– Annie, alzati immediatamente, e non disonorare tutti i tuoi parenti umiliandoti in tal maniera, se non mi vuoi 1171
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vedere impazzire al l’istante.
– Mamma – rispose Annie – non m’interrompere: io mi son rivolta a mio marito, e tu qui non conti nulla.
– Nulla! – esclamò la signora Markleham. – Io, nulla!
Mia figlia ha dovuto perdere la testa. Per carità, un bicchiere d’acqua!
Ero troppo intento al dottore e alla moglie, per badare a questa domanda; e, siccome nessuno si mosse la signora Markleham ansimò, spalancò gli occhi e continuò ad agitare il ventaglio.
– Annie! – disse il dottore, prendendole teneramente la mano. – Diletta mia! Se col passar del tempo è avvenuto nella nostra unione matrimoniale qualche mutamento inevitabile, la colpa non è tua. La colpa è mia, soltanto mia. Ma nel mio affetto, nella mia ammirazione e nel mio rispetto per te, non v’è alcun cambiamento. Il mio desiderio è di farti felice. Io ti amo e ti stimo. Alzati, Annie, ti prego!
Ma ella non si levava. Dopo averlo guardato per un po’, gli si strinse più da presso, gli mise un braccio sulle ginocchia, e appoggiandovi la testa, disse:
– Se io ho qui un amico che possa dire una parola per me o per mio marito; se v’è qui un amico, che stima mia marito o che m’abbia mai voluto bene; se questo amico sa qualche cosa che possa aiutarci, lo scongiuro di parlare.
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Vi fu un profondo silenzio. Dopo alcuni momenti di penosa esitazione, finalmente io lo ruppi.
– Signora Strong – dissi – io so qualche cosa, che il dottore m’aveva vivamente supplicato di tacere, e l’ho taciuto sinora. Ma credo sia giunto il tempo in cui sarebbe malintesa delicatezza continuare a tacere: la vostra preghiera mi scioglie da ogni promessa.
Ella volse per un istante il viso verso di me, e mi confermai nel mio proposito. Non avrei potuto resistere a quel suo sguardo supplichevole, se anche vi fosse stata minore intensità.
– La nostra pace avvenire – ella disse – può essere nelle vostre mani. Ho fiducia che voi non tacerete nulla. So già che né voi, né nessuno può dirmi cosa che intacchi la nobiltà del cuore di mio marito. E se vi pare che ciò che dovete dire possa comunque ferirmi, non ci badate.
Mi difenderò da me, prima innanzi a lui, e poi innanzi a Dio.
Così vivamente pregato di parlare, non chiesi il permesso del dottore, e senz’altra alterazione della verità che un piccolo lenimento della brutalità di Uriah Heep, riferii sinceramente ciò che s’era svolto in quella stessa stanza la sera del colloquio con Wickfield. Impossibile di dipinger lo sbalordimento della signora Markleham, e le stridule interiezioni con le quali interrompeva di tanto in tanto la mia narrazione.
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Quando ebbi finito, Annie rimase, per alcuni istanti, in silenzio, con la testa, come ho già detto, sulle ginocchia del marito. Poi gli prese la mano (egli stava ancora seduto come l’avevamo trovato entrando), se la portò al petto e la baciò. Il signor Dick dolcemente la fece levare in piedi; ed ella cominciò a parlare appoggiata a lui, e con gli occhi sul marito, dal quale non li distolse un istante.
– Tutto ciò che m’è stato in mente, dal giorno che mi sposai – ella disse con voce piana, sommessa e tenera –
lo esporrò nudo innanzi a te. Non potrei continuare a vivere, tacendo la minima circostanza, sapendo ciò che ora so.
– No, Annie – disse il dottore, teneramente. – Non ho mai dubitato di te, figlia mia. Non hai necessità di dir nulla; veramente non c’è necessità, mia cara.
– È assolutamente necessario – ella rispose nello stesso modo – rivelare tutto il mio cuore alla perfetta incarnazione della generosità e della verità, che io ho amata e venerata sempre più, Dio sa quanto, anno per anno, e giorno per giorno!
– Veramente – disse la signora Markleham – se io ho il minimo discernimento...
(– E non l’avete, guastafeste – osservò mia zia, indignata, ma sottovoce).
– ... mi deve esser permesso di dire che non è neces-1174
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sario entrare in tutti questi particolari.
– Solo mio marito può esserne giudice, mamma –
disse Annie, senza stornar gli occhi dal viso del dottore
– ed egli mi ascolterà. Se dico qualche cosa che ti possa affliggere, mamma, perdonami. Anch’io ho sofferto, spesso e per tanto tempo.
– Parola d’onore, non ci capisco nulla – disse la signora Markleham.
– Quand’io ero molto giovane – disse Annie –
quand’ero ancora una bambina, ebbi le primissime nozioni d’ogni genere da un maestro e un amico molto paziente... l’amico di mio padre morto... che mi fu sempre molto caro. Non ricordo nulla che io abbia imparato senza ricordar lui. Egli mi schiuse i primi tesori del sapere, segnandoli tutti della propria impronta. E se mi fossero stati schiusi da altre mani non mi avrebbero giovato come mi hanno giovato.
– E sua madre non conta nulla! – esclamò la signora Markleham.
– No, mamma – disse Annie – ma io metto le cose a posto; è mio dovere di farlo. Io crescevo; ma egli occupava sempre lo stesso posto. Ero orgogliosa di stargli a cuore, e gli ero profondamente, sinceramente, perduta-mente grata. Lo consideravo in modo ch’è difficile dire... come un padre, come una guida, come una persona la cui lode era diversa da tutte le altre lodi, come uno 1175
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nel quale potevo avere la più cieca fiducia, anche se avessi dubitato del mondo intero. Tu sai, mamma, quanto fossi giovane e inesperta il giorno che tu a un tratto me lo presentasti in qualità di fidanzato.