa. Non avevo gran voglia di assistere all’incontro del pescatore Peggotty con sua sorella e Cam; e Omer mi servì di pretesto per fermarmi un poco.

– Come state, signor Omer? È da tanto tempo che non ci vediamo! – dissi, entrando.

Egli cacciò con la mano il fumo per vedermi meglio, e mi riconobbe col più gran piacere.

– Mi alzerei, signore, per fare onore alla vostra visita –

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