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– Papà – disse Minnie, scherzosamente. – Stai diventando una balena.

– Bene, io non so che sia, mia cara – egli rispose, riflettendo al suo caso. – Ma sembra anche a me.

– Tu ti tratti troppo bene, vedi – disse Minnie, – E

prendi le cose con tanta noncuranza!

– Non serve prenderle diversamente, mia cara – disse Omer.

– Veramente, no – riprese la figliuola. – Siamo tutti 227

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piuttosto allegri, qui, grazie al Cielo! Non è vero, papà?

– Lo spero, mia cara – disse Omer. – Giacché ho ripreso fiato, posso pigliar la misura a questo piccolo studente. Volete venir nella bottega, signorino Copperfield?

Accondiscendendo al suo invito, precedetti Omer; ed egli, dopo avermi mostrato un rotolo di panno, che disse veramente sopraffino e troppo di lusso per un lutto che non fosse per un parente strettissimo, mi prese varie misure e le trascrisse in un suo libro. Così dicendo, richiamò la mia attenzione sul suo fondo di magazzino e su certe mode, che, diceva, erano «appena arrivate»; e su certe altre mode, che, diceva, erano

«appena passate».

– Ed è così che spesso noi perdiamo un mucchio di denari – disse Omer. – Ma le mode sono come gli esseri umani. Vengono, nessuno sa quando, perché, o come. Io credo che sotto questo aspetto tutto sia come la vita.

Ero troppo triste per discutere una questione, che del resto, sarebbe stata molto ardua anche in diverse condizioni; ed Omer mi ricondusse nel salotto, respirando con una certa difficoltà nel tragitto.

Poi s’affacciò dietro una porta, girò per una ripida scaletta, gridando: «Portate su quel tè!»; e il tè, destinato particolarmente a me, dopo qualche tempo che io ero rimasto a guardarmi intorno meditabondo e ad ascoltare il 228

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cic-cic del cucito e il ritmo del martello a traverso il cortile, apparve su d’un vassoio fra un contorno di fette di pane imburrato.

– Io vi conosco – disse Omer, dopo avermi osservato per alcuni minuti, durante i quali non avevo lasciato tracce di grandi guasti nella colazione, perché tutti quegli oggetti neri mi toglievano l’appetito – vi conosco da lungo tempo, mio giovane amico.

– Sì, signore?

– Da quando siete nato – disse il signor Omer. –

Potrei dire anche prima. Conoscevo vostro padre prima di voi. Era alto cinque piedi e nove pollici, ed è sepolto in venticinque piedi di terreno.

– Rat... tat-tat, rat... tat-tat, rat tat-tat – veniva a traverso il cortile.

– Egli è sepolto in venticinque piedi di terreno, benché non lo occupi tutto – disse Omer scherzoso. – Fu o per richiesta di lui o per indicazioni di lei, non ricordo bene.

– Sapete come stia il mio fratellino, signore? – chiesi.

Omer scosse il capo.

– Rat... tat-tat, rat... tat-tat, rat... tat-tat.

– È nelle braccia di sua madre – egli disse.

– Oh, poverino! È morto?

– Non vi rattristate più del necessario – disse Omer. –

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Sì, il bambino è morto.

Le mie ferite si riaprirono di nuovo a questo annunzio. Lasciai la colazione appena assaggiata, e andai in un angolo della stanzetta a poggiar la testa su un altro tavolino, che Minnie s’affrettò a sbarazzare delle gramaglie sparsevi, per tema che le bagnassi delle mie lagrime. Era una buona ragazza, e con atto delicato e soave mi allontanò i capelli dagli occhi; ma era contenta d’aver quasi finito il lavoro, e di poter fare a tempo; ed appariva così diversa da me.

A un tratto il ritmo del martello cessò, e dal cortile entrò nella stanza un giovane di simpatico aspetto.

Aveva il martello in mano, e la bocca piena di chiodi, che dové togliersi prima di poter parlare.

– Bene, Joram! – disse Omer. – A che ne siamo?

– Tutto è pronto – disse Joram. – Ho finito.

Minnie s’accese un poco in viso, e le altre due ragazze si sorrisero a vicenda.

– Ah, allora avete lavorato col lume ieri sera mentre io ero al circolo! Non è così? – disse Omer, chiudendo un occhio.

– Sì – disse Joram. – Siccome m’avete detto che se l’avessi finito, avremmo potuto fare quella passeggiata insieme, Minnie e io... e voi.

– Ah, m’è parso che stavate per lasciarmi da parte!

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– disse Omer, ridendo e tossendo.

– Siccome m’avevate detto così – ripigliò il giovane

– mi ci misi con gran buona volontà. Volete vedere se va bene?

– Vengo – disse Omer, levandosi. – Mio caro – s’interruppe e si volse a me – vorreste vedere la...

Are sens