"Qua". Mi ha mostrato la caviglia.
"Una storta. Non è niente. Passa subito.
Le ho slacciato la scarpa da ginnastica e l'ho sfilata con molta attenzione.
Come avrebbe fatto un dottore. "Ora va meglio?
"Un po'. Torniamo a casa? Ho sete da morire.
E mamma...
Aveva ragione. Ci eravamo allontanati troppo.
E da troppo tempo. L'ora di pranzo era passata da un pezzo e mamma doveva stare di vedetta alla finestra.
Lo vedevo male il ritorno a casa.
Ma chi se lo immaginava poche ore prima.
Quella mattina avevamo preso le biciclette.
Di solito facevamo dei giri piccoli, intorno alle case, arrivavamo ai bordi dei campi, al torrente secco e tornavamo indietro facendo le gare.
La mia bicicletta era un ferro vecchio, con il sellino rattoppato, e così alta che dovevo piegarmi tutto per toccare a terra.
Tutti la chiamavano la Scassona. Salvatore diceva che era la bicicletta degli alpini. Ma a me piaceva, era quella di mio padre.
Se non andavamo in bicicletta ce ne stavamo in strada a giocare a pallone, a ruba bandiera, a un due tre stella o sotto la tettoia del capannone a non fa-re niente.
Potevamo fare quello che ci pareva. Macchine non ne passavano. Pericoli non ce n'erano. E i grandi se ne stavano rintanati in casa, come rospi che a-spettano la fine del caldo.
Il tempo scorreva lento. A fine estate non vedevamo l'ora che ricominciasse la scuola.
Quella mattina avevamo attaccato a parlare dei maiali di Melichetti.
Si parlava spesso, tra noi, dei maiali di Melichetti. Si diceva che il vecchio Melichetti li addestrava a sbranare le galline, e a volte pure i conigli e i gatti che raccattava per strada.
Il Teschio ha sputato uno spruzzo di saliva bianca. "Finora non ve l'ho mai raccontato. Perché non lo potevo dire. Ma ora ve lo dico: quei maiali si sono mangiati il bassotto della figlia di Melichetti.
Si è sollevato un coro generale. "No, non è vero!
"E' vero. Ve lo giuro sul cuore della Madonna.
Vivo. Completamente vivo.
"E' impossibile!
Che razza di bestie dovevano essere per mangiarsi pure un cane di razza?
Il Teschio ha fatto di si con la testa. "Melichetti glielo ha lanciato dentro il recinto. Il bassotto ha provato a scappare, è un animale furbo, ma i maiali di Melichetti di più. Non gli hanno dato scampo. Massacrato in due secondi". Poi ha aggiunto: "Peggio dei cinghiali.
Barbara gli ha chiesto: "E perché glielo ha lanciato?
Il Teschio ci ha pensato un po'. "Ha pisciato in casa. E se tu finisci là dentro, cicciona come sei, ti spolpano fino alle ossa.
Maria si è messa in piedi. "E' pazzo Melichetti?
Il Teschio ha sputato di nuovo a terra. "Più pazzo dei suoi maiali.
Siamo rimasti zitti a immaginarci la figlia di Melichetti con un padre così cattivo. Nessuno di noi sapeva come si chiamava, ma era famosa per avere una specie di armatura di ferro intorno a una gamba.
"Possiamo andarli a vedere!" me ne sono uscito.
"Una spedizione!" ha fatto Barbara.
"E' lontanissima la fattoria di Melichetti. Ci mettiamo un sacco," ha bronto-lato Salvatore.
"E invece è vicinissima, andiamo... "Il Teschio è montato sulla bicicletta.
Non sprecava mai l'occasione per avere la meglio su Salvatore.
Mi è venuta un'idea. "Perché non prendiamo una gallina dal pollaio di Re-mo, così quando arriviamo la gettiamo nel recinto dei maiali e vediamo come la spolpano?
"Forte!" il Teschio ha approvato.
"Ma papà mi uccide se gli prendiamo una gallina," ha piagnucolato Remo.
Non c'è stato niente da fare, l'idea era buonissima.