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"Mettiti qua". Mi sono seduto anch'io sulle sue ginocchia e ho provato a ba-ciarlo. "Non mi baciare, che sei tutto sporco. Se vuoi baciare tuo padre, prima devi lavarti. Teresa, che facciamo, li mandiamo a letto senza cena?

Papà aveva un bel sorriso, i denti bianchi, perfetti. Né io né mia sorella li abbiamo ereditati.

Mamma ha risposto senza neanche voltarsi.

"Sarebbe giusto! Io con questi due non ce la faccio più". Lei sì che era arrabbiata.

"Facciamo così. Se vogliono cenare e avere il regalo che ho portato, Michele mi deve battere a braccio di ferro. Sennò a letto senza cena.

Ci aveva portato un regalo!

"Tu scherza, scherza... "Mamma era troppo contenta che papà era di nuovo a casa. Quando papà partiva, le faceva male lo stomaco e più passava il tempo e meno parlava. Dopo un mese si ammutoliva del tutto.

"Michele non ti può battere. Non vale," ha detto Maria.

"Michele, mostra a tua sorella che sai fare. E tieni larghe quelle gambe. Se stai tutto storto perdi subito e niente regalo.

Mi sono messo in posizione. Ho stretto i denti e la mano di papà e ho cominciato a spingere. Niente. Non si muoveva.

"Dai! Che c'hai la ricotta al posto dei muscoli? Sei più debole di un mosceri-no! Tirala fuori questa forza, Cristo di Dio!

Ho mormorato: "Non ce la faccio.

Era come piegare una sbarra di ferro.

"Sei una femmina, Michele. Maria, aiutalo, dai!

Mia sorella è montata sul tavolo e in due, stringendo i denti e respirando dal naso, siamo riusciti a fargli abbassare il braccio.

"Il regalo! Dacci il regalo!" Maria è saltata giù dal tavolo.

Papà ha preso una scatola di cartone, piena di fogli di giornale appallottolati. Dentro c'era il regalo.

"Una barca!" ho detto.

"Non è una barca, è una gondola," mi ha spiegato papà.

"Che è una gondola?

"Le gondole sono le barche veneziane. E si adopera un remo solo.

"Che sono i remi?" ha domandato mia sorella.

"Dei bastoni per muovere la barca.

Era molto bella. Tutta di plastica nera. Con i pezzettini argentati e in fondo un pupazzetto con una maglietta a righe bianche e rosse e il cappello di paglia.

Ma abbiamo scoperto che non la potevamo prendere. Era fatta per essere messa sul televisore. E tra il televisore e la gondola ci doveva stare un centri-no di pizzo bianco. Come un laghetto. Non era un giocattolo. Era una cosa preziosa. Un soprammobile.

"A chi tocca prendere l'acqua? Tra poco si mangia," ci ha domandato mamma.

Papà era davanti alla televisione a guardare le notizie.

Stavo apparecchiando la tavola. "Tocca a Maria. Ieri ci sono andato io.

Maria era seduta sulla poltrona con le sue bambole. "Non ho voglia, vai tu.

A nessuno dei due piaceva andare alla fontana e quindi si faceva a turno, un giorno per uno. Ma era tornato papà e per mia sorella significava che le regole non valevano più.

Ho fatto no con il dito. "Tocca a te.

Maria ha incrociato le braccia. "Io non ci vado.

"Perché?

"Mi fa male la testa.

Ogni volta che non le andava di fare una cosa diceva che le faceva male la testa. Era la sua scusa preferita.

"Non è vero, non ti fa male, bugiarda.

"E' vero!" E si è cominciata a massaggiare la fronte con un'espressione di dolore sulla faccia.

Mi veniva voglia di strangolarla. "Tocca a lei!

Deve andare lei!

Mamma, stufata, mi ha messo in mano la brocca. "Vai tu, Michele, che sei più grande. Non fare tante discussioni," lo ha detto come se fosse una cosa da niente, senza importanza.

Un sorriso di trionfo si è allargato sulle labbra di mia sorella. "Hai visto?

"Non è giusto. Ieri ci sono andato io. Non ci vado.

Mamma mi ha detto con quel tono aspro che le veniva un attimo prima di infuriarsi: "Ubbidisci, Michele.

"No". Sono andato da papà a lamentarmi.

"Papà, non tocca a me. Ieri ci sono andato io.

Ha tolto lo sguardo dalla televisione e mi ha guardato come se fosse la prima volta che mi vedeva, si è massaggiato la bocca e ha detto: "Lo conosci il tocco del soldato?

"No. Cos'è?

"Lo sai come facevano i soldati durante la guerra per decidere chi andava a fare le missioni mortali?" Ha tirato fuori dalla tasca una scatola di fiammiferi e me l'ha mostrata.

"No, non lo so.

"Si prendono tre fiammiferi," li ha tirati fuori dalla scatola, "uno per te, uno per me e uno per Maria. A uno si toglie la capocchia". Ne ha preso uno e lo ha spezzato, poi li ha stretti tutti e tre nel pugno e ha fatto sporgere fuori i bastoncini. "Chi prende quello senza testa va a prendere l'acqua.

Are sens