"Sì.
"Va bene. Torniamo.
Era stato mezz'ora muto, con la maglietta legata sugli occhi. Ogni tanto il collo e la bocca gli si irrigidivano e le dita delle mani e dei piedi gli si contrae-vano come per un tic. Era rimasto incantato, fermo, ad ascoltare le volpi volanti.
"Attaccati al mio collo". Si è aggrappato e l'ho trascinato fino al buco. "Adesso scendiamo la scala, reggiti bene. Non mi mollare.
E' stato difficile. Filippo si stringeva così forte che non riuscivo a respirare e non potevo vedere i pioli della scala, ero costretto a cercarli con i piedi.
Quando siamo arrivati giù ero bianco come un lenzuolo e ansimavo. L'ho si-stemato in un angolo.
L'ho coperto e gli ho dato da bere e gli ho detto: "E' tardissimo. Me ne devo andare. Papà mi ammazza.
"Io sto qua. Ma tu mi devi portare i panini. E anche un pollo arrosto.
"Il pollo lo mangiamo la domenica. Oggi mamma fa le polpette. Ti piacciono le polpette?
"Con il pomodoro?
"Sì.
"Mi piacciono molto.
Mi dispiaceva di lasciarlo. "Io vado allora..."
Stavo per aggrapparmi a un piolo, quando la scala è stata tirata via.
Ho sollevato lo sguardo.
Sul ciglio c'era uno con un cappuccio marrone in testa. Era vestito tale e quale a un soldato. "Cucù?
Cucu'! L'aprile non c'è più," ha cantato e ha cominciato a fare le piroette.
"E' ritornato maggio al canto del cucù! Indovina chi sono?
"Felice!
"Bravo!" ha detto, ed è rimasto un po' in silenzio. "Come cazzo hai fatto a capirlo? Aspetta!
Aspetta un attimo.
Se n'è andato e quando è riapparso imbracciava il fucile.
"Eri tu!" Felice batteva le mani. "Eri tu, porcalaputtana! Trovavo sempre le cose messe diverse. Prima credevo di essere pazzo. Poi ho pensato che c'era il fantasma Formaggino. E invece eri tu.
Michelino. Meno male, stavo uscendo scemo.
Ho sentito stringere la caviglia. Filippo mi si era attaccato ai piedi e bisbigliava. "Il signore dei vermi viene e va. Il signore dei vermi viene e va.
Il signore dei vermi viene e va.
Ecco chi era il signore dei vermi!
Felice mi ha guardato attraverso i buchi del cappuccio. "Hai fatto amicizia con il principe? Hai visto come l'ho lavato bene? Faceva i capricci, ma alla fine ho vinto io. La coperta però mica me l'ha voluta dare.
Ero in trappola. Non riuscivo a vederlo. Il sole che filtrava tra il fogliame mi accecava.
"Becca qua!
Un coltello si è piantato a terra. A dieci centimetri dal mio sandalo e a venti dalla testa di Filippo.
"Hai visto che mira? Potevo farti saltare il ditone del piede come niente. E
poi che facevi?
Non riuscivo a parlare. Mi si era tappata la gola.
"Che facevi senza un dito?" ha ripetuto. "Dimmelo? Dimmelo un po'?
"Morivo dissanguato.
"Bravo. E se invece ti sparo con questo," mi ha mostrato il fucile, "che ti succede?
"Muoio.
"Vedi che le cose le sai. Vieni su, forza!" Felice ha preso la scala e l'ha calata giù.
Non volevo, ma non avevo altra scelta. Mi avrebbe sparato. Non ero sicuro che ce l'avrei fatta a salire, mi tremavano le gambe.